Ultimi commenti

Nemesis68
13 Febbraio 2020 | 15.05

Non so se il "non comunicato" tanto atteso e preannunciato dalle "indiscrezioni" girate via whatsapp sulla "pausa" della curva sia stato un'invenzione, se il Direttivo abbia voluto lanciare un sasso in modo informale per capire quali cerchi disegnasse nello stagno dei tifosi dell'Atalanta o se invece ci sia tutt'ora una certa indecisione/incertezza/non concordanza sul da farsi ...

Non so se la paventata "pausa" sia segno di un contrasto/passaggio generazionale in atto, se sia figlia dei soprusi e dell'accanimento delle autorità o se sia (anche) un segnale per la società per la gestione delle trasferte europee ... ho letto di tutto e il contrario di tutto, forse tutte sono concause dello stesso malessere ....

so solo che, come ho scritto ieri "a caldo" appena appresa l'indiscrezione, non condivido nè il modo nè soprattutto il momento e quindi, SPERO che, al di là di ogni imperfezione e di ogni difetto, la Curva e che ne tira le fila voglia mettere l'Atalanta prima di ogni altra cosa, anche di sè stessa, almeno FINO ALLA FINE di questa stagione che potrebbe essere ancora più indimenticabile delle precedenti, remi dalla stessa parte di squadra, società e resto del pubblico.

Se poi ci sono situazioni all'interno da modificare, magari anche un potere/fardello da condividere con altri gruppi, il segnale per chi volesse capire è stato lanciato e ogni cosa può essere discussa e riconsiderata da fine maggio in poi (ovviamente escludo da questo ragionamento l'autorità di pubblca sicurezza, contro la quale eventuali battaglie resto dell'idea che vadano, casomai, combattute in posti diversi dallo stadio).

unodibergamo
13 Febbraio 2020 | 13.49

Esprimo le mie considerazioni sullo scritto di Calep. Per prima cosa, la riunione di lunedì scorso non era partecipata ma a partecipazione “ristretta”, quella partecipata di riunione si è svolta martedì. L’aspettare una qualsiasi comunicazione prima di diffondere il “panico” sarebbe stato esercizio di buonsenso, contrario però alla logica della comunicazione frenetica imposta dai nuovi media e dai social. Amen, chi aspettava un comunicato (tanti o pochi che fossero) sta ancora aspettando e magari ancora aspetterà. Chi ha dato per scontate alcune cose, magari potrà dire “hai visto che ci ho beccato”, magari dovrà cospargersi il capo di cenere. Nella vita solo una cosa è certa per tutti, che piaccia o meno: la morte. Detto questo, esprimo il mio modesto parere su alcuni passaggi dello scritto di Calep (che stimo e rispetto a prescindere) che giudico particolarmente infelici. Il primo: la curva non si fa proprio pesare, men che meno si comporta come i casellanti e/o i benzinai nel periodo ferragostano. Farsi pesare denoterebbe premeditazione, cosa questa lontana anni luce dalla realtà delle cose dei fatti contingenti. Secondo passaggio: non c’è nessun percorso preferenziale tra Zingonia e la componente ultras della tifoseria, insinuare questa cosa denota inesistente conoscenza della storia passata e recente. Se si scrivono certi passaggi è necessario argomentarli con fatti concreti, altrimenti si alimentano teorie campate per aria. Viceversa lo scritto centra alcuni punti in modo corretto (dal mio punto di vista quindi sicuramente opinabile). Uno di questi è giustamente legato al dare alla nostra curva il giusto peso nelle cose e la giusta importanza ed influenza nell'ambito dei risultati della squadra. Il giusto peso appunto, che vale anche quando si sostiene che “ci sia sempre maggiore distanza tra l'attuale Direttivo della Curva e il resto della tifoseria”. Se basiamo questa convinzione di “rottura” su 453 messaggi di cui buona parte scritti dai medesimi utenti (quante persone hanno commentato, 200? Facciamo 300 se diamo 1,5messaggi a persona?). Di fronte ad una curva di 9.000 anime, di fronte ad uno stadio sempre occupato da 19.000 atalantini, 300 persone che commentano sono importanti e sono da tenere in considerazione, ma allo stesso tempo non può sfuggire il fatto che rappresentino lo 0,03% dei tifosi che occupano la curva (e magari molti dei 300 manco vanno in curva) e lo 0,01% degli abituali frequentatori dello stadio. Ecco che il dare il giusto peso deve valere sempre e per tutti, social e internet-place compresi.

Scozia
13 Febbraio 2020 | 15.18
thealamo
13 Febbraio 2020 | 14.28
longa
13 Febbraio 2020 | 15.26
unodibergamo
13 Febbraio 2020 | 13.49

Esprimo le mie considerazioni sullo scritto di Calep. Per prima cosa, la riunione di lunedì scorso non era partecipata ma a partecipazione “ristretta”, quella partecipata di riunione si è svolta martedì. L’aspettare una qualsiasi comunicazione prima di diffondere il “panico” sarebbe stato esercizio di buonsenso, contrario però alla logica della comunicazione frenetica imposta dai nuovi media e dai social. Amen, chi aspettava un comunicato (tanti o pochi che fossero) sta ancora aspettando e magari ancora aspetterà. Chi ha dato per scontate alcune cose, magari potrà dire “hai visto che ci ho beccato”, magari dovrà cospargersi il capo di cenere. Nella vita solo una cosa è certa per tutti, che piaccia o meno: la morte. Detto questo, esprimo il mio modesto parere su alcuni passaggi dello scritto di Calep (che stimo e rispetto a prescindere) che giudico particolarmente infelici. Il primo: la curva non si fa proprio pesare, men che meno si comporta come i casellanti e/o i benzinai nel periodo ferragostano. Farsi pesare denoterebbe premeditazione, cosa questa lontana anni luce dalla realtà delle cose dei fatti contingenti. Secondo passaggio: non c’è nessun percorso preferenziale tra Zingonia e la componente ultras della tifoseria, insinuare questa cosa denota inesistente conoscenza della storia passata e recente. Se si scrivono certi passaggi è necessario argomentarli con fatti concreti, altrimenti si alimentano teorie campate per aria. Viceversa lo scritto centra alcuni punti in modo corretto (dal mio punto di vista quindi sicuramente opinabile). Uno di questi è giustamente legato al dare alla nostra curva il giusto peso nelle cose e la giusta importanza ed influenza nell'ambito dei risultati della squadra. Il giusto peso appunto, che vale anche quando si sostiene che “ci sia sempre maggiore distanza tra l'attuale Direttivo della Curva e il resto della tifoseria”. Se basiamo questa convinzione di “rottura” su 453 messaggi di cui buona parte scritti dai medesimi utenti (quante persone hanno commentato, 200? Facciamo 300 se diamo 1,5messaggi a persona?). Di fronte ad una curva di 9.000 anime, di fronte ad uno stadio sempre occupato da 19.000 atalantini, 300 persone che commentano sono importanti e sono da tenere in considerazione, ma allo stesso tempo non può sfuggire il fatto che rappresentino lo 0,03% dei tifosi che occupano la curva (e magari molti dei 300 manco vanno in curva) e lo 0,01% degli abituali frequentatori dello stadio. Ecco che il dare il giusto peso deve valere sempre e per tutti, social e internet-place compresi.

unodibergamo
13 Febbraio 2020 | 13.49

Esprimo le mie considerazioni sullo scritto di Calep. Per prima cosa, la riunione di lunedì scorso non era partecipata ma a partecipazione “ristretta”, quella partecipata di riunione si è svolta martedì. L’aspettare una qualsiasi comunicazione prima di diffondere il “panico” sarebbe stato esercizio di buonsenso, contrario però alla logica della comunicazione frenetica imposta dai nuovi media e dai social. Amen, chi aspettava un comunicato (tanti o pochi che fossero) sta ancora aspettando e magari ancora aspetterà. Chi ha dato per scontate alcune cose, magari potrà dire “hai visto che ci ho beccato”, magari dovrà cospargersi il capo di cenere. Nella vita solo una cosa è certa per tutti, che piaccia o meno: la morte. Detto questo, esprimo il mio modesto parere su alcuni passaggi dello scritto di Calep (che stimo e rispetto a prescindere) che giudico particolarmente infelici. Il primo: la curva non si fa proprio pesare, men che meno si comporta come i casellanti e/o i benzinai nel periodo ferragostano. Farsi pesare denoterebbe premeditazione, cosa questa lontana anni luce dalla realtà delle cose dei fatti contingenti. Secondo passaggio: non c’è nessun percorso preferenziale tra Zingonia e la componente ultras della tifoseria, insinuare questa cosa denota inesistente conoscenza della storia passata e recente. Se si scrivono certi passaggi è necessario argomentarli con fatti concreti, altrimenti si alimentano teorie campate per aria. Viceversa lo scritto centra alcuni punti in modo corretto (dal mio punto di vista quindi sicuramente opinabile). Uno di questi è giustamente legato al dare alla nostra curva il giusto peso nelle cose e la giusta importanza ed influenza nell'ambito dei risultati della squadra. Il giusto peso appunto, che vale anche quando si sostiene che “ci sia sempre maggiore distanza tra l'attuale Direttivo della Curva e il resto della tifoseria”. Se basiamo questa convinzione di “rottura” su 453 messaggi di cui buona parte scritti dai medesimi utenti (quante persone hanno commentato, 200? Facciamo 300 se diamo 1,5messaggi a persona?). Di fronte ad una curva di 9.000 anime, di fronte ad uno stadio sempre occupato da 19.000 atalantini, 300 persone che commentano sono importanti e sono da tenere in considerazione, ma allo stesso tempo non può sfuggire il fatto che rappresentino lo 0,03% dei tifosi che occupano la curva (e magari molti dei 300 manco vanno in curva) e lo 0,01% degli abituali frequentatori dello stadio. Ecco che il dare il giusto peso deve valere sempre e per tutti, social e internet-place compresi.

Nemesis68
13 Febbraio 2020 | 15.05

Non so se il "non comunicato" tanto atteso e preannunciato dalle "indiscrezioni" girate via whatsapp sulla "pausa" della curva sia stato un'invenzione, se il Direttivo abbia voluto lanciare un sasso in modo informale per capire quali cerchi disegnasse nello stagno dei tifosi dell'Atalanta o se invece ci sia tutt'ora una certa indecisione/incertezza/non concordanza sul da farsi ...

Non so se la paventata "pausa" sia segno di un contrasto/passaggio generazionale in atto, se sia figlia dei soprusi e dell'accanimento delle autorità o se sia (anche) un segnale per la società per la gestione delle trasferte europee ... ho letto di tutto e il contrario di tutto, forse tutte sono concause dello stesso malessere ....

so solo che, come ho scritto ieri "a caldo" appena appresa l'indiscrezione, non condivido nè il modo nè soprattutto il momento e quindi, SPERO che, al di là di ogni imperfezione e di ogni difetto, la Curva e che ne tira le fila voglia mettere l'Atalanta prima di ogni altra cosa, anche di sè stessa, almeno FINO ALLA FINE di questa stagione che potrebbe essere ancora più indimenticabile delle precedenti, remi dalla stessa parte di squadra, società e resto del pubblico.

Se poi ci sono situazioni all'interno da modificare, magari anche un potere/fardello da condividere con altri gruppi, il segnale per chi volesse capire è stato lanciato e ogni cosa può essere discussa e riconsiderata da fine maggio in poi (ovviamente escludo da questo ragionamento l'autorità di pubblca sicurezza, contro la quale eventuali battaglie resto dell'idea che vadano, casomai, combattute in posti diversi dallo stadio).

pierangeloo
13 Febbraio 2020 | 14.53
pierangeloo
13 Febbraio 2020 | 14.54
unodibergamo
13 Febbraio 2020 | 13.49

Esprimo le mie considerazioni sullo scritto di Calep. Per prima cosa, la riunione di lunedì scorso non era partecipata ma a partecipazione “ristretta”, quella partecipata di riunione si è svolta martedì. L’aspettare una qualsiasi comunicazione prima di diffondere il “panico” sarebbe stato esercizio di buonsenso, contrario però alla logica della comunicazione frenetica imposta dai nuovi media e dai social. Amen, chi aspettava un comunicato (tanti o pochi che fossero) sta ancora aspettando e magari ancora aspetterà. Chi ha dato per scontate alcune cose, magari potrà dire “hai visto che ci ho beccato”, magari dovrà cospargersi il capo di cenere. Nella vita solo una cosa è certa per tutti, che piaccia o meno: la morte. Detto questo, esprimo il mio modesto parere su alcuni passaggi dello scritto di Calep (che stimo e rispetto a prescindere) che giudico particolarmente infelici. Il primo: la curva non si fa proprio pesare, men che meno si comporta come i casellanti e/o i benzinai nel periodo ferragostano. Farsi pesare denoterebbe premeditazione, cosa questa lontana anni luce dalla realtà delle cose dei fatti contingenti. Secondo passaggio: non c’è nessun percorso preferenziale tra Zingonia e la componente ultras della tifoseria, insinuare questa cosa denota inesistente conoscenza della storia passata e recente. Se si scrivono certi passaggi è necessario argomentarli con fatti concreti, altrimenti si alimentano teorie campate per aria. Viceversa lo scritto centra alcuni punti in modo corretto (dal mio punto di vista quindi sicuramente opinabile). Uno di questi è giustamente legato al dare alla nostra curva il giusto peso nelle cose e la giusta importanza ed influenza nell'ambito dei risultati della squadra. Il giusto peso appunto, che vale anche quando si sostiene che “ci sia sempre maggiore distanza tra l'attuale Direttivo della Curva e il resto della tifoseria”. Se basiamo questa convinzione di “rottura” su 453 messaggi di cui buona parte scritti dai medesimi utenti (quante persone hanno commentato, 200? Facciamo 300 se diamo 1,5messaggi a persona?). Di fronte ad una curva di 9.000 anime, di fronte ad uno stadio sempre occupato da 19.000 atalantini, 300 persone che commentano sono importanti e sono da tenere in considerazione, ma allo stesso tempo non può sfuggire il fatto che rappresentino lo 0,03% dei tifosi che occupano la curva (e magari molti dei 300 manco vanno in curva) e lo 0,01% degli abituali frequentatori dello stadio. Ecco che il dare il giusto peso deve valere sempre e per tutti, social e internet-place compresi.

Mauri62
13 Febbraio 2020 | 13.09
unodibergamo
13 Febbraio 2020 | 13.49

Esprimo le mie considerazioni sullo scritto di Calep. Per prima cosa, la riunione di lunedì scorso non era partecipata ma a partecipazione “ristretta”, quella partecipata di riunione si è svolta martedì. L’aspettare una qualsiasi comunicazione prima di diffondere il “panico” sarebbe stato esercizio di buonsenso, contrario però alla logica della comunicazione frenetica imposta dai nuovi media e dai social. Amen, chi aspettava un comunicato (tanti o pochi che fossero) sta ancora aspettando e magari ancora aspetterà. Chi ha dato per scontate alcune cose, magari potrà dire “hai visto che ci ho beccato”, magari dovrà cospargersi il capo di cenere. Nella vita solo una cosa è certa per tutti, che piaccia o meno: la morte. Detto questo, esprimo il mio modesto parere su alcuni passaggi dello scritto di Calep (che stimo e rispetto a prescindere) che giudico particolarmente infelici. Il primo: la curva non si fa proprio pesare, men che meno si comporta come i casellanti e/o i benzinai nel periodo ferragostano. Farsi pesare denoterebbe premeditazione, cosa questa lontana anni luce dalla realtà delle cose dei fatti contingenti. Secondo passaggio: non c’è nessun percorso preferenziale tra Zingonia e la componente ultras della tifoseria, insinuare questa cosa denota inesistente conoscenza della storia passata e recente. Se si scrivono certi passaggi è necessario argomentarli con fatti concreti, altrimenti si alimentano teorie campate per aria. Viceversa lo scritto centra alcuni punti in modo corretto (dal mio punto di vista quindi sicuramente opinabile). Uno di questi è giustamente legato al dare alla nostra curva il giusto peso nelle cose e la giusta importanza ed influenza nell'ambito dei risultati della squadra. Il giusto peso appunto, che vale anche quando si sostiene che “ci sia sempre maggiore distanza tra l'attuale Direttivo della Curva e il resto della tifoseria”. Se basiamo questa convinzione di “rottura” su 453 messaggi di cui buona parte scritti dai medesimi utenti (quante persone hanno commentato, 200? Facciamo 300 se diamo 1,5messaggi a persona?). Di fronte ad una curva di 9.000 anime, di fronte ad uno stadio sempre occupato da 19.000 atalantini, 300 persone che commentano sono importanti e sono da tenere in considerazione, ma allo stesso tempo non può sfuggire il fatto che rappresentino lo 0,03% dei tifosi che occupano la curva (e magari molti dei 300 manco vanno in curva) e lo 0,01% degli abituali frequentatori dello stadio. Ecco che il dare il giusto peso deve valere sempre e per tutti, social e internet-place compresi.

thealamo
13 Febbraio 2020 | 13.51
Mauri62
13 Febbraio 2020 | 14.00
unodibergamo
13 Febbraio 2020 | 13.49

Esprimo le mie considerazioni sullo scritto di Calep. Per prima cosa, la riunione di lunedì scorso non era partecipata ma a partecipazione “ristretta”, quella partecipata di riunione si è svolta martedì. L’aspettare una qualsiasi comunicazione prima di diffondere il “panico” sarebbe stato esercizio di buonsenso, contrario però alla logica della comunicazione frenetica imposta dai nuovi media e dai social. Amen, chi aspettava un comunicato (tanti o pochi che fossero) sta ancora aspettando e magari ancora aspetterà. Chi ha dato per scontate alcune cose, magari potrà dire “hai visto che ci ho beccato”, magari dovrà cospargersi il capo di cenere. Nella vita solo una cosa è certa per tutti, che piaccia o meno: la morte. Detto questo, esprimo il mio modesto parere su alcuni passaggi dello scritto di Calep (che stimo e rispetto a prescindere) che giudico particolarmente infelici. Il primo: la curva non si fa proprio pesare, men che meno si comporta come i casellanti e/o i benzinai nel periodo ferragostano. Farsi pesare denoterebbe premeditazione, cosa questa lontana anni luce dalla realtà delle cose dei fatti contingenti. Secondo passaggio: non c’è nessun percorso preferenziale tra Zingonia e la componente ultras della tifoseria, insinuare questa cosa denota inesistente conoscenza della storia passata e recente. Se si scrivono certi passaggi è necessario argomentarli con fatti concreti, altrimenti si alimentano teorie campate per aria. Viceversa lo scritto centra alcuni punti in modo corretto (dal mio punto di vista quindi sicuramente opinabile). Uno di questi è giustamente legato al dare alla nostra curva il giusto peso nelle cose e la giusta importanza ed influenza nell'ambito dei risultati della squadra. Il giusto peso appunto, che vale anche quando si sostiene che “ci sia sempre maggiore distanza tra l'attuale Direttivo della Curva e il resto della tifoseria”. Se basiamo questa convinzione di “rottura” su 453 messaggi di cui buona parte scritti dai medesimi utenti (quante persone hanno commentato, 200? Facciamo 300 se diamo 1,5messaggi a persona?). Di fronte ad una curva di 9.000 anime, di fronte ad uno stadio sempre occupato da 19.000 atalantini, 300 persone che commentano sono importanti e sono da tenere in considerazione, ma allo stesso tempo non può sfuggire il fatto che rappresentino lo 0,03% dei tifosi che occupano la curva (e magari molti dei 300 manco vanno in curva) e lo 0,01% degli abituali frequentatori dello stadio. Ecco che il dare il giusto peso deve valere sempre e per tutti, social e internet-place compresi.

Davor
13 Febbraio 2020 | 13.44
Mauri62
13 Febbraio 2020 | 13.09