30/01/2018 | 12.00
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Anticipi 22esima giornata:tra pregiudizi e sentenze campate per aria...

ANTICIPI 22ESIMA GIORNATA: TRA PREGIUDIZI E SENTENZE CAMPATE PER ARIA…

Due anticipi e tante polemiche. Come spesso accade, tante sentenze a caso ma poco regolamento.

Sassuolo – Atalanta 0-3, arbitro Valeri

Due episodi in una gara che ci consegna una splendida Atalanta, ancora una volta da applausi a scena aperta.

Al minuto 64, con i bergamaschi già in vantaggio per 1-0, Cristante ribadisce in rete un tiro di De Roon respinto dal portiere Consigli.
Valeri, dopo aver convalidato la rete, torna sui suoi passi ed annulla senza “on field review” per fuorigioco di Petagna.
Visioniamo con calma l’episodio.
De Roon calcia in porta dal limite dell’area:

 

Al momento del tiro Petagna è già in posizione di fuorigioco ma, in caso di segnatura, non sarebbe stato punibile poiché non partecipa all’azione, non acquisisce alcun vantaggio e, soprattutto, non impatta visivamente sul portiere avversario.

Consigli respinge il pallone che viene, infine, calciato in porta da Cristante.
La rete viene annullata perché, dopo la respinta del portiere, Petagna partecipa all’azione

 

contrastando l’avversario. A togliere qualsiasi dubbio sulla corretta decisione dei VAR (perché sono i VAR ad aver deciso, come vedremo fra poco), Petagna tocca il pallone col tallone del piede destro:

 

Solo una curiosità: Valeri non effettua la “on field review“. Perché? In questo caso non è necessario che l’arbitro valuti se Petagna impatti o meno sull’azione ma è sufficiente la rilevazione dei VAR che individuano la partecipazione attiva dell’attaccante all’azione, tanto da toccare egli stesso il pallone.
Decisione corretta.

Al minuto 86 l’Atalanta trova la rete del 3-0 e, in questo caso, Valeri si affida alla “on field review“.
E’ Freuler a realizzare la rete con un tiro scagliato un paio di metri oltre l’area di rigore:

 

Ancora una volta è Petagna a trovarsi in netta posizione di fuorigioco.
Valutazione, in questo caso, molto più complessa rispetto all’episodio precedente poiché l’attaccante non partecipa attivamente all’azione e, soprattutto, non tocca il pallone.
Ed è proprio questo il motivo per cui non è sufficiente una semplice rilevazione ma una valutazione soggettiva da parte dell’arbitro. La domanda a cui deve rispondere è la seguente: Petagna impatta con il portiere? Gli oscura, anche parzialmente, la linea di visione?
Dopo review Valeri decide di assegnare la rete.
Qualche dubbio mi rimane.
E’ vero che Consigli non pare essere influenzato in alcun modo da Petagna, tanto da rialzarsi e tentare la parata. Ma è altrettanto vero che Consigli vede partire il tiro ma, subito dopo e correndo verso la porta, trova in Petagna stesso un ostacolo visivo.
Decisione veramente complessa, sulla quale non mi sento di offrire un giudizio certo: concedere la rete è legittimo, annullarla sarebbe stata una scelta altrettanto sostenibile.

Chievo – Juventus 0-2, arbitro Maresca

Sulla direzione dell’ancor giovane campano ne ho lette di ogni tipo, giudizi spesso basati su un singolo episodio mal giudicato. Ma mal giudicato da chi? Da Maresca o dai tifosi?
Per valutare la prestazione di un arbitro è buona norma tenere a mente un concetto: la gara deve essere giudicata nel complesso, non sulla base di un singolo episodio di difficile interpretazione. Pertanto arrivo al giudizio finale attraverso i momenti più importanti.

Al minuto 22 Asamoah commette un chiaro fallo su Cacciatore, saltando in ritardo ed appoggiando il braccio sinistro sull’avversario:

 

Fallo semplice, l’ammonizione comminata è frutto di una dinamica che, in presa diretta, può essere mal interpretata. Forse (e sottolineo forse) Maresca viene tratto in inganno anche dal comportamento di Cacciatore:

 

Il difensore del Chievo si porta le mani alla nuca, evidenziando il colpo ricevuto. Colpo che non è mai arrivato alla nuca ma, al limite, sul collo.
Ora, lungi da me l’idea e la volontà di criminalizzare il calciatore: queste enfatiche rappresentazioni di dolore sono fastidiose sia visivamente che arbitralmente. Come ho già affermato varie volte in passato, sarò un uomo felice il giorno in cui vedrò anche queste esagerazioni sanzionate con l’ammonizione per comportamento antisportivo: cercare di penalizzare un collega di lavoro evidenziando ciò che non è mai accaduto lo trovo terribilmente fastidioso.

Al minuto 32 Dainelli colpisce il pallone col braccio sinistro:

Maresca fischia (giustamente) il fallo ma non sanziona disciplinarmente Dainelli.
Higuain chiede con gesti evidenti che il difensore del Chievo venga ammonito:

Il comportamento di Higuain è chiaramente antisportivo. La scelta di Maresca di ammonire l’attaccante della Juventus non solo è legittima ma ineccepibile: l’errore non lo commette il direttore di gara campano, l’errore lo commettono gli arbitri che non sanzionano comportamenti di questo genere. E lo stesso discorso vale per chi chiede l’ausilio del VAR: è lo stesso protocollo che prevede l’ammonizione.

Oltre al comportamento antisportivo, la richiesta di Higuain è pure totalmente infondata. Il regolamento, infatti, prevede l’ammonizione per il fallo di mano non in termini di automaticità ma in circostanze ben particolari:

fallo di mano

Come possiamo leggere nelle ultime due righe, il fallo di mano deve essere punito con un cartellino giallo nel caso in cui sia commesso “per interferire con o interrompere una promettente azione d’attacco“. Nel caso specifico Higuain e Dainelli si trovano a 60 metri abbondanti dalla porta del Chievo ed il pallone non avrebbe potuto essere controllato da un calciatore della Juventus. In sintesi non esiste alcuna azione d’attacco promettente, ciò che impedisce a Maresca anche solo di ipotizzare un’ammonizione.
Ammonizione di Higuain sacrosanta, con la speranza di veder sempre puniti atteggiamenti di questo tipo. Anche in questo caso non si tratta di fiscalità ma di applicazione corretta delle regole.

Al minuto 34 Bastien viene ammonito per un fallo imprudente commesso ai danni dello stesso Asamoah:

Scelta corretta. Non importa minimamente che Bastien volesse o meno commettere un fallo di tale intensità: ricordiamoci che la volontarietà è presupposto necessario solo ed esclusivamente per i tocchi di mano, non per i contatti tra calciatori. Voglio augurarmi che Bastien non abbia voluto commettere un’infrazione sull’avversario per far male. Non lo credo e non lo penso: Bastien guarda il pallone e commette un fallo senza averne intenzione. Ciò, però, non è sufficiente per evitargli la giusta ammonizione.

Un inciso: nel caso specifico Bastien è stato fortunato ad impattare con la coscia destra sull’avversario ed Asamoah è stato fortunato a non uscire dal campo con danni ben più seri:

Per quanto Bastien segua la traiettoria del pallone e non abbia intenzione di colpire violentemente l’avversario, quella gamba destra così alta è eccessivamente pericolosa. Se avesse colpito Asamoah con la pianta del piede, il cartellino sarebbe stato rosso.

Un minuto dopo lo stesso Bastien trattiene per la maglia sempre Asamoah: 

Ho letto e sentito opinioni secondo le quali, essendo stato il giocatore del Chievo appena ammonito, Maresca avrebbe dovuto utilizzare il buon senso limitandosi a fischiare la punizione a favore della Juventus.

Tesi assolutamente infondata.

Questa fattispecie prevede il cartellino giallo non a discrezione dell’arbitro ma in termini di automaticità: Bastien non ha alcuna possibilità di giocare il pallone, il pallone stesso è nel pieno possesso del giocatore della Juventus, l’azione è potenzialmente pericolosa avendo Asamoah 15 metri abbondanti di spazio. Fallo tattico da punire con l’ammonizione, senza alcuna opzione alternativa. Non si tratta, dunque, di eccessiva fiscalità da parte dell’arbitro ma di scelta obbligata: in caso di mancata sanzione disciplinare, Maresca avrebbe compiuto un errore inescusabile.

L’episodio principale al minuto 61.
Cacciatore, al termine di un’azione d’attacco del Chievo, colpisce di testa su cross effettuato dal compagno Jaroszynski. Dopo aver indirizzato debolmente il pallone di testa verso la porta difesa da Szczesny, cade a terra per effetto di un contrasto con Asamoah:

Un inciso: come ormai sapete, ritengo il calcio di rigore come una fattispecie molto seria, da non concedere per contrasti leggeri. In questo caso vale il concetto espresso in cento altre occasioni: Asamoah rischia molto, se avesse impattato Cacciatore un attimo prima e con maggiore intensità avrebbe dovuto incolpare solo sé stesso per l’eventuale concessione di un calcio di rigore.
In realtà questo è un contrasto di gioco come se ne vedono mille in ogni gara, veramente troppo poco per assegnare un calcio di rigore. E’ un episodio simile (non uguale, solo simile) al contrasto tra Allan e Ragusa in Napoli-Sassuolo: anche in quel caso, sempre sulla base della personale interpretazione dei contatti in area di rigore, ritenni l’episodio regolare. Rischioso ma regolare.

Dopo la caduta, Cacciatore rimane a terra dolorante, evidenziando un colpo alla schiena:

Siamo al minuto 14 e 22 secondi.
La Juventus recupera il pallone, lo manovra fino all’area avversaria e conquista un calcio d’angolo.
Maresca interrompe il gioco dato che Cacciatore è ancora a terra: sono passati parecchi secondi, tanto che il cronometro segna 14 minuti e 40 secondi.
Considerando il fatto che, nei 18 secondi passati, Cacciatore non si è ancora rialzato, Maresca ritiene doveroso concedere a massaggiatore e medico sociale di entrare in campo. Pertanto, al minuto 14 e 47, autorizza lo staff del Chievo ad entrare in campo per soccorrere il loro calciatore.

Massaggiatore e medico entrano in campo mentre Cacciatore non si è ancora rialzato:

Cacciatore si rialza e, pertanto, lo staff medico del Chievo si porta fuori dal terreno di gioco, dopo essere arrivati ben all’interno dell’area di rigore:

Il difensore del Chievo si porta velocemente dalla parte opposta del campo, ove la Juventus sta per battere il calcio d’angolo conquistato in precedenza.

A questo punto Maresca indica a Cacciatore di uscire dal terreno di gioco, sul quale potrà rientrare solo successivamente alla battuta del calcio d’angolo e su autorizzazione dello stesso direttore di gara:

Scelta corretta.
Come sempre la risposta ci viene fornita dal Regolamento:

Regola 5, pagine 43 e 44

In particolare la norma generale sui calciatori infortunati (pagine 43 e 44, Regola 5) ci informa che un calciatore non deve essere costretto ad uscire dal campo se i soccorsi si siano resi necessari a seguito di un fallo subito e punito con cartellino giallo o rosso.
La ratio di questa norma (inserita all’inizio della stagione 2016/2017 ed illustrata dalla circolare numero 1/2016) modifica l’indicazione precedente.
In particolare, prima della stagione 2016/2017, qualsiasi calciatore soccorso dallo staff medico doveva obbligatoriamente uscire dal terreno di gioco, rientrare dopo la ripresa di gioco e solo a seguito di espressa autorizzazione dell’arbitro. Questo indirizzo venne modificato perché (giustamente) si ritenne poco logico che un calciatore dovesse lasciare temporaneamente il terreno di gioco dopo aver subito un fallo. In sostanza, con la vecchia disciplina, la squadra colpevole di infrazione si trovava a godere di un vantaggio dato che gli avversari avrebbero giocato l’azione successiva in inferiorità numerica.

Un controsenso.

A modifica di tale disciplina, si decise di non far uscire dal terreno di gioco un calciatore soccorso a seguito di un fallo subito e punito con ammonizione ed espulsione.

Come possiamo ben notare, la fattispecie in oggetto non è compresa nella casistica illustrata: si è trattato, infatti, di uno scontro valutato regolare (e concordo, come già affermato). Esulando dalle ipotesi riportate, dunque, qualsiasi giocatore soccorso dallo staff sanitario deve obbligatoriamente uscire dal terreno di gioco e rientrare solo a seguito di autorizzazione.

Obietterà qualcuno: “ma Cacciatore non è stato soccorso dai massaggiatori, si è rialzato prima!“.
Ancora una volta ci soccorre il regolamento, pagina 44:

Sanitari, pagina 44

Non importa, dunque, che lo staff medico abbia effettivamente prestato le proprie cure al calciatore, è sufficiente che l’arbitro ne abbia autorizzato l’ingresso.
Nel momento stesso in cui Maresca invita lo staff ad entrare in campo, Cacciatore non potrà prendere parte all’azione successiva.

In sintesi: il difensore del Chievo non ha alcun motivo per protestare. Al limite deve protestare con sé stesso per la leggerezza commessa.

Il gesto successivo non merita commenti:

A titolo puramente didattico riporto la parte di regolamento che illustra le fattispecie passibili di espulsione:

Espulsione, pagina 93 regola 12

L’espulsione è prevista per i calciatori che utilizzino “un linguaggio o (fanno) gesti offensivi, ingiuriosi o minacciosi“. Il gesto delle manette, oltre ad essere inqualificabile, rientra sia nella categoria “offensivi” che in quella “ingiuriosi“. L’espulsione è ineccepibile.

Una curiosità: Maresca non ha visto il gesto, era già voltato verso il calcio d’angolo. La segnalazione gli è giunta da uno dei tre collaboratori in campo, con ogni probabilità dal secondo assistente che, in quel momento, si trovava sulla linea di centrocampo: troppo lontani sia il primo assistente che il quarto ufficiale (dalla parte opposta del terreno).
Se nessuno avesse segnalato il gesto, sarebbe intervenuto il VAR: è espressamente previsto, infatti, l’utilizzo in caso di episodi comportanti l’espulsione e sfuggiti agli arbitri in campo. In quest’evenienza, però, Maresca avrebbe dovuto effettuare una “on field review“, trattandosi di valutazione disciplinare.
Al contrario la review non è stata necessaria poiché la segnalazione è arrivata dal campo ed i VAR si sono limitati ad un silent check di conferma.

Ultimo approfondimento necessario.
Sulla schermata televisiva sono apparsi 5 minuti di recupero. Al minuto 45 esatto, invece, Maresca fischia la conclusione della gara, senza allungare la gara nemmeno di un secondo.

Regolare?

In realtà no, non sarebbe consentito. Il regolamento, infatti, prevede che il tempo di recupero può essere allungato ma NON ridotto (si tratterebbe di errore tecnico, come tale passibile di reclamo motivato).
Nella gara di Verona il tempo di recupero non è stato mai segnalato ma solo comunicato in precedenza dal quarto ufficiale.
La procedura è la seguente: attorno al 44esimo di ogni tempo il quarto ufficiale comunica al delegato della Lega il recupero concesso, il delegato lo comunica alle televisioni e, infine, il quarto segnala con la lavagna luminosa.
A Verona, dopo aver saputo dei 5 minuti concessi, la panchina del Chievo ha chiesto di non effettuarlo, essendo impossibile un risultato positivo. Chiffi ha comunicato a Maresca la circostanza e l’arbitro campano ha deciso di non concedere recupero.
Questo è il tipico caso in cui viene correttamente invocata la famosa Regola 18, quella del buon senso: che significato avrebbe avuto continuare per 5 minuti la gara nonostante la squadra soccombente non avesse alcun interesse a continuare? Sarebbe stato solo un segnale di eccessivo formalismo da parte di Maresca in una gara abbondantemente compromessa.

In conclusione Maresca ha arbitrato in modo eccellente una gara tremendamente complessa, osservando perfettamente il regolamento nell’episodio più controverso della gara.
Ci saranno polemiche ma mai come in questo caso totalmente infondate: non c’è veramente nulla da eccepire sulle scelte dell’arbitro campano, pienamente promosso.
Sperando di aver ritrovato quell’arbitro tecnicamente validissimo visto nella scorsa stagione e persosi in questa prima metà del campionato, soprattutto per sue colpe…

lucamarelli.it

By macaronzo
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