05/10/2017 | 08.02
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Nove punti ma tutto un altro sapore

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Un anno fa l'Atalanta, dopo 7 giornate, veleggiava a 9 punti. Con il vento in poppa perché, dopo un inizio ai limiti dell'inaccettabile - con decisioni errate e discutibili anche da parte del tecnico Gasperini - e qualche polemica di troppo, i bergamaschi vincevano contro il Crotone, chiudendo la pratica in un tempo, e poi con il Napoli, lanciato verso i piani alti, con un 1-0 faticoso ma, in ogni caso, meritato. Nove punti che davano tranquillità a un ambiente che fino a inizio ottobre era bollente, con la possibilità dell'esonero dopo le prime cinque giornate e la prestazione, pessima, contro il Palermo, corredata da tante opportunità sbagliate anche a pochi passi dalla porta.

Un anno dopo l'Atalanta ha ancora nove punti. Con due sconfitte nelle prime due partite, come un anno fa, e i primi tre punti alla terza: la differenza è che stavolta i nerazzurri escono da cinque partite non semplicissime - con Fiorentina e Juventus su tutte, ma anche con il Chievo a Verona - con altrettanti risultati utili consecutivi, senza dimenticare la prestazione monstre di Reggio Emilia contro l'Everton (3-0) e il pari contro un Lione che, pur superiore, non è riuscito a imporsi in uno stadio praticamente inespugnabile come il Groupama.

Nove punti, dunque, ma con l'idea che quest'Atalanta stia costruendo qualcosa di importante, ancora una volta, nonostante le cessioni. Che a ben guardare sono due rispetto alla seconda parte dell'anno scorso, tra Conti e Kessie. Più Gagliardini, volendolo inserire, ma con la netta sensazione che il giocattolo non stia per rompersi, al di là dei volti nuovi. Dunque, di chi è il merito? Gasperini, ovviamente, forse anche di un ambiente che ha sempre sostenuto il proprio allenatore ben dopo i primi fallimenti.

Negli anni novanta, a metà, Percassi cercò di far decollare un calcio champagne con l'arrivo di Guidolin, molto offensivo prima di imboccare la strada di Damasco e tornare a più miti consigli. Gasperini invece ha dato quel che il presidente sognava da due decenni, pur con una pausa di tre lustri tra il primo regno e il secondo. Alcuni tifosi, dopo Lione, hanno anche detto che per loro andrebbe bene così, dopo le due belle figure in Europa League. Forse perché né tifoseria né la squadra hanno capito, ancora, i limiti dei giovani.

fonte tmw.com

By marcodalmen
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