"Bellanova è l'atomica in mano all'Atalanta?"
da ultimouomo.com
Domenica, per la partita contro l’Atalanta, la tifoseria del Torino ha annunciato di voler rimanere fuori dallo stadio, in aperta protesta contro il presidente Urbano Cairo. Restando fuori i tifosi dovrebbero evitarsi uno spettacolo crudele: vedere Raoul Bellanova indossare la maglia dell’Atalanta esordendo proprio contro il Torino, dopo essere stato uno dei migliori giocatori granata dell’ultimo anno.
Bellanova non è Buongiorno, non c’è un particolare legame sentimentale tra lui e i tifosi del Toro. Tuttavia la sua cessione sembra un'altra testimonianza delle scarse ambizioni della società. Dopo aver venduto Buongiorno, e averlo rimpiazzato con una scommessa come Saul Coco, ora Cairo e Vagnati cedono anche Bellanova, a campionato iniziato, senza tempo e (pare) voglia di trovare un sostituto all’altezza. In queste ore è arrivato il terzino norvegese Pedersen. «Il prossimo sarà Ricci?!» chiedono i tifosi del Torino sconsolati, che si sentono a questo punto ostaggi di un grande scherzo. La beffa di trovarselo da avversario a pochi giorni della sua cessione è perversa. Il percorso dell’Atalanta somiglia, per certi versi, a quello che i tifosi del Toro sognano per la propria squadra: un club di classe media che attraverso intelligenza e programmazione riesce a scalare le gerarchie del campionato. E che ora gli sfila i migliori giocatori.
Un anno fa, quando Bellanova passava dall’Inter al Torino, questo scenario non era poi così immaginabile. Si era visto qualcosa in lui, ma non abbastanza per considerarlo all’altezza della maglia nerazzurra. Marotta aveva deciso di non spendere i 7 milioni del suo riscatto. Il Torino lo aveva acquistato dal Cagliari per 8 milioni. Bellanova aveva 23 anni e uno strano inizio di carriera alle spalle: giovanili del Milan, il passaggio al Bordeaux, 6 mesi difficili, poi l’Atalanta lo compra perché sembra un giocatore biologicamente nato per fare l’esterno di Gasperini. Va male, finisce in prestito al Pescara, non chiarisce del tutto il suo valore, gioca bene soprattutto nelle Nazionali under, che spesso lo schierano a destra dei canonici 3-5-2 e usano Bellanova come fosse il giocatore più importante. Nicolato ne abusa come fosse un vizio. L’Atalanta lo boccia, troppo acerbo, lo compra il Cagliari, gioca una stagione ok, niente di entusiasmante, ma abbastanza per convincere l’Inter a provarci.
Per anni le aspettative su Bellanova, la credibilità di cui godeva, hanno superato la realtà delle sue prestazioni. Si vedeva in lui un tipo di potenziale in grado di sovraeccitare i dirigenti sportivi italiani. In un paese che fatica a produrre giocatori molto atletici, Bellanova ha un fisico da quattrocentista di alto livello. È uno dei giocatori per cui il campo sembra troppo piccolo; che sembra coprire la fascia in tutta la sua lunghezza senza alcuno sforzo. Uno di quei giocatori per cui si usano espressioni feline: ha gamba, ha passo. Sembra muoversi con una potenza speciale, è uno spettacolo impressionante guardarlo correre.
La velocità con cui si mangia la fascia destra è davvero spaventosa. A rincorrerlo peraltro in quest'azione c'è Paulo Azzi. Lo scorso anno Bellanova ha toccato quasi i 37 km/h.
Questa dimensione è ciò che ha spinto club di alto livello del calcio italiano a puntare ripetutamente su di lui nonostante non avesse dimostrato molto. Poi c’è stata la scorsa stagione del Torino, dove per la prima volta Bellanova ha giocato come da anni ci si aspettava da lui: un esterno in grado di essere incisivo a ogni altezza del campo, devastante in transizione, duro nei duelli. Con Juric, in una squadra con poca qualità a centrocampo e sulla trequarti, o comunque non in grado di valorizzarla, l’influenza di Bellanova si è espansa a dismisura.
Lui se l’è presa mostrando significativi miglioramenti col pallone. Se la sua capacità aerobica non è mai stata in discussione, Bellanova era sembrato troppo scadente nelle esecuzioni e nelle scelte col pallone per diventare davvero un esterno d’alto livello. Lo scorso anno ha mostrato invece una pulizia e una precisione nuove nella gestione della palla, nell’associazione con i compagni e soprattutto nella rifinitura. I suoi cross per la testa di Zapata erano diventati uno strano fattore nella stagione del Torino: strano perché il cross del terzino per la capocciata del centravanti - che spesso ha segnato con torsioni complesse e faticose - è uno schema vintage, diciamo anni ’90.
In effetti c’è qualcosa di vecchio stile in Bellanova: un esterno che se ne sta relegato sulla riga laterale, che usa solo il piede destro, quello naturale. Un esterno che corre e crossa e cerca di rendere difficile la vita ai suoi diretti avversari sul binario. Un esterno contrario a tutto ciò che viene richiesto dalla contemporaneità, che richiede fluidità, scambi di posizione e capacità di adattamento universale. Terzini che tagliano in mezzo, finiscono per impostare, o sovraccaricano i corridoi centrali, oppure fungono da attaccanti ombra sul lato debole. Bellanova non è niente di tutto questo, almeno finora: tutto ciò che lo rende speciale è sotto ai nostri occhi. Ha pregi e difetti evidenti.
Il suo acquisto da parte dell’Atalanta è stato salutato come se la Dea si fosse all’improvviso dotata dell’atomica. Cosa può fare l’esterno più atletico del campionato in una squadra che esalta l’atletismo dei suoi giocatori, e in particolare degli esterni? Quanto bisognerà svenarsi per Bellanova al Fantacalcio?
Sappiamo bene ormai come nel gioco di Gasperini la squadra risalga il campo e costruisca passando attraverso le catene laterali e non il centro, sollecitando molto il lavoro degli esterni. Per le caratteristiche dei giocatori la scorsa stagione l’Atalanta usava soprattutto il lato sinistro per costruire, dove si addensavano i giocatori di maggior talento: Koopmeiners, Lookman, De Ketelaere e anche Scamacca. Da quel lato ha giocato soprattutto Ruggeri: un esterno simile per caratteristiche a Bellanova, con un gioco tradizionale e un piede notevole nei cross. Quest’anno qualcosa deve necessariamente cambiare, a causa del mercato. Mentre scrivo non sappiamo ancora quanto.
Le passmap contro il Torino lo scorso anno e contro il Lecce nella prima giornata. Dati e grafici Statsbomb.
Scamacca è infortunato, Lookman e Koopmeiners potrebbero andar via e l’Atalanta rischia di dover trovare nuovi equilibri. Contro il Lecce la distribuzione del gioco è stata più equilibrata del solito, con De Ketelaere a piede invertito e in un ruolo meno ibrido rispetto allo scorso anno - quando spesso partiva dal centro per allargarsi a sinistra (finora ha offerto il meglio a piede naturale). Sembra comunque un assetto provvisorio, in attesa di capire chi partirà davvero e chi no - e in attesa anche di integrare un giocatore atipico e di difficile collocazione come Samardzic.
A destra l’Atalanta ha alternato Hateboer, Zappacosta e Holm ma nella stagione storica che ha vissuto la Dea lo scorso anno il peso degli esterni è stato inferiore rispetto al passato. Dopo un periodo in cui qualsiasi esterno sembrava funzionare in automatico, negli ultimi anni qualcosa si è inceppato. Senza due trequartisti dominanti nella rifinitura (non li cito neanche, sappiamo a chi mi riferisco) l’impatto offensivo degli esterni si è abbassato notevolmente. Hateboer dopo l’infortunio non è più tornato lo stesso, e le stagioni monstre di Gosens (2019/20 e 2020/21), in cui ha accumulato 20 gol e 14 assist, erano facilitate anche dalla qualità di Ilicic sul lato opposto in rifinitura, e dal suo istinto eccezionale in area di rigore. Da ormai qualche anno nessun esterno di Gasperini accumula numeri offensivi rilevanti. Nessuno, da ormai 4 anni, supera i 4 gol.
Insomma: siamo molto affezionati dal mito degli esterni di Gasperini, ma da qualche anno questi esterni fanno un lavoro più oscuro e meno appariscente sotto porta. È questo il contesto in cui arriva Raoul Bellanova.
Nel suo impatto le strade sono due: o davvero Bellanova libererà all’Atalanta un potenziale finora inespresso, aggiungendo davvero all'Atalanta l'incisività offensiva mancata di recente, oppure si limiterà ad alzare il livello atletico sulla corsia di destra. Anche solo questo, non sarebbe poco.
Bellanova ha messo insieme 7 assist e 1 gol lo scorso anno; la sua eccezionalità riguarda soprattutto il modo in cui si mangia gli avversari nelle pressioni in avanti. La forza con cui riesce a vincere i contrasti fisici, i duelli aerei. L’altro aspetto importante è ovviamente la velocità con cui divora il campo in conduzione quando ha spazio, un aspetto su cui l’Atalanta in effetti non brillava in modo particolare, con giocatori tecnici ma non molto veloci come De Ketelaere e Scamacca. Il gioco dell’Atalanta è fatto per esaltare giocatori fisici che possono giocare senza pensare e aggredire in avanti e giocare con uno stile furioso che gli richiede letture complesse: un gioco fatto per nascondere i difetti di Bellanova - la sua monodimensionalità - ed esaltarne i pregi. Bellanova, per dirla in modo semplice, sembra un esterno troppo elementare per molte squadre d’alto livello nel calcio di oggi, ma all’Atalanta questa sua semplicità è un grande pregio.
Radar Statsbomb.
Il modo migliore per sfruttarlo è fargli toccare meno la palla di quanto facesse al Torino: soprattutto in transizione, oppure cercandolo con dei cambi di gioco dopo aver sovraccaricato il lato sinistro. L’Atalanta deve insomma creare lo spazio per armare le corse di Bellanova. A quel punto bisognerà vedere se dentro un sistema con un volume offensivo più grande riuscirà a essere più incisivo sotto porta. Se da quinto di centrocampo inizia anche a segnare, le prospettive e lo spessore di Bellanova può cambiare davvero. Con Ruggeri da un lato e Bellanova dall'altro il volume dei cross dell'Atalanta - già alto - potrebbe alzarsi ulteriormente. Tutto lavoro per gli smarcamenti di Mateo Retegui.
Quando era andato in prestito al Pescara, Bellanova aveva detto che il suo sogno era di tornare all'Atalanta. Forse non immaginava di fare un giro tanto lungo prima del suo ritorno. Ora però il suo arrivo sembra così azzeccato da aver ripristinato un ordine naturale delle cose.
Nel Torino invece la situazione sta scadendo nel grottesco. Pare che Cairo risponda su Instagram ai tifosi che gli chiedono conto della cessione. Sostiene che sia stato Bellanova a voleva andar via, e che lui non è un pozzo senza fondo. Forse è tempo di cercare nuovi investitori e di ritrovare un po' di ambizione. La squadra che ha pareggiato a San Siro contro il Milan, allenata da Paolo Vanoli, lo merita.