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Ragnorosso: "....... siamo nella Repubblica delle Banane"

 

Veramente, in quasi 50 anni che vivo all'estero, non avevo mai notato tanto rispetto ..... e anche affetto per l'Italia (almeno, dove sono io, e per quanto ho sentito io).

 

Investita da un ciclone incredibile, l'Italia ha dimostrato (pur con inevitabili errori) un senso di unita' del suo popolo (pur con qualche distinguo per alcuni attriti tra stato e regioni, qualche disfunzione di alcuni servizi pubblici, e qualche atteggiamento individuale magari discutibile) che ha colpito TUTTI, molto positivamente.

 

I 141 medici e i tanti infermieri morti sono visti come i veri eroi di questa guerra micidiale, e i tanti medici volontari (alcuni gia' in pensione) che si sono ri-arruolati "per sostituirli nelle aree piu' colpite", e lavoratori di ogni tipo, sono oggetto di ammirazione incondizionata (al limite dell'incredulita' ..... ma come e' possibile? ......come fanno? ...... che coraggio! ...... )

 

Mai avevo visto il popolo italiano ammirato cosi' tanto, da TUTTI.

 

Circa il governo (e, naturalmente, nella parola "governo", includo l'opposizione, le regioni, e i sindaci), quello inglese ha senz'altro fatto MOLTO peggio di quello italiano .... e tutti qui lo riconoscono .....

 

Io continuo ad incontrare gente che quando si parla delle zone piu' colpite (e Bergamo e' diventata un vero e proprio simbolo di resistenza al virus) si mette letteralmente a piangere, e ricorda i camion militari, ma anche un bellissimo videa che e' stato ripetuto tante volte sulla Citta' Alta, sulla Val Seriana, e sul carattere "mola mia" dei cittadini.

 

C'e' persino chi li paragona alle "small boats" civili che, alla notizia della disfatta britannica in Francia di fronte alle divisioni corazzate tedesche, poco dopo l'inizio della guerra, si sono messe in mare, a hanno attraversato la Manica, sotto il fuoco degli aerei tedeschi, per salvare quante piu' vite possibili.

 

Anche loro, in un certo senso, dicevano "mola mia".

NO! Stavolta, l'Italia NON si e' comportata da Repubblica delle Banane.

 

PS

Ho visto oggi (BBC!) un folto gruppo di Vigili del Fuoco inglesi (uomini e donne) che cantavano (molto bene) IN ITALIANO "Bella Ciao" (naturalmente senza alcuna connotazione politica di alcun colore).

L'idea era: "Italia come SIMBOLO DI RESISTENZA CIVILE al Covid-19".

 

Altro che Repubblica delle Banane!

moreto
21 Aprile 2020 | 18.17
moreto
21 Aprile 2020 | 18.16
moreto
21 Aprile 2020 | 18.15
moreto
21 Aprile 2020 | 18.14
grandeivan
21 Aprile 2020 | 18.00
ste63neroblu
21 Aprile 2020 | 17.58
Mapi-BA
21 Aprile 2020 | 17.25

Per favore leggete l'articolo di Andrea Elefante sulla Gazzetta dello Sport di oggi, pagina 14, dove Gosens è spesso citato. Titolo dell'articolo "Ora l'Atalanta ha fretta. Lo dicono anche i test".

Riporto alcuni stralci.

Non serve avere una certa confidenza con la psicologia - e in questo lungo periodo di isolamento Robin Gosens ha avuto più tempo per dedicarsi ai suoi studi sul tema - per riflettere alla perfezione la condizione psicologica della propria squadra: per certe cose, i calciatori sono tutti uguali. O comunque molto simili. Diciamo che l'esterno dell'Atalanta l'ha spiegato con parole sue, nei giorni scorsi alla Bild " Mi manca sentire la palla e l'odore dell'erba, indossare le scarpe, calpestarla: sarebbe importante anche solo annusare di nuovo quel profumo".

Sono tutti sulla stessa barca: quelli dell'Atalanta, quelli di tutte le squadre. Una maledetta voglia di tornare a sudare, a giocare. Quel desiderio di Gosens viene anche stuzzicato di più, in questo periodo: dalla Germania lo chiamano spesso e in Germania qualcosa si è già mosso, per loro il 4 maggio è già arrivato. Il centrocampista ha detto cento volte che un giorno spera di tornarci a giocare, ma oggi la Bundesliga è una frontiera che invidia per altri motivi. " Lì si possono già allenare, è un passo verso la normalità: l'incertezza del non sapere cosa accadrà pesa, consuma".

Per il momento Gosens e gli altri nerazzurri si consumano come possono: allenandosi a casa. (....)

Ma più in generale, lAtalanta è fra le squadre che nei giorni scorsi non ha dovuto richiamare nessuno dei suoi stranieri dall'estero in vista della ripartenza. Come ha confermato Gosens ("Avevo anche pensato di rientrare in Germania, ma la società non mi ha lasciato andare") in tempi di quarantena ai giocatori nerazzurri è stato chiesto il sacrificio di non partire per i rispettivi paesi. Non un'imposizione, ma un suggerimento del club (......)

La fortuna dell'Atalanta è che praticamente tutti i suoi stranieri sono in Italia (...)

 

Mapi-BA
21 Aprile 2020 | 17.25

Per favore leggete l'articolo di Andrea Elefante sulla Gazzetta dello Sport di oggi, pagina 14, dove Gosens è spesso citato. Titolo dell'articolo "Ora l'Atalanta ha fretta. Lo dicono anche i test".

Riporto alcuni stralci.

Non serve avere una certa confidenza con la psicologia - e in questo lungo periodo di isolamento Robin Gosens ha avuto più tempo per dedicarsi ai suoi studi sul tema - per riflettere alla perfezione la condizione psicologica della propria squadra: per certe cose, i calciatori sono tutti uguali. O comunque molto simili. Diciamo che l'esterno dell'Atalanta l'ha spiegato con parole sue, nei giorni scorsi alla Bild " Mi manca sentire la palla e l'odore dell'erba, indossare le scarpe, calpestarla: sarebbe importante anche solo annusare di nuovo quel profumo".

Sono tutti sulla stessa barca: quelli dell'Atalanta, quelli di tutte le squadre. Una maledetta voglia di tornare a sudare, a giocare. Quel desiderio di Gosens viene anche stuzzicato di più, in questo periodo: dalla Germania lo chiamano spesso e in Germania qualcosa si è già mosso, per loro il 4 maggio è già arrivato. Il centrocampista ha detto cento volte che un giorno spera di tornarci a giocare, ma oggi la Bundesliga è una frontiera che invidia per altri motivi. " Lì si possono già allenare, è un passo verso la normalità: l'incertezza del non sapere cosa accadrà pesa, consuma".

Per il momento Gosens e gli altri nerazzurri si consumano come possono: allenandosi a casa. (....)

Ma più in generale, lAtalanta è fra le squadre che nei giorni scorsi non ha dovuto richiamare nessuno dei suoi stranieri dall'estero in vista della ripartenza. Come ha confermato Gosens ("Avevo anche pensato di rientrare in Germania, ma la società non mi ha lasciato andare") in tempi di quarantena ai giocatori nerazzurri è stato chiesto il sacrificio di non partire per i rispettivi paesi. Non un'imposizione, ma un suggerimento del club (......)

La fortuna dell'Atalanta è che praticamente tutti i suoi stranieri sono in Italia (...)