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EMANUELE-B
03 Maggio 2020 | 18.44
Cecio1907
03 Maggio 2020 | 16.58
Mapi-BA
03 Maggio 2020 | 17.18
Francesco64
03 Maggio 2020 | 16.43

Storia letta e riletta, ma che vale sempre la pena di rileggere ancora. Da "romanzo calcistico":

 

Nel leggere che oggi è il compleanno di Astutillo “Tito” Malgioglio, il portiere di riserva dell’Inter dei record ‘89, mi piace riportare alla mente la sua bellissima storia. Nel 1987 Malgioglio aveva aperto vicino a casa, a Piacenza, una palestra per la rieducazione motoria di bambini cerebrolesi e, coadiuvato dalla moglie, prestava tutto il suo aiuto mettendo a disposizione il suo tempo libero e molti dei suoi guadagni. Malgioglio raccontò in un’intervista a Paolo Ziliani la sua esperienza, che faceva tutto ciò da tanti anni ma che doveva farlo a fari spenti: non era buona cosa, per come andavano le cose nel mondo del pallone, che un professionista si distraesse con attività inutili o bizzarre come, appunto, aiutare il prossimo. A meno di non incontrare sulla propria strada due come Nils Liedholm e Sven Goran Eriksson, come capitò a Tito nei due anni alla Roma dall’83 all’85, che convinsero Dino Viola a mettere a disposizione di Malgioglio, nel tempo libero, la palestra di Trigoria, per permettergli di fare anche a Roma quel che aveva cominciato a fare a Piacenza. Raccontò che l’AIC, sul suo giornale, aveva aperto una sottoscrizione tra tutti gli iscritti (gli oltre mille calciatori di serie A, B, C1 e C2) per raccogliere fondi a favore dell’attività di Tito; e che alla fine il ricavato era stato di 700 mila lire, che con un certo imbarazzo l’AIC aveva provveduto a fargli avere. Raccontò però che un giorno alla Pinetina Jurgen Klinsmann lo aveva avvicinato e gli aveva chiesto come mai finiti gli allenamenti lo vedesse sempre andar via così di fretta a Piacenza. Tito gli spiegò il perché così il buon Jurgen gli disse: domani vengo con te, voglio vedere quello che fai. Klinsmann mantenne la promessa. Salì sul maggiolino scassato di Malgioglio, andò con lui a Piacenza, passò l’intero pomeriggio a guardare Tito assistere i bambini cerebrolesi. Poi, prima di risalire sul maggiolino per farsi riportare a Milano, sfilò di tasca il libretto degli assegni e senza dire una parola scrisse 70 milioni (settanta milioni!), staccò l’assegno e lo consegnò al compagno. Aveva gli occhi lucidi. Come quelli di Malgioglio... Tanti auguri Tito, di cuore!

maurom72
03 Maggio 2020 | 17.04
Francesco64
03 Maggio 2020 | 16.43

Storia letta e riletta, ma che vale sempre la pena di rileggere ancora. Da "romanzo calcistico":

 

Nel leggere che oggi è il compleanno di Astutillo “Tito” Malgioglio, il portiere di riserva dell’Inter dei record ‘89, mi piace riportare alla mente la sua bellissima storia. Nel 1987 Malgioglio aveva aperto vicino a casa, a Piacenza, una palestra per la rieducazione motoria di bambini cerebrolesi e, coadiuvato dalla moglie, prestava tutto il suo aiuto mettendo a disposizione il suo tempo libero e molti dei suoi guadagni. Malgioglio raccontò in un’intervista a Paolo Ziliani la sua esperienza, che faceva tutto ciò da tanti anni ma che doveva farlo a fari spenti: non era buona cosa, per come andavano le cose nel mondo del pallone, che un professionista si distraesse con attività inutili o bizzarre come, appunto, aiutare il prossimo. A meno di non incontrare sulla propria strada due come Nils Liedholm e Sven Goran Eriksson, come capitò a Tito nei due anni alla Roma dall’83 all’85, che convinsero Dino Viola a mettere a disposizione di Malgioglio, nel tempo libero, la palestra di Trigoria, per permettergli di fare anche a Roma quel che aveva cominciato a fare a Piacenza. Raccontò che l’AIC, sul suo giornale, aveva aperto una sottoscrizione tra tutti gli iscritti (gli oltre mille calciatori di serie A, B, C1 e C2) per raccogliere fondi a favore dell’attività di Tito; e che alla fine il ricavato era stato di 700 mila lire, che con un certo imbarazzo l’AIC aveva provveduto a fargli avere. Raccontò però che un giorno alla Pinetina Jurgen Klinsmann lo aveva avvicinato e gli aveva chiesto come mai finiti gli allenamenti lo vedesse sempre andar via così di fretta a Piacenza. Tito gli spiegò il perché così il buon Jurgen gli disse: domani vengo con te, voglio vedere quello che fai. Klinsmann mantenne la promessa. Salì sul maggiolino scassato di Malgioglio, andò con lui a Piacenza, passò l’intero pomeriggio a guardare Tito assistere i bambini cerebrolesi. Poi, prima di risalire sul maggiolino per farsi riportare a Milano, sfilò di tasca il libretto degli assegni e senza dire una parola scrisse 70 milioni (settanta milioni!), staccò l’assegno e lo consegnò al compagno. Aveva gli occhi lucidi. Come quelli di Malgioglio... Tanti auguri Tito, di cuore!

Cecio1907
03 Maggio 2020 | 16.58
Francesco64
03 Maggio 2020 | 16.43

Storia letta e riletta, ma che vale sempre la pena di rileggere ancora. Da "romanzo calcistico":

 

Nel leggere che oggi è il compleanno di Astutillo “Tito” Malgioglio, il portiere di riserva dell’Inter dei record ‘89, mi piace riportare alla mente la sua bellissima storia. Nel 1987 Malgioglio aveva aperto vicino a casa, a Piacenza, una palestra per la rieducazione motoria di bambini cerebrolesi e, coadiuvato dalla moglie, prestava tutto il suo aiuto mettendo a disposizione il suo tempo libero e molti dei suoi guadagni. Malgioglio raccontò in un’intervista a Paolo Ziliani la sua esperienza, che faceva tutto ciò da tanti anni ma che doveva farlo a fari spenti: non era buona cosa, per come andavano le cose nel mondo del pallone, che un professionista si distraesse con attività inutili o bizzarre come, appunto, aiutare il prossimo. A meno di non incontrare sulla propria strada due come Nils Liedholm e Sven Goran Eriksson, come capitò a Tito nei due anni alla Roma dall’83 all’85, che convinsero Dino Viola a mettere a disposizione di Malgioglio, nel tempo libero, la palestra di Trigoria, per permettergli di fare anche a Roma quel che aveva cominciato a fare a Piacenza. Raccontò che l’AIC, sul suo giornale, aveva aperto una sottoscrizione tra tutti gli iscritti (gli oltre mille calciatori di serie A, B, C1 e C2) per raccogliere fondi a favore dell’attività di Tito; e che alla fine il ricavato era stato di 700 mila lire, che con un certo imbarazzo l’AIC aveva provveduto a fargli avere. Raccontò però che un giorno alla Pinetina Jurgen Klinsmann lo aveva avvicinato e gli aveva chiesto come mai finiti gli allenamenti lo vedesse sempre andar via così di fretta a Piacenza. Tito gli spiegò il perché così il buon Jurgen gli disse: domani vengo con te, voglio vedere quello che fai. Klinsmann mantenne la promessa. Salì sul maggiolino scassato di Malgioglio, andò con lui a Piacenza, passò l’intero pomeriggio a guardare Tito assistere i bambini cerebrolesi. Poi, prima di risalire sul maggiolino per farsi riportare a Milano, sfilò di tasca il libretto degli assegni e senza dire una parola scrisse 70 milioni (settanta milioni!), staccò l’assegno e lo consegnò al compagno. Aveva gli occhi lucidi. Come quelli di Malgioglio... Tanti auguri Tito, di cuore!

aurelio70
03 Maggio 2020 | 16.39
BSoares
03 Maggio 2020 | 15.28
BSoares
03 Maggio 2020 | 15.24