Il calciomercato dell’Atalanta visto da….
Chi ha vinto il calciomercato 2018?
Power ranking delle squadre di Serie A in base al loro mercato estivo.
9. Atalanta
L’interpretazione del mercato dell’Atalanta non può prescindere dal punto di vista lapidario che il suo allenatore ha snocciolato a pochissimi giorni dalla chiusura: Gasperini lo ha definito «molto triste e molto esiguo», una doppietta di aggettivi che suona come una stroncatura senza possibilità di appello, ancor più inasprita, se possibile, quando lo stesso Gasperini ha aggiunto: «Per me adesso il mercato è chiuso, perché non c’è più tempo».
In quel momento mancavano in realtà ancora due giorni, al termine dei quali, infatti, in extremis, è arrivato l’annuncio del tesseramento di Emiliano Rigoni, prelevato dallo Zenit, una mossa magari non proprio a sorpresa (l’Atalanta lo aveva a lungo seguito e corteggiato prima che l’argentino scegliesse la Russia) ma che conferisce una sfumatura nuova anche ai rapporti di forza tra la società e il suo tecnico. Rigoni – il profilo di giocatore che incarna – era già nei piani del progetto tecnico o è stata la risposta della dirigenza al mood dell’allenatore? E se Rigoni è il risultato di uno scontro causa-effetto, è un’attestazione di accondiscendenza o una dimostrazione di autorevolezza?
Anche se l’esordio sfavillante contro il Frosinone non ha scoperto nessun nervo specifico è comprensibile che l’allenatore lamenti una mancanza di coperture adeguate in alcuni ruoli della macchina che sarà chiamata a muovere gli ingranaggi per inscenare l’idea di gioco che ha in mente.
Djimsiti e Reca sapranno affiancare Palomino e Gosens (e Castaigne) nel difficile compito di non far rimpiangere Caldara e Spinazzola, senza un anno di apprendistato a disposizione per metabolizzare meccanismi e movimenti?
La chiave interpretativa del mercato atalantino è tutto nella maturità e sì, nella copertura: Mario Pasalic, in prestito dal Chelsea e chiamato a una consacrazione che potrebbe essere imminente, per il momento si è cristantizzato perfettamente in termini di partecipazione alla manovra, peso specifico nel gioco, profondità verticale e contributo in quota gol, ma è pur vero che alle sue spalle ha Pessina, tornato dal prestito in B allo Spezia, che potrebbe davvero non essere ancora all’altezza.
In avanti, invece, l’Atalanta sembra essersi addirittura rafforzata, non foss’altro in termini di alternative potenziali. Rigoni può essere il prolungamento, a fronte degli impegni che gli orobici potrebbero trovarsi a dover fronteggiare competendo su più fronti, tanto del Papu quanto di Ilicic, e Zapata (così come Musa Barrow, che chissà non sia l’acquisto più eclatante di stagione) che sembrano molto più aderenti ai principi iperverticali di Gasperini di quanto non fosse Petagna.
Che voto dovremmo dare, insomma, al mercato dell’Atalanta? Basarci sul giudizio di Gasperini o sulle sensazioni delle prime uscite? È un po’ come guardare Rashomon di Akira Kurosawa, e trovarci nella situazione di cominciare a dubitare, casomai, che la verità si trovi – come sempre – nel mezzo.
fonte ultimouomo.com