Ultimi commenti

paolo_trei
18 Settembre 2025 | 14.35

Partiamo da un concetto base: dopo una disfatta come ieri mi sento ancora più visceralmente legato a questi colori. Perché è facile essere atalantino fino al midollo quando tutto va alla perfezione, più difficile è esserci quando sei in (grande) difficoltà.

Detto questo però qualche domanda su Juric inizio a farmela. Perché ci sta perdere, ci sta prendere imbarcate, non ci sta scendere in campo rassegnati. Continuò a non vedere più nella mia squadra quella determinazione che ci aveva dato il Gasp. Dove è la ferocia? Dopo un’umiliazione del genere non si può sentire una conferenza stampa come quella di ieri sera.

La fisicità. Questa squadra è sempre stata dominante dal punto di vista fisico in Italia e a livello della fisicità europea. In queste partite non facciamo la differenza, subiamo tantissimo anche sotto l’aspetto fisico. Non aggrediamo più. Possibile che un branco di lupi abbia perso la sua aggressività?

E poi mi domando fino a quando dovremo aspettare gente come Maldini e Samarzic. Saranno anche giocatori di prospettiva, ma non possiamo buttare via partite su partite ad aspettare che si sentano valorizzati per dispensarci il loro talento. In società qualcuno si è dato una scadenza?

Nessun dramma, perdere col PSG ci sta, soprattutto date le assenze che avevamo. Però voglio tornare a vedere l’Atalanta cattiva e determinata. Lasciamo lavorare il mister, ma chiariamogli bene cosa c’è nel DNA della squadra, dato che la scelta dopo l’addio del Gasp è stata la continuità. E se certi giocatori non hanno le caratteristiche per fare un gioco fisico e aggressivo, prendiamone le dovute conseguenze.

PS: io per non svalutare ulteriormente gli investimenti, Sama e Maldini li manderei in prestito

beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

Lilibet
18 Settembre 2025 | 14.15
kiko07
18 Settembre 2025 | 13.31
kiko07
18 Settembre 2025 | 14.13
romy67
18 Settembre 2025 | 13.54
unodibergamo
18 Settembre 2025 | 13.20
beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

Gosmatla
18 Settembre 2025 | 13.49
MiticoCorbani
18 Settembre 2025 | 13.46
EMANUELE-B
18 Settembre 2025 | 13.46
farabundo
18 Settembre 2025 | 13.41
atalantandrea
18 Settembre 2025 | 12.55
AfricaUnited1907
18 Settembre 2025 | 13.41
assocuori
18 Settembre 2025 | 13.41
beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

billyguari
18 Settembre 2025 | 13.34
Bambo20
18 Settembre 2025 | 13.02
beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

giuliano70
18 Settembre 2025 | 13.16
FEDELISSIMI
18 Settembre 2025 | 13.03
romy67
18 Settembre 2025 | 13.10
beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

beernez3
18 Settembre 2025 | 12.42

Una delle cose che più mi ha infastidito ieri non è stata nemmeno la partita in sé, ma l’intervista preparata di Luca Percassi. Questa narrazione fiabesca, questo racconto zuccherato che puntualmente ci viene propinato prima di ogni match di Champions, poteva anche avere un senso nel 2019/20, quando eravamo al nostro battesimo europeo e vivevamo quel sogno con gli occhi di chi si affaccia per la prima volta a un mondo nuovo. Ma oggi, sinceramente, basta. Siamo diventati una realtà europea, per Dio. Abbiamo vinto, abbiamo portato a casa un’Europa League, ci siamo seduti al tavolo dei grandi. Non siamo più un Lecce o un Cagliari qualsiasi da mandare al macello con il sorriso di chi si accontenta: pretendiamo di essere rispettati e di rispettarci, a partire dalla società. Serve orgoglio, serve autostima, servono attributi. Perché i dati sono lì, sotto gli occhi di tutti: abbiamo un potere di acquisto che in Italia possono permettersi solo Juventus, Napoli e, oggi, il Como. Siamo tra le pochissime realtà del nostro campionato che possono muovere mercati da 100 milioni. E allora qualcuno, all’interno della società, deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità non solo di un mercato indecente, ma anche della scelta scellerata di affidare la panchina a Juric. Continuare a rifugiarsi nella favoletta dell’“Atalanta sorpresa”, della “piccola provinciale che sogna”, non solo è fuori tempo massimo: è un insulto al cammino fatto e alla dignità che ci siamo conquistati sul campo. La grandezza non si misura più soltanto nel risultato, ma nella consapevolezza di esserlo. E l’Atalanta, oggi, grande lo è. Tocca a chi la guida esserne all’altezza.

Kejo
18 Settembre 2025 | 12.34
PAULINHO
18 Settembre 2025 | 11.40
SudatoDinverno
18 Settembre 2025 | 12.33

Più che altro: si è capito che abbiamo giocato male, che non c’è stata minimamente partita , che il divario è stato molto ampio, che la formazione era del tutto sperimentale e senza velleità di risultato. 


Questo è appurato e dopo averlo ribadito 6884356, per il bene della squadra e dell’ambiente, sarebbe auspicabile poter riflettere circa eventuali possibilità di rimedio o approcci da adottare per migliorare e scongiurare future prestazioni analoghe in futuro. 

Certamente non è compito nostro, ma - anche per il bene del forum - sarebbe più utile parlare di questo rispetto alla possibilità di trasformarlo nel muro del pianto. 

Ad esempio, io mi domando: bisogna ancora insistere con Maldini e dargli il tempo per vederlo esplodere o, al contrario, ha avuto sin troppe occasioni ed è meglio panchinarlo fino a quando non sembrerà maggiormente motivato? 

- Potremmo azzardare dando molto più spazio ad ahanor e Bernasconi? 

- Non è meglio provare almeno una mezz’ora Zalewski nel tridente? 

- Samardzic, un po’ come dicono gli esperti circa i serbi, ha bisogno di sentire la fiducia e di partire titolare per rendere? 

- De Roon in queste partite dove gli avversari vanno al doppio, é la scelta ideale? 

- non trovate che la nostra difesa sia troppo troppo lenta (a parte kossonou) e che troppo spesso soffriamo i lanci in profondità? 

Sono solo spunti e potrebbero dare un senso alle critiche perché sarebbero propedeutiche all’analisi ed alla comprensione di quello che è stato e che potrà essere

marcodea61bg
18 Settembre 2025 | 12.18

Prendo spunto da alcuni concetti espressi da Otis. Parla di "abisso" ed è vero ci hanno surclassato ma penso che quest'anno in Europa sarà sempre così: soffriamo le squadre con giocatori veloci (e in Europa ce ne sono tante), contro giocatori veloci Hien, Djmsiti, De Roon, Scalvini ecc. vanno in difficoltà. Era successo con il Bruges ma la società non ha acquistato giocatori adatti: in difesa un diciassettenne (a me è piaciuto spero che domenica Juric gli dia una chance) a centrocampo un altro fisicato quando serviva un giocatore tecnico e veloce. Otis critica la formazione però anche Gasp a volte ha schierato formazioni improponibili per poi costruire i successi, spero Juric faccia altrettanto: ieri Carnesecchi e Kossonou ok, Anhor, Bernasconi, Bellanova, CDK, Pasalic hanno fatto vedere che contro avversari più "giocabili" possono competere. Per finire critica "la capacità offensiva minima": analizziamo i giocatori che la società gli ha messo a disposizione: Maldini e Sulemana secondo me avrebbero difficoltà a giocare titolari in qualsiasi squadra di serie A, Krstovic si impegna ma in 4 partite non solo non ha segnato ma neanche impegnato seriamente il portiere avversario e qualità poca, Lookman a oggi è stato gestito male: in rosa, pagato e non gioca è autolesionismo, Scamacca è l'unico che può dare qualità e goal ma a causa degli infortuni quanto giocherà? Io spero che adesso Juric lavori per far tornare CDK come quello del 2024, dia un ruolo definito a Samardzic, si inventi qualcosa (magari Zalewski in attacco sulla sinistra se non torna Lookman) tenendo conto che Maldini e Sulemana sono da impiegare solo per le emergenze, Krstovic un ricambio per gli ultimi 20 minuti di partita (ma allora potevamo tenerci Piccoli). Adesso fino alla sosta è il momento per vedere quanto vale Juric

mmfa
18 Settembre 2025 | 12.14

Ma scusa, cosa c’è da capire? Non è forse la cronaca di un massacro annunciato? Juric fa quel che sa, sopravvive e parla come a Roma quando perdeva o pareggiava nel campionato italiano. Ma sia chiaro mica è colpa di Juric, su quella panchina mica ci si è nominato da solo…Ha fatto la sua prima presentazione da solo, quella di, perché l’immagine del dinamico duo mica poteva essere sporcata, loro si fanno vedere con i giocatori. Quei grandi intenditori di calcio che davano degli incompetenti a chi non vedeva nulla di speciale in Maldini hanno qualcosa da dire? “Ah è chiarissimo il talento”😂😂😂 se non lo vedete cambiate sport😂😂

Samardzic uguale, colpe al Gasp dalla dirigenza perché non lo aveva valorizzato. 

Detto bene, 120 milioni per queste figure sarà mica che la colpa debba essere distribuita anche in dirigenza visto che quando si vinceva volevano i meriti?! 

Ci manca la mentalità, il mordente, quello cresce con l’esperienza in certe competizioni ecco perché servono giocatori che ne hanno già respirato l’aria di queste partite. 

Kossounou non ha fatto quella partita per caso e magari il suo l’avrebbe dato anche Zappacosta. Non tiriamo in ballo gli assenti per infortunio che qua girano per l’atteggiamento più che per la sconfitta e il risultato. 

Ora si scoprono gli altarini e qualcuno forse che non credeva agli asini che volano temeva di brutto quel che si è visto (e ci è andata pure meno peggio). Qui l’unico che ride è Riso… che grandi professionisti nelle scelte di mercato che abbiamo, prima o poi la faccia la devono mettere anche loro non se la caveranno a farsi scudo con Juric, è tutto causa ed effetto.

Paramo
18 Settembre 2025 | 11.38
Paramo
18 Settembre 2025 | 11.38
patatinaliscia
18 Settembre 2025 | 10.51
ForeverReMo
18 Settembre 2025 | 11.19
andaland
18 Settembre 2025 | 11.38
gioan65
18 Settembre 2025 | 10.55
SuperSaudati
18 Settembre 2025 | 10.17
Davor
18 Settembre 2025 | 10.55
Teo1907
18 Settembre 2025 | 10.39
SuperSaudati
18 Settembre 2025 | 11.19

.....barbie ha dato una chiave di lettura... forse molto vicina alla realtà... prima avevi un allenatore visionario e che puntava sempre gli obiettivi massimi.. soprattutto in Europa...eravamo sempre abituati a vedere la versione Atalanta DE LUXE anche a scapito di qualche passo falso in campionato...   La mentalità da "vecchia" Atalanta... tanto cara a Serina...ma non solo a lui è invece appunto.. perchè sprecare energie inseguendo i mulini a vento (fare punti a Parigi era folle... così come pensare di espugnare Anfield..............................) quindi tanto vale pensare al Torino.. A qualcuno la MEDIOCRITA' non dispiace per forza... nemmeno alla Società credo... altrimenti non avresti preso un allenatore MEDIOCRE.... un MEDIOCRE discepolo del tuo guru....  ...Juric non è scarso... è MEDIOCRE (come allenatore sto parlando... come persona non giudico prob. è anche meglio del Gasp...) ... lo sapevi prima di sceglierlo... se lo hai scelto il tuo obiettivo era tornare ad avere un Atalanta che si ACCONTENTA...   sacrifico la partita di Champions impossibile per giocarmi meglio le chance in campionato...  è un'analisi che ci sta ... sicuramente qualcuno (magari anche tanti..) la condividono pure... ....chi, come me, credo te e tanti altri, invece... era estasiato dalla SUPER Atalanta che andava in Europa a DETTARE il suo gioco... anche a rischio di prendere imbarcate o di pagarle in campionato....  si accontenta un po' meno!! ...  poi se questo ci porta a vincere tre a zero in casa di quegli antipatici del toro...domenica sera esulterò anch''io...  oggi sono un po' triste..un po' depresso.. un po' incassato...   (NB: le colpe sono più di chi lo ha scelto che di Juric stesso... lui è quello che è...e lui sicuramente sta provandoci con tutto sè stesso...  )

magicgennaro
18 Settembre 2025 | 11.07
magicgennaro
18 Settembre 2025 | 11.03
Montemisma
18 Settembre 2025 | 11.01
Molly Bloom
18 Settembre 2025 | 10.59
Sparrow
18 Settembre 2025 | 10.25
Brownz
18 Settembre 2025 | 10.42
ronny52
18 Settembre 2025 | 10.24