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EMANUELE-B
14 Maggio 2020 | 21.16
Nemesis68
14 Maggio 2020 | 16.26

Non voglio passare per freddo, cinico o calcolatore, ma con tutta la simpatia che può suscitare il comunicato, che tocca le corde romantiche di un calcio sempre più "retrò", ci vedo anche tanta retorica pretestuosa (come per quello degli Ultras dell'altro giorno eh ... cambia un po' la forma ma la sostanza è quella), soprattutto quando ci si chiede se si possa giocare mentre alcune di queste "gocce" lottano per il posto di lavoro ... allora prima del virus non esistevano povertà, miseria e disoccupazione forse? Magari qui in Lombardia eravamo abituati bene, in altre zone d'Italia (per non parlare dell'Africa o dell'America Latina) allora non si sarebbe mai dovuto giocare a calcio!

E, proprio a questo riguardo, la tesi sarebbe che, per rispetto dei tifosi che non possono andare allo stadio a manifestare la loro passione, allora debbano perdere il loro posto di lavoro anche tutti quelli che, dietro le quinte del mondo del pallone, lavorano e ci campano? Detto e stradetto ma lo ripeto ... non è certo per le PAY-TY o per il top-player che è giusto ricominciare, ma per tutelare i magazzinieri, i fisioterapisti, i portaborse, gli autisti, i cameramen e chiunque faccia parte dell'indotto del calcio, così come, con tutte le cautele del caso, è giusto che ripartano i bar, i parrucchieri, i ristoranti e chiunque altro. 

Certo, la FIGC, la Lega Calcio e le società sportive non lo fanno principalmente per questo, chiaro ... lo fanno anzitutto per il loro tornaconto, così come lo fanno le fabbriche, che non hanno tenuto chiuso manco quando dovevano non certo per il bene dei loro dipendenti e dei loro terzisti ma per il proprio profitto ... ma poichè in Occidente funziona così almeno dai tempi del MedioEvo se non prima, meglio ricominciare senza pubblico che non ricominciare affatto.

brunik
14 Maggio 2020 | 21.02

intanto ala Lazio stanno già facendo allenamenti di gruppo in barba a tutti i protocolli

 

"La Lazio di Lotito gioca le partitelle di nascosto": è bufera 440 Arrivano clamorose indiscrezioni che se confermate sarebbero scandalose: “A Formello minisfide 3 contro 3 tra i giocatori sotto gli occhi di Inzaghi”. Il direttore sanitario Pulcini: "Se violate le regole pronto a dimettermi" "La Lazio di Lotito gioca le partitelle di nascosto": è bufera giovedì 14 maggio 2020 2K 440 ROMA - Claudio Lotito paladino della legalità. Ma secondo quanto pubblica il Corriere della Sera, Formello evidentemente sarebbe regno a parte e posto dove si può violare ogni regola. In scena partitella tre contro tre. I verdi sfidano i blu al campo Fersini, lontano da occhi indiscreti. Peccato solo che, secondo le regole del Governo durante l'emergenza Coronavirus, gli allenamenti possano essere svolti solo in maniera individuale, non in gruppo. In breve: violato il protocollo e le normative da parte della Lazio. Inzaghi, con la mascherina, detta le regole a bordo campo: “Tre tocchi e gol di prima”. E poi radiocomanda i suoi, suggerisce i passaggi e cerca anche di abbassare un po’ il ritmo: “Non vi fate male, piano”. Caicedo in grande spolvero, Milinkovic pure: “Eccola Sergio”, urla ancora Inzaghi. Tutto fuorilegge. Il giorno della celebrazione dello scudetto... Lazio: 20 anni fa la sofferta vittoria del secondo scudetto Lotito e il si giochi a tutti i costi. Se fosse vero la Lazio rischia grosso Il plenipotenziario della Lazio in prima persona ha spinto fin da subito per la ripresa in sicurezza. Centro sportivo sanificato, controlli, test. Il via libera c’è stato, ma non agli allenamenti in gruppo. Se la situazione fosse confermata sarebbe imbarazzante e grottesca: si parla di un campo d'allenamento coperto alla buona da occhi indiscreti ma non abbastanza, si parla di indicazioni chiare di Inzaghi, udibili già nella via adiacente, frasi, agonismo, insomma una narrazione difficile da inventare e che se fosse provata metterebbe a serio rischio la società biancoceleste. Eh sì, è di oggi la notizia che la FIGC ha formato un pool per controllare che i club rispettino in pieno le regole del protocollo. Che la Lazio, sempre secondo l'articolo, avrebbe clamorosamente e scandalosamente violato. Di Vaio: "Lazio dello scudetto? Avrebbe dovuto vincere di più" Lazio, il responsabile medico Pulcini: "Se è vero mi dimetto" Ha detto la sua sull'accaduto anche il direttore sanitario della Lazio, il dottor Ivo Pulcini. Ai microfoni su Radio Punto Nuovo, ha ammesso: “Ho letto della questione della Lazio e cerco di vigilare, perché se fosse vero potete immaginare le conseguenze. Sono stato smentito e credo ci sia una smentita ufficiale sulla presunta partitella di ieri, per giunta la foto è vecchia. Non è compito mio, mi sono solo preoccupato di sapere se fosse vero o falso: non corrisponde alla verità ed arriverà comunicazione da parte della società. Un medico non può fare da balia, perché confido nel senso di responsabilità che i giocatori hanno avuto fin dall'inizio. Se fosse vero? Se la situazione sfugge al mio controllo, sarei costretto a dimettermi. Mi assumo le mie responsabilità, ma se sfuggono al mio controllo, come posso? Non sono l'unico medico, c'è tutto uno staff con cui lavoro in totale sintonia e le decisioni le prendiamo collegialmente come giusto che sia. A spada tratta ho difeso la figura del medico, la ripresa degli allenamenti, se devo essere responsabile non posso diventare irresponsabile, se diventa legge non posso andare fuori legge. Finché si tratta di raccomandazioni o proposte, ho il diritto di dire ciò che penso. I giocatori sono lavoratori e come tali sono soggetti alla tutela del datore di lavoro, se sono responsabile in toto di quel che succede, non è che se uno si prende il Covid-19 mi può denunciare perché è colpa mia. In egual modo, non posso obbligare una persona, che non ha nulla, alla quarantena, quale sarebbe il motivo? Mi possono denunciare perché limito la libertà, da professionista mi pongo questo problema. È ovvio che se c'è una legge mi attengo a quella, non sono un oligarchico. Il rispetto della professionalità è sacro, se consideriamo ogni figura del settore come un bellissimo mosaico, ognuno sta al posto suo ed è un quadro perfetto. Ieri non c'ero, avevo altro da fare, siamo quattro medici e come direttore sanitario non vado spesso come gli altri a vedere, sebbene sappia sempre ciò che accade e mi assicurano che vengono rispettate le leggi. Se quel che è stato fatto è fuori legge, faccio mea culpa da parte mia e di tutti. Sono felice della task force di controllo, è importante venga fatto, vuol dire essere tutelati. Ripartenza? E' un pretesto per dire di no. Non è una disfida la mia, ho fatto i complimenti al CTS sulla responsabilità civile e penale. Lo vedo come un messaggio positivo, l'unica cosa che mi permettevo di contestare, per dire la mia come medico, è fare i tamponi ma stare attenti perché i reagenti servono alla popolazione. Poi dicono di isolare tutti se c'è un positivo, allora sono responsabile o irresponsabile? La mia è una richiesta di chiarimento".

Sbandato
14 Maggio 2020 | 20.56
EMANUELE-B
14 Maggio 2020 | 20.51
Nemesis68
14 Maggio 2020 | 16.26

Non voglio passare per freddo, cinico o calcolatore, ma con tutta la simpatia che può suscitare il comunicato, che tocca le corde romantiche di un calcio sempre più "retrò", ci vedo anche tanta retorica pretestuosa (come per quello degli Ultras dell'altro giorno eh ... cambia un po' la forma ma la sostanza è quella), soprattutto quando ci si chiede se si possa giocare mentre alcune di queste "gocce" lottano per il posto di lavoro ... allora prima del virus non esistevano povertà, miseria e disoccupazione forse? Magari qui in Lombardia eravamo abituati bene, in altre zone d'Italia (per non parlare dell'Africa o dell'America Latina) allora non si sarebbe mai dovuto giocare a calcio!

E, proprio a questo riguardo, la tesi sarebbe che, per rispetto dei tifosi che non possono andare allo stadio a manifestare la loro passione, allora debbano perdere il loro posto di lavoro anche tutti quelli che, dietro le quinte del mondo del pallone, lavorano e ci campano? Detto e stradetto ma lo ripeto ... non è certo per le PAY-TY o per il top-player che è giusto ricominciare, ma per tutelare i magazzinieri, i fisioterapisti, i portaborse, gli autisti, i cameramen e chiunque faccia parte dell'indotto del calcio, così come, con tutte le cautele del caso, è giusto che ripartano i bar, i parrucchieri, i ristoranti e chiunque altro. 

Certo, la FIGC, la Lega Calcio e le società sportive non lo fanno principalmente per questo, chiaro ... lo fanno anzitutto per il loro tornaconto, così come lo fanno le fabbriche, che non hanno tenuto chiuso manco quando dovevano non certo per il bene dei loro dipendenti e dei loro terzisti ma per il proprio profitto ... ma poichè in Occidente funziona così almeno dai tempi del MedioEvo se non prima, meglio ricominciare senza pubblico che non ricominciare affatto.

Lorenz67
14 Maggio 2020 | 18.06
Nemesis68
14 Maggio 2020 | 16.44
Paolo74
14 Maggio 2020 | 17.12
Nemesis68
14 Maggio 2020 | 16.26

Non voglio passare per freddo, cinico o calcolatore, ma con tutta la simpatia che può suscitare il comunicato, che tocca le corde romantiche di un calcio sempre più "retrò", ci vedo anche tanta retorica pretestuosa (come per quello degli Ultras dell'altro giorno eh ... cambia un po' la forma ma la sostanza è quella), soprattutto quando ci si chiede se si possa giocare mentre alcune di queste "gocce" lottano per il posto di lavoro ... allora prima del virus non esistevano povertà, miseria e disoccupazione forse? Magari qui in Lombardia eravamo abituati bene, in altre zone d'Italia (per non parlare dell'Africa o dell'America Latina) allora non si sarebbe mai dovuto giocare a calcio!

E, proprio a questo riguardo, la tesi sarebbe che, per rispetto dei tifosi che non possono andare allo stadio a manifestare la loro passione, allora debbano perdere il loro posto di lavoro anche tutti quelli che, dietro le quinte del mondo del pallone, lavorano e ci campano? Detto e stradetto ma lo ripeto ... non è certo per le PAY-TY o per il top-player che è giusto ricominciare, ma per tutelare i magazzinieri, i fisioterapisti, i portaborse, gli autisti, i cameramen e chiunque faccia parte dell'indotto del calcio, così come, con tutte le cautele del caso, è giusto che ripartano i bar, i parrucchieri, i ristoranti e chiunque altro. 

Certo, la FIGC, la Lega Calcio e le società sportive non lo fanno principalmente per questo, chiaro ... lo fanno anzitutto per il loro tornaconto, così come lo fanno le fabbriche, che non hanno tenuto chiuso manco quando dovevano non certo per il bene dei loro dipendenti e dei loro terzisti ma per il proprio profitto ... ma poichè in Occidente funziona così almeno dai tempi del MedioEvo se non prima, meglio ricominciare senza pubblico che non ricominciare affatto.

basco67
14 Maggio 2020 | 15.32