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Nemesis68
07 Giugno 2025 | 10.16

Senza entrare ulteriormente nel merito della scelta di Juric in sè, pensavo però che questa scelta una cosa piuttosto importante ce l'ha detta, ovvero che, per fortuna (o purtroppo, a seconda dei punti di vista), sulla parte tecnica decidono ancora a Clusone e non negli States, perchè, al di là delle sbendierate velleità del brand e dell'importanza della policy (addotte, forse anche in modo strumentale) per censurare certe uscite (peraltro oggettivamente improvvide) del Gasp, mi pare evidente che se la scelta del nuovo mister doveva rispettare anche questi criteri, la scelta non sarebbe mai caduta su Juric, ma avrebbe dovuto casomai cadere su un tecnico straniero (per il discorso internazionalizzazione) piuttosto che su Palladino (per il discorso immagine/policy). Se proprio devo quindi trovare un motivo di parziale consolazione, è che l'Atalanta non sembra ancora diventata un "asset" degli americani ma, con tutti i pro e i contro del caso, sembra essere ancora una creatura dei Percassi. Aggrappiamoci almeno a questo, sperando che la conoscenza di Juric dei principi di gioco del Gasp (che quindi non dovrebbe stravolgere totalmente le conoscenze della rosa), la sua fame e la sua voglia di rivalsa dopo le due ultime negative esperienze siano propellente sufficiente a far viaggiare la squadra su livelli "accettabili". Certo, molto dipenderà dal mercato, e spero che, chiunque parta (perchè qualcuno senz'altro lo farà, spero non più di due top players) venga adeguatamente sostituito.

Nemesis68
07 Giugno 2025 | 10.16

Senza entrare ulteriormente nel merito della scelta di Juric in sè, pensavo però che questa scelta una cosa piuttosto importante ce l'ha detta, ovvero che, per fortuna (o purtroppo, a seconda dei punti di vista), sulla parte tecnica decidono ancora a Clusone e non negli States, perchè, al di là delle sbendierate velleità del brand e dell'importanza della policy (addotte, forse anche in modo strumentale) per censurare certe uscite (peraltro oggettivamente improvvide) del Gasp, mi pare evidente che se la scelta del nuovo mister doveva rispettare anche questi criteri, la scelta non sarebbe mai caduta su Juric, ma avrebbe dovuto casomai cadere su un tecnico straniero (per il discorso internazionalizzazione) piuttosto che su Palladino (per il discorso immagine/policy). Se proprio devo quindi trovare un motivo di parziale consolazione, è che l'Atalanta non sembra ancora diventata un "asset" degli americani ma, con tutti i pro e i contro del caso, sembra essere ancora una creatura dei Percassi. Aggrappiamoci almeno a questo, sperando che la conoscenza di Juric dei principi di gioco del Gasp (che quindi non dovrebbe stravolgere totalmente le conoscenze della rosa), la sua fame e la sua voglia di rivalsa dopo le due ultime negative esperienze siano propellente sufficiente a far viaggiare la squadra su livelli "accettabili". Certo, molto dipenderà dal mercato, e spero che, chiunque parta (perchè qualcuno senz'altro lo farà, spero non più di due top players) venga adeguatamente sostituito.

GIOBON
07 Giugno 2025 | 09.50

Negli ultimi anni abbiamo vissuto un’Atalanta straordinaria. La narrazione, giustamente, è sempre ruotata intorno a un nome: Gian Piero Gasperini. “L’Atalanta di Gasperini”, “il miracolo di Gasperini”, “grande Gasperini”. E non c’è dubbio che il Gasp abbia scritto una pagina leggendaria della nostra storia. Ma proprio per questo, oggi, l’arrivo di Juric potrebbe segnare un cambio di paradigma ancora più profondo di quanto sembri. Juric non è un rivoluzionario. Non è uno che arriva per stravolgere. È un allenatore che ha nel suo DNA lo stesso calcio aggressivo, verticale, di pressione, che ha caratterizzato l’Atalanta in questi anni. Ma allora perché cambiare? Perché non continuare con chi ha già vinto e convinto? La risposta, forse, sta in un’idea nuova: rimettere il giocatore al centro. Non più solo interprete del gioco di un maestro, ma artefice del proprio destino. Non più coperto dall’ombra (illuminante, sì, ma pur sempre ombra) di un allenatore ingombrante, bensì responsabile del proprio rendimento. Con Juric, il sistema resta simile — e dunque niente alibi — ma il messaggio è chiaro: ora tocca a te. Se sei diventato grande sotto Gasperini, ora dimostra di esserlo davvero. È un segnale forte alla squadra. Un invito a crescere, maturare, prendersi carico della propria continuità. L’Atalanta non è più solo “di Gasperini”, ma “dei suoi giocatori”. È il momento di dimostrare che non è solo il mister a fare la differenza, ma chi scende in campo. In questo senso, Juric può essere lo specchio in cui la rosa si guarda per riconoscersi leader, non solo pedine. Una scelta coraggiosa, certo. Ma forse è proprio questo il prossimo passo per diventare grandi davvero. Ora più che mai, serve il sostegno di tutti. I mister passano, i cicli cambiano, ma la Dea resta. E con lei restiamo anche noi: pronti a cantare, a spingere, a crederci. Sempre. Forza Atalanta.

GIOBON
07 Giugno 2025 | 09.50

Negli ultimi anni abbiamo vissuto un’Atalanta straordinaria. La narrazione, giustamente, è sempre ruotata intorno a un nome: Gian Piero Gasperini. “L’Atalanta di Gasperini”, “il miracolo di Gasperini”, “grande Gasperini”. E non c’è dubbio che il Gasp abbia scritto una pagina leggendaria della nostra storia. Ma proprio per questo, oggi, l’arrivo di Juric potrebbe segnare un cambio di paradigma ancora più profondo di quanto sembri. Juric non è un rivoluzionario. Non è uno che arriva per stravolgere. È un allenatore che ha nel suo DNA lo stesso calcio aggressivo, verticale, di pressione, che ha caratterizzato l’Atalanta in questi anni. Ma allora perché cambiare? Perché non continuare con chi ha già vinto e convinto? La risposta, forse, sta in un’idea nuova: rimettere il giocatore al centro. Non più solo interprete del gioco di un maestro, ma artefice del proprio destino. Non più coperto dall’ombra (illuminante, sì, ma pur sempre ombra) di un allenatore ingombrante, bensì responsabile del proprio rendimento. Con Juric, il sistema resta simile — e dunque niente alibi — ma il messaggio è chiaro: ora tocca a te. Se sei diventato grande sotto Gasperini, ora dimostra di esserlo davvero. È un segnale forte alla squadra. Un invito a crescere, maturare, prendersi carico della propria continuità. L’Atalanta non è più solo “di Gasperini”, ma “dei suoi giocatori”. È il momento di dimostrare che non è solo il mister a fare la differenza, ma chi scende in campo. In questo senso, Juric può essere lo specchio in cui la rosa si guarda per riconoscersi leader, non solo pedine. Una scelta coraggiosa, certo. Ma forse è proprio questo il prossimo passo per diventare grandi davvero. Ora più che mai, serve il sostegno di tutti. I mister passano, i cicli cambiano, ma la Dea resta. E con lei restiamo anche noi: pronti a cantare, a spingere, a crederci. Sempre. Forza Atalanta.