Ultimi commenti

SergiodeBrusa
19 Aprile 2020 | 19.53

Complimenti ragazzo avete già detto tutto voi su ciò che significa l Atalantinità.

Vero quello che dice mapi-ba e cioè che l Atalanta da noi è amata come se fosse una figlia e come una figlia ci può dare  delusioni , soddisfazioni a volte ci farà arrabbiare ma non smetteremo mai di amarla .

Vero quello che afferma GNKY e cioè che per la Dea si disposti a fare qualsiasi cosa anche a percorrere 400 km , cose che neanche per una donna. ...

Vero anche ciò che scrive oscar  ,l Atalanta è  trasversale :

ho amici atalantini di destra e  di sinistra , proletari e  borghesi ,atei e credenti ,bergamaschi e non ,giovani e anziani .

Esiste qualcuno o qualcosa che possa unire pensieri politici  ,ceti sociali e  stili di vita tanto diversi ?

Personalmente poi non ho nemmeno avuto bisogno che qualcuno mi tramandasse la passione .Genitori a cui il calcio non piaceva , nessun atalantino tra zii e cugini,  nessun compagno di classe all epoca tifoso della Dea , eppure da quando ho iniziato a seguire il calcio l attrazione per questi colori è stata fortissima. 

Prima presenza allo stadio grazie ad un vicino di casa mezzo cieco a cui Dio solo sa come avevano fatto a rinnovare la patente , ogni viaggio con lui era un rischio per l incolumità. 

Poi ho iniziato ad andarci in treno  e bus di linea e successivamente in motorino. 

Ho incontrato diversi amici grazie all Atalanta e non mi vergogno a scrivere che se non fosse esistita  la Dea la mia vita sarebbe stata più vuota e triste .

mmfa
19 Aprile 2020 | 14.06

A differenza di molti non ho "ereditato" l'atalantinità, infatti a mio padre è in famiglia del calcio non importava nulla. 
Ho iniziato a seguire il calcio e l'Atalanta quando era in C, non avevo ancora compiuto 8 anni. Essendo nato a Bergamo  e sentendomi bergamasco mi sembrava assurdo dover tifare per una squadra in cui non mi potessi identificare solo perché magari vinceva più spesso. Lo trovavo e lo trovo tutt'ora innaturale anche se rispetto le scelte di tutti. 
in effetti non tifo solo Atalanta, ma ogni sportivo bergamasco o club bergamasco in qualsiasi sport...

il difficile è stato vivere l'atalantinità crescendo lontano da Bergamo essendoci trasferiti in un'altra regione e anche se ci sono stati anni di gloria con Mondonico & c, la "trincea" intellettuale che un bergamasco solo prova nel tifare la propria squadra che ai tempi non era poi così rispettata e simpatica come ora, era una fatica estrema. 
inoltre il fato oltre avermi dato natali bergamaschi mi ha fatto nascere il 17 ottobre che è il "compleanno" anche della nostra società più amata, quindi per me il legame interiore è più forte. Perché l'atalantinità è una comunione di esperienze vissute in gruppo, per chi ha la fortuna di vivere a Bergamo, ma se vivi tutta la vita altrove e ti senti bergamasco ed atalantino, allora la vivi da lupo solitario anche se qualche partita sia in casa che in trasferta sono riuscito ad andare a vederla e stare nello stesso stadio con chi condivide l'amore per la tua città e per quei colori è un sentirsi accettato e non solo. Sono stanco contento di aver scoperto il sito di atalantini.com perché vivere la passione da solo è un pò un deserto, mi piace leggere le emozioni di chi è bergamasco in bergamasco (quando capita), ma anche di chi è solo atalantino per attrazione pur non avendo legami con la nostra terra. Tifosi e sportivi caldissimi con una generosità grande e discreta, non mollano perché in quella città e in quelle valli l'unione fa la forza soprattutto nei momenti bui e non sentirsi soli è già un modo per superare le difficoltà.

crazyhorse200
19 Aprile 2020 | 19.04
Oscar1962
19 Aprile 2020 | 16.49

Oggi è facile essere Atalantini. 

Bergamo ha a meno di 50 km Inter e Milan, a 180 la Juventus, la squadra con più tifosi in Italia.

Da bambino scegliere l'Atalanta significa parteggiare per quello più debole e sfigato quando la scelta facile ce l'avevi fuori dall'uscio di casa.

E quanta sofferenza abbiamo ingoiato, quanti giocatori di cui ti innamoravi li vedevi partire come una bella fidanzata appena conquistata che se ne partiva insieme a quello col macchinone senza neppure girarsi a farti ciao con la manina. E quante partite perse male e retrocessioni.

Crescere Atalantino significa crescere con la scorza dura, che la tua passione viene messa sempre alla prova, sempre con il timore che prima di domani qualcosa ti faccia rientrare tra i ranghi ritenuti tuoi consoni.

Essere Atalantino significa apprezzare l'umiltà così insita in tanti dei nostri lavori bergamaschi, che noi non siamo mai stati amanti degli sboroni e dei chiacchieroni. Mentalità la nostra pragmatica al limite della sottovalutazione di noi stessi. Direi che abbiamo una mentalità quasi calvinista.

L'Atalanta è il nostro vessillo da mostrare al mondo. È Noi.

L'Atalanta sono tutti quelli che vedi allo stadio da tanti anni che saluti con un cenno della testa nel riconoscersi a vicenda. Una famiglia allargata.

E ora girando per l'Europa ritrovi quegli stessi compagni di ogni estrazione sociale ma con la stessa identica fiamma nel portare quei colori di un piccolo Davide alla sfida di tanti Golia con la nostra tipica testa dura.

La favola ed il sogno di sempre di chi stando indietro riesce a finire tra i primi della fila grazie a impegno e perseveranza. Un quadro di vita.

Un quadro da Dea.

Musa
19 Aprile 2020 | 17.04
Oscar1962
19 Aprile 2020 | 16.49

Oggi è facile essere Atalantini. 

Bergamo ha a meno di 50 km Inter e Milan, a 180 la Juventus, la squadra con più tifosi in Italia.

Da bambino scegliere l'Atalanta significa parteggiare per quello più debole e sfigato quando la scelta facile ce l'avevi fuori dall'uscio di casa.

E quanta sofferenza abbiamo ingoiato, quanti giocatori di cui ti innamoravi li vedevi partire come una bella fidanzata appena conquistata che se ne partiva insieme a quello col macchinone senza neppure girarsi a farti ciao con la manina. E quante partite perse male e retrocessioni.

Crescere Atalantino significa crescere con la scorza dura, che la tua passione viene messa sempre alla prova, sempre con il timore che prima di domani qualcosa ti faccia rientrare tra i ranghi ritenuti tuoi consoni.

Essere Atalantino significa apprezzare l'umiltà così insita in tanti dei nostri lavori bergamaschi, che noi non siamo mai stati amanti degli sboroni e dei chiacchieroni. Mentalità la nostra pragmatica al limite della sottovalutazione di noi stessi. Direi che abbiamo una mentalità quasi calvinista.

L'Atalanta è il nostro vessillo da mostrare al mondo. È Noi.

L'Atalanta sono tutti quelli che vedi allo stadio da tanti anni che saluti con un cenno della testa nel riconoscersi a vicenda. Una famiglia allargata.

E ora girando per l'Europa ritrovi quegli stessi compagni di ogni estrazione sociale ma con la stessa identica fiamma nel portare quei colori di un piccolo Davide alla sfida di tanti Golia con la nostra tipica testa dura.

La favola ed il sogno di sempre di chi stando indietro riesce a finire tra i primi della fila grazie a impegno e perseveranza. Un quadro di vita.

Un quadro da Dea.

Oscar1962
19 Aprile 2020 | 16.50
Oscar1962
19 Aprile 2020 | 16.49

Oggi è facile essere Atalantini. 

Bergamo ha a meno di 50 km Inter e Milan, a 180 la Juventus, la squadra con più tifosi in Italia.

Da bambino scegliere l'Atalanta significa parteggiare per quello più debole e sfigato quando la scelta facile ce l'avevi fuori dall'uscio di casa.

E quanta sofferenza abbiamo ingoiato, quanti giocatori di cui ti innamoravi li vedevi partire come una bella fidanzata appena conquistata che se ne partiva insieme a quello col macchinone senza neppure girarsi a farti ciao con la manina. E quante partite perse male e retrocessioni.

Crescere Atalantino significa crescere con la scorza dura, che la tua passione viene messa sempre alla prova, sempre con il timore che prima di domani qualcosa ti faccia rientrare tra i ranghi ritenuti tuoi consoni.

Essere Atalantino significa apprezzare l'umiltà così insita in tanti dei nostri lavori bergamaschi, che noi non siamo mai stati amanti degli sboroni e dei chiacchieroni. Mentalità la nostra pragmatica al limite della sottovalutazione di noi stessi. Direi che abbiamo una mentalità quasi calvinista.

L'Atalanta è il nostro vessillo da mostrare al mondo. È Noi.

L'Atalanta sono tutti quelli che vedi allo stadio da tanti anni che saluti con un cenno della testa nel riconoscersi a vicenda. Una famiglia allargata.

E ora girando per l'Europa ritrovi quegli stessi compagni di ogni estrazione sociale ma con la stessa identica fiamma nel portare quei colori di un piccolo Davide alla sfida di tanti Golia con la nostra tipica testa dura.

La favola ed il sogno di sempre di chi stando indietro riesce a finire tra i primi della fila grazie a impegno e perseveranza. Un quadro di vita.

Un quadro da Dea.

Mapi-BA
19 Aprile 2020 | 16.03

Ciao Lucas.

Atalantinitá! Che bel neologismo. Meglio di Atalantinite, che mi ero coniata io ma che dá più di malattia....

Oggi sono due mesi da quel 19 febbraio a San Siro che resterà sempre nel mio cuore come uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Anche perché raramente posso andare allo stadio vivendo in una città del sud, a centinaia di chilometri da Bergamo. Ed è proprio di questa "atalantinitá" profuga che vorrei raccontarti.

Sono nata a Bergamo ma l'ho lasciata quando avevo due anni e per il lavoro di mio padre ho cambiato frequentemente città. Però i miei genitori, accanitamente bergamaschi, mi hanno trasmesso un amore viscerale per Bergamo, un amore che non mi ha mai abbandonato. E questo per me è un primo punto. Non ho mai trovato in nessuna delle città in cui ho abitato un legame così radicale e incondizionato con la propria città come nei bergamaschi. E tutt'uno con questo amore la passione per l'Atalanta. Lontana da Bergamo sono cresciuta a pane e Atalanta, passione che condivido con i miei fratelli, anche loro "profughi" come me.

L'attaccamento all'Atalanta è incondizionato, come a un figlio che ami qualunque cosa faccia. Anche se sta in serie B.

Mi ha colpito un paragone. Come ben sai abbiamo recentemente rifilato un cinque a zero al Milan, giusto per parlare di un'altra squadra lombarda. Le reazioni dei tifosi milanisti sono state terribili, contro la loro squadra. Mi sono ricordata dell'Inter Atalanta del 2017, persa dall'Atalanta per 7 a 1. In quella occasione i tifosi atalantini sono andati ad accogliere con il calore di sempre la squadra rientrante dalla trasferta. Si nota la differenza?

Ero comunque convinta, anche per la mia storia, che l'atalantinitá fosse una questione etnica, di nascita. Un po' come essere ebrei. Ebreo ci nasci, non lo diventi.

Però ho dovuto ricredermi. Recentemente ho lanciato su questo Forum un appello per scovare atalantini senza origini bergamasche  e con mia grande sorpresa ne sono venuti fuori tanti, da tutta Italia.... L'atalantinitá si sta diffondendo...perché, come ha detto la Fifa, l'Atalanta "è una delle squadre più belle a vedersi in Europa"! E io ne vado follemente orgogliosa.

Buon lavoro Lucas!

 

 

ReMo
19 Aprile 2020 | 16.41
Mapi-BA
19 Aprile 2020 | 16.03

Ciao Lucas.

Atalantinitá! Che bel neologismo. Meglio di Atalantinite, che mi ero coniata io ma che dá più di malattia....

Oggi sono due mesi da quel 19 febbraio a San Siro che resterà sempre nel mio cuore come uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Anche perché raramente posso andare allo stadio vivendo in una città del sud, a centinaia di chilometri da Bergamo. Ed è proprio di questa "atalantinitá" profuga che vorrei raccontarti.

Sono nata a Bergamo ma l'ho lasciata quando avevo due anni e per il lavoro di mio padre ho cambiato frequentemente città. Però i miei genitori, accanitamente bergamaschi, mi hanno trasmesso un amore viscerale per Bergamo, un amore che non mi ha mai abbandonato. E questo per me è un primo punto. Non ho mai trovato in nessuna delle città in cui ho abitato un legame così radicale e incondizionato con la propria città come nei bergamaschi. E tutt'uno con questo amore la passione per l'Atalanta. Lontana da Bergamo sono cresciuta a pane e Atalanta, passione che condivido con i miei fratelli, anche loro "profughi" come me.

L'attaccamento all'Atalanta è incondizionato, come a un figlio che ami qualunque cosa faccia. Anche se sta in serie B.

Mi ha colpito un paragone. Come ben sai abbiamo recentemente rifilato un cinque a zero al Milan, giusto per parlare di un'altra squadra lombarda. Le reazioni dei tifosi milanisti sono state terribili, contro la loro squadra. Mi sono ricordata dell'Inter Atalanta del 2017, persa dall'Atalanta per 7 a 1. In quella occasione i tifosi atalantini sono andati ad accogliere con il calore di sempre la squadra rientrante dalla trasferta. Si nota la differenza?

Ero comunque convinta, anche per la mia storia, che l'atalantinitá fosse una questione etnica, di nascita. Un po' come essere ebrei. Ebreo ci nasci, non lo diventi.

Però ho dovuto ricredermi. Recentemente ho lanciato su questo Forum un appello per scovare atalantini senza origini bergamasche  e con mia grande sorpresa ne sono venuti fuori tanti, da tutta Italia.... L'atalantinitá si sta diffondendo...perché, come ha detto la Fifa, l'Atalanta "è una delle squadre più belle a vedersi in Europa"! E io ne vado follemente orgogliosa.

Buon lavoro Lucas!

 

 

Magnocavallo vive a Lovere
19 Aprile 2020 | 14.32
mmfa
19 Aprile 2020 | 14.06

A differenza di molti non ho "ereditato" l'atalantinità, infatti a mio padre è in famiglia del calcio non importava nulla. 
Ho iniziato a seguire il calcio e l'Atalanta quando era in C, non avevo ancora compiuto 8 anni. Essendo nato a Bergamo  e sentendomi bergamasco mi sembrava assurdo dover tifare per una squadra in cui non mi potessi identificare solo perché magari vinceva più spesso. Lo trovavo e lo trovo tutt'ora innaturale anche se rispetto le scelte di tutti. 
in effetti non tifo solo Atalanta, ma ogni sportivo bergamasco o club bergamasco in qualsiasi sport...

il difficile è stato vivere l'atalantinità crescendo lontano da Bergamo essendoci trasferiti in un'altra regione e anche se ci sono stati anni di gloria con Mondonico & c, la "trincea" intellettuale che un bergamasco solo prova nel tifare la propria squadra che ai tempi non era poi così rispettata e simpatica come ora, era una fatica estrema. 
inoltre il fato oltre avermi dato natali bergamaschi mi ha fatto nascere il 17 ottobre che è il "compleanno" anche della nostra società più amata, quindi per me il legame interiore è più forte. Perché l'atalantinità è una comunione di esperienze vissute in gruppo, per chi ha la fortuna di vivere a Bergamo, ma se vivi tutta la vita altrove e ti senti bergamasco ed atalantino, allora la vivi da lupo solitario anche se qualche partita sia in casa che in trasferta sono riuscito ad andare a vederla e stare nello stesso stadio con chi condivide l'amore per la tua città e per quei colori è un sentirsi accettato e non solo. Sono stanco contento di aver scoperto il sito di atalantini.com perché vivere la passione da solo è un pò un deserto, mi piace leggere le emozioni di chi è bergamasco in bergamasco (quando capita), ma anche di chi è solo atalantino per attrazione pur non avendo legami con la nostra terra. Tifosi e sportivi caldissimi con una generosità grande e discreta, non mollano perché in quella città e in quelle valli l'unione fa la forza soprattutto nei momenti bui e non sentirsi soli è già un modo per superare le difficoltà.

mmfa
19 Aprile 2020 | 14.06

A differenza di molti non ho "ereditato" l'atalantinità, infatti a mio padre è in famiglia del calcio non importava nulla. 
Ho iniziato a seguire il calcio e l'Atalanta quando era in C, non avevo ancora compiuto 8 anni. Essendo nato a Bergamo  e sentendomi bergamasco mi sembrava assurdo dover tifare per una squadra in cui non mi potessi identificare solo perché magari vinceva più spesso. Lo trovavo e lo trovo tutt'ora innaturale anche se rispetto le scelte di tutti. 
in effetti non tifo solo Atalanta, ma ogni sportivo bergamasco o club bergamasco in qualsiasi sport...

il difficile è stato vivere l'atalantinità crescendo lontano da Bergamo essendoci trasferiti in un'altra regione e anche se ci sono stati anni di gloria con Mondonico & c, la "trincea" intellettuale che un bergamasco solo prova nel tifare la propria squadra che ai tempi non era poi così rispettata e simpatica come ora, era una fatica estrema. 
inoltre il fato oltre avermi dato natali bergamaschi mi ha fatto nascere il 17 ottobre che è il "compleanno" anche della nostra società più amata, quindi per me il legame interiore è più forte. Perché l'atalantinità è una comunione di esperienze vissute in gruppo, per chi ha la fortuna di vivere a Bergamo, ma se vivi tutta la vita altrove e ti senti bergamasco ed atalantino, allora la vivi da lupo solitario anche se qualche partita sia in casa che in trasferta sono riuscito ad andare a vederla e stare nello stesso stadio con chi condivide l'amore per la tua città e per quei colori è un sentirsi accettato e non solo. Sono stanco contento di aver scoperto il sito di atalantini.com perché vivere la passione da solo è un pò un deserto, mi piace leggere le emozioni di chi è bergamasco in bergamasco (quando capita), ma anche di chi è solo atalantino per attrazione pur non avendo legami con la nostra terra. Tifosi e sportivi caldissimi con una generosità grande e discreta, non mollano perché in quella città e in quelle valli l'unione fa la forza soprattutto nei momenti bui e non sentirsi soli è già un modo per superare le difficoltà.