Ancora ricordando Oliviero
Da due anni Oliviero Garlini lottava in silenzio nella casa di cura di Gandino. La malattia, neurologica e diagnosticata dopo un ricovero a Gazzaniga, lo aveva lentamente allontanato dal mondo.
Nato nel 1957 a Stezzano, dove aveva sempre fatto ritorno, ha condiviso la vita con la moglie Maura e i figli Davide e Tommaso.
"Gas" e "Oliviero bomber vero" i suoi soprannomi si dice sorti a Roma dove Garlini guido' una derelitta Lazio caduta in B a meta' degli anni 80 come cannoniere della squadra. Verace bergamasco dal fortissimo accento con il "vizio" di usare il dialetto ogni volta fosse stato possibile. Gioviale, generoso e pragmatico sempre con tutti
Sul campo, «Gas» ha lasciato un segno ovunque: Como, Empoli, Nocerina, Cesena, Lazio, Inter. Poi l’approdo all’Atalanta, la squadra del cuore, con cui conquistò la Serie A e fu protagonista in Coppa delle Coppe. Memorabile il rigore al Malines sotto la Curva Nord dedicato ad un amico poi scomparso
Lo ricordano tutti come un attaccante feroce, generoso, testardo. Profondamente egoista solo come i grandi bomber possono essere
Dopo il ritiro, ha formato giovani calciatori a Dalmine e Longuelo. E fino all’ultimo ha giocato con gli amici dell’Atalanta Master, con il sorriso e la grinta di sempre.
In via Marco Polo 19 a Stezzano dove abitava è stata allestita la camera ardente, aperta da questa mattina. I funerali saranno celebrati domani, sabato, alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di Stezzano.
Foto tratta da FB PierCarlo Capozzi
