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wigners_friend
30 Aprile 2020 | 17.30

Dato atto a Gravina di essersi ritrovato in una situazione tanto imprevista quanto complicata, riconosciuto che alcune sue frasi sono tutto sommato di buon senso, non riesco proprio a fidarmi di quello che dice. Potrei addurre mille motivazioni o fare la storia di questi tre mesi con tutte le contraddizioni, marce avanti e indietro per spiegare la mia mancanza di fiducia, ma in realtà basta questa storia dei playoff a farmi sospettare che ci sia qualcos'altro sotto, che si voglia approfittare dell'emergenza per far passare misure che in tempi normali sarebbe stato difficile da spacciare per altrettanto normali. Intendiamoci, io sono contrario ai playoff ma se fosse un progetto per il futuro, se ne potrebbe comunque discutere, con i relativi pro e contro (per me sono più i secondi dei primi, ma non è questa la sede per parlarne). Il fatto però che dal primo giorno dell'emergenza, con i camion dell'esercito a portar via le bare, sia stata rilanciata quest'idea, assolutamente non sportiva (non si possono cambiare le regole in corsa, soprattutto in modo così profondo, perché un campionato con i playoff e uno senza sono praticamente due sport diversi), con titoloni di giornali sportivi "VIVA I PLAYOFF" quando gli altri avevano i suddetti camion dell'esercito in prima pagina, beh, è a dir poco sospetto. Oltretutto, e questa è la cosa più sospetta di tutte, da una parte si dice che serve finire il campionato, 125 partite, per non perdere i soldi delle tv (è quello il nodo, mica le società falliscono perché non si assegna lo scudetto), dall'altra si propone come soluzione i playoff, che prevederebbero al massimo 7 partite (se sono a otto, sennò solo 3 o addirittura una soltanto in caso di finale Juve-Lazio). Cioè, 3 partite, a porte chiuse e in chissà quali condizioni, e Sky e DAZN che allegramente pagano regolarmente i diritti pattutiti per 125? No, qui c'è qualcosa sotto. Se sia una manovra per scopi indicibili o semplice stupidità al momento non posso dirlo, in entrambi i casi non sono per niente tranquillo.

wigners_friend
30 Aprile 2020 | 17.30

Dato atto a Gravina di essersi ritrovato in una situazione tanto imprevista quanto complicata, riconosciuto che alcune sue frasi sono tutto sommato di buon senso, non riesco proprio a fidarmi di quello che dice. Potrei addurre mille motivazioni o fare la storia di questi tre mesi con tutte le contraddizioni, marce avanti e indietro per spiegare la mia mancanza di fiducia, ma in realtà basta questa storia dei playoff a farmi sospettare che ci sia qualcos'altro sotto, che si voglia approfittare dell'emergenza per far passare misure che in tempi normali sarebbe stato difficile da spacciare per altrettanto normali. Intendiamoci, io sono contrario ai playoff ma se fosse un progetto per il futuro, se ne potrebbe comunque discutere, con i relativi pro e contro (per me sono più i secondi dei primi, ma non è questa la sede per parlarne). Il fatto però che dal primo giorno dell'emergenza, con i camion dell'esercito a portar via le bare, sia stata rilanciata quest'idea, assolutamente non sportiva (non si possono cambiare le regole in corsa, soprattutto in modo così profondo, perché un campionato con i playoff e uno senza sono praticamente due sport diversi), con titoloni di giornali sportivi "VIVA I PLAYOFF" quando gli altri avevano i suddetti camion dell'esercito in prima pagina, beh, è a dir poco sospetto. Oltretutto, e questa è la cosa più sospetta di tutte, da una parte si dice che serve finire il campionato, 125 partite, per non perdere i soldi delle tv (è quello il nodo, mica le società falliscono perché non si assegna lo scudetto), dall'altra si propone come soluzione i playoff, che prevederebbero al massimo 7 partite (se sono a otto, sennò solo 3 o addirittura una soltanto in caso di finale Juve-Lazio). Cioè, 3 partite, a porte chiuse e in chissà quali condizioni, e Sky e DAZN che allegramente pagano regolarmente i diritti pattutiti per 125? No, qui c'è qualcosa sotto. Se sia una manovra per scopi indicibili o semplice stupidità al momento non posso dirlo, in entrambi i casi non sono per niente tranquillo.

95Frank
30 Aprile 2020 | 17.35
wigners_friend
30 Aprile 2020 | 17.30

Dato atto a Gravina di essersi ritrovato in una situazione tanto imprevista quanto complicata, riconosciuto che alcune sue frasi sono tutto sommato di buon senso, non riesco proprio a fidarmi di quello che dice. Potrei addurre mille motivazioni o fare la storia di questi tre mesi con tutte le contraddizioni, marce avanti e indietro per spiegare la mia mancanza di fiducia, ma in realtà basta questa storia dei playoff a farmi sospettare che ci sia qualcos'altro sotto, che si voglia approfittare dell'emergenza per far passare misure che in tempi normali sarebbe stato difficile da spacciare per altrettanto normali. Intendiamoci, io sono contrario ai playoff ma se fosse un progetto per il futuro, se ne potrebbe comunque discutere, con i relativi pro e contro (per me sono più i secondi dei primi, ma non è questa la sede per parlarne). Il fatto però che dal primo giorno dell'emergenza, con i camion dell'esercito a portar via le bare, sia stata rilanciata quest'idea, assolutamente non sportiva (non si possono cambiare le regole in corsa, soprattutto in modo così profondo, perché un campionato con i playoff e uno senza sono praticamente due sport diversi), con titoloni di giornali sportivi "VIVA I PLAYOFF" quando gli altri avevano i suddetti camion dell'esercito in prima pagina, beh, è a dir poco sospetto. Oltretutto, e questa è la cosa più sospetta di tutte, da una parte si dice che serve finire il campionato, 125 partite, per non perdere i soldi delle tv (è quello il nodo, mica le società falliscono perché non si assegna lo scudetto), dall'altra si propone come soluzione i playoff, che prevederebbero al massimo 7 partite (se sono a otto, sennò solo 3 o addirittura una soltanto in caso di finale Juve-Lazio). Cioè, 3 partite, a porte chiuse e in chissà quali condizioni, e Sky e DAZN che allegramente pagano regolarmente i diritti pattutiti per 125? No, qui c'è qualcosa sotto. Se sia una manovra per scopi indicibili o semplice stupidità al momento non posso dirlo, in entrambi i casi non sono per niente tranquillo.

Atalantola
30 Aprile 2020 | 17.03
Child of God
30 Aprile 2020 | 16.50
atalantafan
30 Aprile 2020 | 16.12
dolcissimo
30 Aprile 2020 | 15.02
castebg
30 Aprile 2020 | 15.01

Ciao Paramo.

Io non metto in dubbio la preparazione dei nostri studenti, delle nostre università e dei nostri ricercatori nella maniera più assoluta (ho vissuto, per quanto poco, quel mondo).

Il semplice fatto che siano così richiesti nel mondo parla a loro favore.

Ma il loro intervento inizia dopo la ricezione dei dati e su di essi si basa.

Con dati non corretti o tendenziosi lo studio in sè risulta giusto ma il risultato finale risulta nondimeno sbagliato, seppur non per errore dello studioso.

Ti cito: "Hanno sottoposto ad ogni federazione una serie di questioni (comprese le cubature degli spogliatoi e le cubature degli impianti), hanno raccolto dati, li hanno incrociati, li hanno sottoposti a parametrizzazione (che comprende anche il margine di possibilità che qualcuno abbia gonfiato o sgonfiato dati per propiro interesse) ed hanno fatto uno studio".

Quindi i dati (che sono valutazioni da 1 a 4 anche se non vuoi chiamarle così) in effetti vengono dalle federazioni! Come fai a dire che non si sono autovalutate? Che poi si sia paramerizzato e fatto uno studio è vero ma questo nasce da un'intervista agli interessati non da una verifica degli studiosi. Lo dici tu, non io.

Volendo fare il pignolo lo chiamerei uno studio (se vuoi aggiungo "ben fatto") basato su un'intervista.

Piccola postilla: il rischio ineliminabile (e quindi quello rilevante ai fini di un'analisi dei rischi) nel calcio viene dal modo di giocarlo (contatti continui, distanze minime ecc.) mica dalle cubature degli spogliatoi! Se il rischio fosse solo quello degli spogliatoi, degli impianti ecc. te lo risolverei io al volo per qualsiasi sport e per qualsiasi cubatura e simile: doccia a casa o a turni e stadi/impianti senza pubblico+ precauzioni nel contatto con superfici e disinfezione continua della mani. Identico alle misure per le aziende.

Nei rischi ineliminabili per natura dello specifico sport, il calcio risulta più rischioso di tutte le discipline menzionate.

Come si possa sostenere il contrario con uno studio è incomprensibile salvo che:

- si siano analizzati dati parziali (concernenti solo i rischi eliminabili/legati alle strutture). Al che la tesi è sbagliata e dovrebbe essere "a livello di strutture il calcio risulta lo sport che sottopone atleti e addetti a meno rischi rispetto a..."

- si siano analizzati dati sbagliati

Magnocavallo vive a Lovere
30 Aprile 2020 | 14.31