Ultimi commenti

Florian Geyer
10 Giugno 2025 | 15.06

Vorrei fare un piccolo appunto su un passaggio delle conferenza che mi sembra aver fatto "scalpore".

Il passaggio sulla "squadra" e sul "mercato" è un passaggio, non solo obbligatorio ma anche oggi piuttosto veritiero. 

Ovviamente tutti noi sappiamo che molti dei giocatori che sono qui oggi o sono probabili partenti (Cuadrado, Posch, Ederson, Lookman, ecc) o quantomeno giocatori che dovranno essere valutati (Kosso, Palestra, Laki, Samardzic, Brescianini, ecc), questo sicuramente lo sanno in società e lo sa anche Juric; non lasciatevi abbindolare, il termine "frasi di circostanza" è applicabilissimo anche qui, visto che è confermato da fonti locali e non affidabili che Juric ha già fatto due nomi alla società: Ricci e Gineitis.

 Inoltre penso che, oltre al fatto che la società non ha alcun interesse economico a smantellare (disegno industriale insensato per i Percassi, figuratevi per Pagliuca che vuole solo fare soldi con noi), la società sa bene che questa non è solo l'ultima occasione per Juric ma anche la loro, se il Mister affonda come minimo si porterà dietro D'Amico e anche Luca potrebbe "subire" delle ripercussioni lavorative, credo quindi sia nel loro interesse mettere  disposizione una rosa COMPETITIVA per le posizioni europee, magari non si terranno tutti i big (più di due cessioni sarebbero una follia), magari si dovrà integrare uno o due giovani della U23 (cosa a cui io non solo lo auspico ma quasi pretendo) ma la sostanza non cambia, se esce Lookman, non ci si può presentare con Mounier, se esce Ederson non ci si può presentare con Gineitis.

Il Mister si gioca tutto ma anche la nostra società.

Forza Mister e Forza Atalanta.

PANDACELADA98
10 Giugno 2025 | 15.05
Sim0
10 Giugno 2025 | 14.20
melu87
10 Giugno 2025 | 14.30
Pasodoble
10 Giugno 2025 | 12.56
albisarnico
10 Giugno 2025 | 13.22
Oiggaiv
10 Giugno 2025 | 13.35
Rudenko
10 Giugno 2025 | 13.26
dagliStates
10 Giugno 2025 | 12.16
Astarte
10 Giugno 2025 | 13.18
zizzi1955
10 Giugno 2025 | 11.54
zizzi1955
10 Giugno 2025 | 11.54
MR. Wolf
10 Giugno 2025 | 12.07
SuperSaudati
10 Giugno 2025 | 12.48

...a parte che Solda lo ha indicato solo come uno dei peggiori affari (segnalando che quindi gli altri erano buoni...) ...però sarebbe interessare vedere le plus valenze dell'epoca Sartori.... e quelle successive..... perchè nessun dubbio che i Percassi sono bravissimi a vendere... ma un conto è vendere a 60 quello che hai pagato 14 (Koop)....  un altro è vendere a 17 quello che hai pagato 22 (Boga)....  vendere a 4 quello che hai pagato 20 (appunto Musso...chiaro che ci sono gli ammortamenti ma c'erano anche nel primo Koop-caso..) ... o regalare a ZERO (ammesso di riuscirci anche così) 2 zavorre pagate 10 M l'una (God e Soppy...!!) !!!   .....è innegabile che con l'alzarsi delle asticelle e quindi degli ingaggi... diventa ancora più elevato (e soprattutto pesante) il rischio errori...   (e questi errori possono essere una delle cause della -ad ora solo temuta- eventuale decrescita...) io resto dell'idea e non me la toglierà nessuno... che perdere Sartori è stato un errore... vero si è vinta la EL senza di lui... ma molti meriti erano anche suoi per la costruzione del blocco della squadra...   A volte è inevitabile e anche auspicabile un ricambio.... e siamo d'accordo che siamo una realtà medio-piccola che non puo' tenere tutti...  ma secondo me ... sia con Sartori finito a Bologna che con Gasp ora alla Lupacchiotta spellacchiata... si poteva trovare il modo di continuare...  quando becchi dei fuoriclasse (dato che in giro che ne sono ovviamente pochissimi..) devi fare di tutto e anche di più per tenerli....

bna75
10 Giugno 2025 | 10.35
GreteLuna
10 Giugno 2025 | 12.46
dagliStates
10 Giugno 2025 | 12.16
robygdm
10 Giugno 2025 | 12.42
dagliStates
10 Giugno 2025 | 12.16
dagliStates
10 Giugno 2025 | 12.16
Oiggaiv
10 Giugno 2025 | 11.28
Magnocavallo vive a Lovere
10 Giugno 2025 | 11.25
TREINEROBLU
10 Giugno 2025 | 10.59
Pasodoble
10 Giugno 2025 | 10.10
Ludvik_van
10 Giugno 2025 | 10.09
Oiggaiv
10 Giugno 2025 | 09.42
albisarnico
10 Giugno 2025 | 09.05
Jason80
10 Giugno 2025 | 08.34
TrueYou
10 Giugno 2025 | 09.40
pippi74
10 Giugno 2025 | 09.39
Francisco d Anconia
10 Giugno 2025 | 08.38

La tecnologia non si può cacciare dalla porta, perché rientra dalla finestra, e per fortuna aggiungo: avere più informazioni è sempre meglio che averne meno, a patto di saperle leggere, altrimenti si rischia l’immobilità o l’errore. Non so se Gasperini fosse davvero refrattario a questo tipo di approccio, ma in ogni caso, lui e tutti gli altri dovranno ormai farci i conti. Questo aumenta le possibilità, ma anche le difficoltà: oggigiorno, in tutti i campi, per prendere una decisione dobbiamo tenere sotto controllo tanti parametri che non sempre puntano tutti nella stessa direzione. Da qui nasce la necessità di essere preparati e capaci di scegliere con criterio.

La difficoltà maggiore sta forse nel divario tra due atteggiamenti: da una parte chi si pone davanti alla scienza come un mero esecutore: “ditemi cosa dice la macchina e io lo faccio”, dall’altra chi capisce che estro, genio e creatività sono dimensioni che difficilmente “piacciono” a un algoritmo ma di cui bisogna tenere conto (pensiamo, per esempio, a un calciatore come Ilicic, capace di inventare giocate imprevedibili che nessun dato o statistica avrebbe mai potuto prevedere). Proprio per questo motivo serve un equilibrio nuovo: non il rifiuto del dato, ma la capacità umana di interpretarlo e decidere.

Ci sono quindi due rischi, e non mi riferisco solo al calcio: il primo è che nel nome dell’efficienza si dimentichi l’intuizione e l’esperienza. Il secondo è che affidarsi troppo alla macchina può portarci a deresponsabilizzarci, a perdere la nostra capacità di decidere consapevolmente, come se il semplice fatto di seguire una raccomandazione algoritmica potesse sollevarci dalla responsabilità delle nostre scelte.

Gustavsson
10 Giugno 2025 | 08.57
ronny52
10 Giugno 2025 | 07.17
TobyNeroblu
10 Giugno 2025 | 08.57
Francisco d Anconia
10 Giugno 2025 | 08.38

La tecnologia non si può cacciare dalla porta, perché rientra dalla finestra, e per fortuna aggiungo: avere più informazioni è sempre meglio che averne meno, a patto di saperle leggere, altrimenti si rischia l’immobilità o l’errore. Non so se Gasperini fosse davvero refrattario a questo tipo di approccio, ma in ogni caso, lui e tutti gli altri dovranno ormai farci i conti. Questo aumenta le possibilità, ma anche le difficoltà: oggigiorno, in tutti i campi, per prendere una decisione dobbiamo tenere sotto controllo tanti parametri che non sempre puntano tutti nella stessa direzione. Da qui nasce la necessità di essere preparati e capaci di scegliere con criterio.

La difficoltà maggiore sta forse nel divario tra due atteggiamenti: da una parte chi si pone davanti alla scienza come un mero esecutore: “ditemi cosa dice la macchina e io lo faccio”, dall’altra chi capisce che estro, genio e creatività sono dimensioni che difficilmente “piacciono” a un algoritmo ma di cui bisogna tenere conto (pensiamo, per esempio, a un calciatore come Ilicic, capace di inventare giocate imprevedibili che nessun dato o statistica avrebbe mai potuto prevedere). Proprio per questo motivo serve un equilibrio nuovo: non il rifiuto del dato, ma la capacità umana di interpretarlo e decidere.

Ci sono quindi due rischi, e non mi riferisco solo al calcio: il primo è che nel nome dell’efficienza si dimentichi l’intuizione e l’esperienza. Il secondo è che affidarsi troppo alla macchina può portarci a deresponsabilizzarci, a perdere la nostra capacità di decidere consapevolmente, come se il semplice fatto di seguire una raccomandazione algoritmica potesse sollevarci dalla responsabilità delle nostre scelte.

Francisco d Anconia
10 Giugno 2025 | 08.38

La tecnologia non si può cacciare dalla porta, perché rientra dalla finestra, e per fortuna aggiungo: avere più informazioni è sempre meglio che averne meno, a patto di saperle leggere, altrimenti si rischia l’immobilità o l’errore. Non so se Gasperini fosse davvero refrattario a questo tipo di approccio, ma in ogni caso, lui e tutti gli altri dovranno ormai farci i conti. Questo aumenta le possibilità, ma anche le difficoltà: oggigiorno, in tutti i campi, per prendere una decisione dobbiamo tenere sotto controllo tanti parametri che non sempre puntano tutti nella stessa direzione. Da qui nasce la necessità di essere preparati e capaci di scegliere con criterio.

La difficoltà maggiore sta forse nel divario tra due atteggiamenti: da una parte chi si pone davanti alla scienza come un mero esecutore: “ditemi cosa dice la macchina e io lo faccio”, dall’altra chi capisce che estro, genio e creatività sono dimensioni che difficilmente “piacciono” a un algoritmo ma di cui bisogna tenere conto (pensiamo, per esempio, a un calciatore come Ilicic, capace di inventare giocate imprevedibili che nessun dato o statistica avrebbe mai potuto prevedere). Proprio per questo motivo serve un equilibrio nuovo: non il rifiuto del dato, ma la capacità umana di interpretarlo e decidere.

Ci sono quindi due rischi, e non mi riferisco solo al calcio: il primo è che nel nome dell’efficienza si dimentichi l’intuizione e l’esperienza. Il secondo è che affidarsi troppo alla macchina può portarci a deresponsabilizzarci, a perdere la nostra capacità di decidere consapevolmente, come se il semplice fatto di seguire una raccomandazione algoritmica potesse sollevarci dalla responsabilità delle nostre scelte.