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farabundo
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Paramo
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BSoares
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ReMo
27 Giugno 2020 | 14.48
Spicca tra il pattume , lanciato a larghe mani dall'addetto Rodolfo, un indiscutibile stato di fatto: non molti anni or sono, l'Atalanta era una piccola squadra, con budget limitato, che non faceva sfracelli sul campo e campava compricchiando e rivendendo, a cifre modiche, le proprie pedine. La filosofia imperversante a Bergamo era il bilancio in ordine e la permanenza , beninteso, riuscendoci, nella massima serie calcistica. Visione restrittiva, tipicamente provinciale, visto che non ci sarebbe mai stata concessa la possibilità di indebitamento, magari sanabile spalmandolo su un periodo di vent'anni. Il nostro estensore, forse per l'afflizione di un irato, pernicioso sconforto, non ha mai considerato che l'ingegno, l'applicazione e la volontà di crescere, sono il motore delle umane attività. A Bergamo, la società sportiva viene gestita da una famiglia che ha creato un impero economico, con la propria capace alacrità ed, anche sul piano sportivo, ha programmato , con meticolose ricerche, il materiale umano, atto a fornire, oltre al proprio miglioramento personale, l'opportunità di gestire, al meglio, ogni incombente dell'attività sportiva. Non volendo adire vie traverse, atte a facilitare, con strane modalità, la conduzione sportiva, si è rinunciato ad ammorbidire od oliare qualsivoglia ingranaggio, prendendo, sulle proprie spalle pesi e rischi, speso acuiti da scorretti atteggiamenti vessatori esterni. Le necessità, oltre a farsi nostre virtù, acuiscono l'acume, che in società ha uno spessore dirompente, sempre ancorato alla corretta conduzione ed al miglioramento del proprio stato, sia dal punto di vista manageriale, sportivo ed economico. E' tristissimo, per competitors di alto (?) livello, vedersi superare sotto plurimi aspetti, specialmente da una 'piccola', ma resta pur sempre valido, il criterio che premia chi meglio opera, metropolitana o provinciale che sia. Queste, in breve, le ragioni che destabilizzano i suoi pensieri, mandandole a fumo le meningi, ma non posso farci niente, se non rinnovarle l'invito ad essere sereno. Come lo siamo noi bergamaschi, che tra gli applausi dell'inclito ed i pernacchi del volgo, abbiamo trasformato il nostro modo di giocare al calcio. Sempre più ammirato, ormai a livello planetario.