2005, Montolivo lascia l’Atalanta
Ritiratosi nel corso dell'estate scorsa, Riccardo Montolivo nel corso della sua carriera si è legato solamente a tre maglie diverse, andando un po' in controtendenza rispetto alle dinamiche del calcio moderno in cui si assiste a cambi di casacca con una certa regolarità, senz'altro maggiore rispetto a quanto succedesse in passato. L'inizio, quasi folgorante, è in quell'Atalanta in cui aveva svolto oltre dieci anni di trafila giovanile, con caratteristiche che sembravano indicare un centrocampista dal piglio offensivo. Nel 2003 approda nella prima squadra della Dea, e dopo due stagioni di ottima fattura prova a fare il salto in avanti. Per farlo, sceglie Firenze e la Fiorentina.
E dire che la squadra viola in quel momento non stava passando esattamente il periodo più florido degli ultimi anni: aveva sì completato la risalita rapida verso la massima serie, ma nell'annata precedente aveva altresì rischiato seriamente di tornare subito in Serie B, conquistandosi una sofferta salvezza all'ultima giornata sulla quale poi calerà tempo dopo anche l'ombra di Calciopoli. In quel centrocampista di 20 anni appena, però, il nuovo corso tecnico, che vedeva in panchina la presenza di Cesare Prandelli, individuerà una delle basi sulle quali costruire le nuove fondamenta. Viene preso in due tranche: prima 3,5 milioni per ottenere la comproprietà, poi altri 2 per riscattarlo definitivamente. Nel complesso, si riveleranno soldi ben spesi.
Sì, perché con Montolivo che nel frattempo aveva notevolmente abbassato il proprio raggio d'azione, arretrando di una ventina di metri dalla trequarti alla cabina di regia in mediana, parteciperà da protagonista attivo ad annate fortemente emozionanti per il popolo della Fiorentina, nelle quali la squadra arriverà più volte a conquistare la Champions League (seppur in due circostanze "revocata") ma anche la sorella minore Europa League, in cui fu sfiorata una finale con lo Zenit San Pietroburgo, negata solo dal catenaccio e dalla buona stella dei Rangers ai calci di rigore.
La coda finale, però, non sarà altrettanto esaltante. Negli ultimi anni della sua lunga permanenza nel capoluogo toscano, durata un settennato, si facevano sempre più insistenti le voci di mercato sull'uscita di Montolivo, che però arrivò a rispettare fino in fondo il suo contratto, per lasciare il club poi a costo zero alla scadenza di esso. Un atteggiamento che non suscitò proprio le simpatie, ed è un eufemismo, dell'universo e del popolo gigliato, che non gli perdonò mai il fatto di non aver permesso di monetizzare dalla sua partenza, con destinazione Milan, come si sussurrava ormai da tempo.
Già negli ultimi mesi viola i fischi e le offese si susseguivano regolarmente, e lo stesso sarà per i successivi incroci in rossonero. Alla prima occasione, però, Montolivo si prese la briga di portare in vantaggio il Milan a Firenze, nel campionato 2012/13, rubando palla al suo successore Pizarro e involandosi verso la rete dello 0-1, anche se poi lo stesso Pek finì per segnare su rigore in un emozionante incontro terminato sul 2-2. In poco tempo però si ingrigirà anche l'avventura al Milan, e Montolivo finirà piano piano sempre più ai margini dei rossoneri, fino ad un contestato addio al calcio da giocatore tenuto per mesi fuori rosa, e al quale Gattuso non consentiva neanche di allenarsi in gruppo.
fonte tmw.com
