08/04/2025 | 07.27
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Che fine ha fatto l'Atalanta?


"Partiamo da una premessa. L’Atalanta dopo questa partita è terza in classifica». Persino a Gian Piero Gasperini viene da ridere per la prudenza del giornalista che gli si avvicina come un guardiano dello zoo che deve nutrire una tigre affamata. Pochi giorni prima Gasperini aveva negato la crisi dell’Atalanta parlando di una situazione in classifica positiva come mai negli ultimi anni, passando un colpo di spugna sulla sconfitta di Firenze in cui l’Atalanta non aveva tirato neanche una volta in porta.

Adesso però è arrivata la terza sconfitta consecutiva - tutte senza gol, cosa mai successa nella sua gestione - la settima partita casalinga di seguito in cui l’Atalanta non riesce a vincere. Quindi, fatta la giusta premessa l’Atalanta è terza in classifica, ci si può chiedere «che fine ha fatto l’Atalanta»?

Gasperini a un certo punto arriva a dire che contro la Lazio «il risultato è andato in modo contrario a quella che è stata la partita». Certo sono stati poco brillanti davanti, ma non avrebbero meritato di perdere. Il che ci può anche stare, per quanto prodotto dalla Lazio soprattutto (appena 0.44 xG, dati Hudl Statsbomb), ma non è che l’Atalanta abbia fatto chissà che partita (0.99 xG). Almeno rispetto a quello a cui ci ha abituato - il punto è proprio questo: ci aspettiamo di più. Di fatto, Atalanta e Lazio hanno avuto un’occasione per una, a distanza di quattro minuti l’una dall’altra.

Al 49' Kolasinac ha colto di sorpresa il lato destro della difesa laziale infilandosi in area e arrivando sul fondo, ha messo dentro un bel pallone in cut-back per Retegui che però ha calciato con Gigot addosso: il difensore francese riesce forse a deviare il tiro e Mandas lo para un po’ con la coscia e un po’ col braccio sinistro.

Al 53', in una classica situazione in cui l’Atalanta marca uomo su uomo fino all’area di rigore avversaria, Mandas calcia direttamente alle spalle della difesa altissima, Dele-Bashiru e Isaksen incrociano le proprie corse, i rispettivi marcatori gli vanno dietro guardando la traiettoria aerea della palla e finiscono per sbattere l’uno contro l’altro; Kolasinac rovina a terra e Hien arriva tardi sul rimbalzo del pallone e sulla sponda di Dele-Bashiru per Isaksen, che segna il gol che decide la partita.

Contro la Fiorentina era bastata una pressione sul centrale in possesso (e un controllo impreciso di Hien), contro la Lazio un lancio lungo del portiere. Insomma, sapevamo che il sistema di Gasperini comportava benefici e rischi, ma raramente è stato così facile mandare in tilt la sua difesa.

La Lazio, che di solito ha una precisione nei passaggi dell’84.5%, ieri sera contro l’Atalanta si è fermata al 78%. Come detto, la squadra di Baroni non ha creato quasi niente, tutti i pericoli potenziali sono sfumati sulla trequarti. A causa del livello degli interpreti, della partita timida di Tchaouna (sostituito a fine primo tempo da Isaksen) dei passaggi sempre un po’ imprecisi di Dele-Bashiru e Dia che hanno fermato alcune azioni della Lazio un attimo prima di arrivare al tiro; ma anche proprio per il contesto a cui l’Atalanta costringe quasi tutte le sue avversarie.

Dopo quattro minuti dall’inizio Nuno Tavares ha rubato una palla a Cuadrado nella propria metà campo difensiva, la Lazio ha fatto scorrere bene il pallone in transizione fino al lato opposto, ma quando Lazzari all’altezza dell’area di rigore è tornato al centro Tchaouna ha sbagliato il passaggio di prima per Dele-Bashiru che avrebbe potuto calciare.

Al ventesimo Dele-Bashiru si è girato nella marcatura di Djimsiti e gli è corso alle spalle - su fallo laterale! - ma quando ha provato ad andare oltre Hien, mettendo Dia da solo contro Carnesecchi, ha sbagliato la misura, passandola a Bellanova in recupero. Nonostante ciò, la Lazio ha trovato la combinazione giusta che è bastata per vincere la partita.

Chi riesce a giocare in verticale, ad attaccare la profondità alle spalle delle marcature e, in particolare, alle spalle della difesa dell’Atalanta, può batterla. In questo momento, poi, è un obiettivo raggiungibile anche solo con un’azione davvero riuscita, proprio come è successo alla Lazio.

Si diceva, appunto, rischi e benefici. Il gioco di Gasperini ha raggiunto picchi di brillantezza che in Italia hanno avuto poche squadre in questi anni. Con la sua continuità, semplicemente nessuno. Ma quando le cose non funzionano il destino sembra voler mettere in mostra i punti deboli del suo sistema in modo persino crudele.

Uno dei punti di forza dell’Atalanta - una delle cose che più hanno ispirato altri allenatori ambiziosi e che, ad esempio, vedevamo nel Bologna di Thiago Motta, che vediamo nell’Inter di Inzaghi e persino nella Juventus di Tudor in queste ultime settimane - era la capacità di attaccare con molti uomini l’area di rigore e, in particolare, di sorprendere con gli inserimenti dei suoi difensori. Attaccare con i difensori (qui Dario Pergolizzi analizzava, un anno fa, questa tendenza che non riguarda solo gli schieramenti a tre) significa anche far giocare palloni delicati, importanti, a giocatori che magari delicati non lo sono quasi mai.

Kolasinac è stato fondamentale nella costruzione della sola occasione da gol dell’Atalanta, e qualche settimana fa ha fatto un assist di tacco per Zappacosta che rimarrà come uno dei più belli di questa stagione; ieri però ha toccato gli stessi palloni di Retegui in area di rigore (4, meno solo di Lookman) e non tutti con grande qualità. A volte trovare il modo per far attaccare meglio i propri giocatori con più qualità e con più fantasia potrebbe essere una soluzione più semplice. Oppure bisogna insegnare a trequartisti e attaccanti come si marca a uomo, così poi possono giocare loro nel pacchetto dei tre difensori.

Un esempio: al trentesimo Kolasinac arriva in area della Lazio dopo un dai e vai con Lookman. Riceve con spazio sufficiente a controllare ma è circondato di avversari, oltretutto il suo primo controllo non è di grande qualità e la palla finisce alle spalle di Gila che la protegge mentre esce oltre la riga di fondo.

Non ha funzionato la mossa di Gasperini di schierare Cuadrado dall’inizio come trequartista di destra, ma è stato anche merito della Lazio che ha tagliato fuori Lookman grazie a una grande partita dei suoi due centrali di centrocampo, Belahyane (all’esordio dal primo minuto, al posto di Guendouzi) e Rovella. L’Atalanta ha incontrato una delle migliori squadre del campionato dal punto di vista difensivo, pur con uno stile diverso dal suo - e vale la pena sottolineare che Gasperini ha battuto Baroni solo 3 volte in carriera, e Baroni allena la Lazio solo da questa stagione, prima aveva in mano squadre di caratura inferiore (con il Lecce, per esempio, Baroni lo aveva battuto sia all'andata che al ritorno, nella stagione 2022/23).

Lookman veniva cercato da Ederson in una zona di campo tra Lazzari e Gila, ma la copertura di Belahyane ha tagliato la loro linea di passaggio o lo ha portato a recuperare palla: a fine partita è stato il giocatore della Lazio ad aver recuperato più palloni (14) e ad aver ingaggiato più duelli al suolo (21, vincendone 12). Lookman lo ha dribblato tre volte, ma non è riuscito a ricavarne molto.

Al 27', ad esempio, Ederson serve Lookman, che con un grandissimo primo controllo taglia alle spalle di Belahyane verso il centro. Poi serve l’inserimento di Cuadrado sulla linea difensiva, al limite dell’area; Cuadrado si ritrova una palla un po’ arretrata e serve di nuovo Lookman con un tacco geniale. Lookman controlla, si aggiusta il pallone, ma perde il tempo giusto e viene prima recuperato e poi mangiato vivo da un grande intervento difensivo di Rovella (che è stato aiutato anche dal raddoppio di Zaccagni, ma non ce ne sarebbe stato bisogno).

La Lazio ha giocato una grande partita difensiva ed è stata premiata da un episodio in cui, però, ha influito anche il cambio eseguito a fine primo tempo di Baroni, che ha inserito un giocatore più verticale come Isaksen, la cui corsa in diagonale è stata fondamentale. All’Atalanta invece non ha funzionato quasi niente a parte l’ordinaria amministrazione.

È vero che ha «messo sotto la Lazio» per lunghe fasi, come ha detto Gasperini, ma questo è normale per il gioco dell’Atalanta contro squadre che non riescono a pareggiare la sua intensità con la tecnica in costruzione. La Lazio ha accettato il contesto di Gasperini ma ha vinto lo stesso, perché il contesto di Gasperini è quello in cui anche quando le cose vanno come vuole lui l’Atalanta corre dei rischi.

Non è una critica questa, anzi. Il coraggio di Gasperini è ammirevole anche quando viene punito proprio sui suoi punti deboli. In questo momento non funzionano molte cose, sarà anche per via della stanchezza e della difficoltà di chi entra dalla panchina di lasciare un segno - anche se resta il dubbio che De Ketelaere avrebbe potuto fare qualcosa di più al posto di Cuadrado, partendo dall’inizio, e che anche Samardzic possa essere utilizzato in modo diverso.

Più in profondità l’Atalanta sembra scontrarsi con i propri limiti strutturali, sia per quanto riguarda il progetto tecnico sia per quanto riguarda il proprio gioco. Che, però, sono dei limiti sempre più “in alto”. Ricordate la premessa iniziale? Nonostante i brutti risultati recenti, l’Atalanta è ancora terza in classifica. Adesso sta a Gasperini cambiare l’inerzia che l’ha portata a due punti dal quinto posto.

fonte ultimouomo.com

By marcodalmen
23 commenti
black-and-blue
08 Aprile 2025 | 11.59

Io dico che essere negativi ira non serve a niente. Ovviamente c'è stata la delusione ma ora va metabolizzata e usata come 'propulsore', proprio nei momenti più difficili e contro il pronostico questa squadra è sempre rinata e ripartita e ha dato il meglio. Quindi invito tutti a fermarsi un attimo con il facile disfattismo, tornare a fare gruppo e ripartire con forza e determinazione, sono certo che questa squadra a breve se ci crediamo tornerà ad essere forte e a stupirci, come è stato sempre in questi fantastici anni, e così sarà anche stavolta. Forza ragazzi

Mavro Galazio
08 Aprile 2025 | 11.32

Non mi piace per niente l'aria che tira. Giochiamo male da varie partite e il Gasp parla di ottime prestazioni. Speriamo si tirino assieme per continuare a lottare.

zeus
08 Aprile 2025 | 10.51

L’atteggiamento è ingiustificabile per dei professionisti , al di là di tutto.

siamo terzi si, ma già domenica potremmo essere sesti e chissà alla fine del campionato.

quando esultavamo per una salvezza all’ultima giornata, lo facevamo perché con la squadra a disposizione era il massimo che potevamo ottenere.

adesso la qualificazione in Champions è quello che si deve ottenere, non un “qualcosa in più” come qualche anno fa.

lo dice uno che faceva le trasferte in B, non un tifoso spuntanto nell era gasperini.

LA MAGLIA SUDATA SEMPRE è un concetto fondamentale che non cambia.

cambia l ‘obiettivo se ad indossarla  invece di mezzi scarponi è gente forte 


Mavro Galazio

In risposta a: zeus

08 Aprile 2025 | 11.44

Molto ben detto Zeus!

baggins
08 Aprile 2025 | 10.50

Manca la spensieratezza che c'era i primi anni con Gasp.
Quando andavi sotto e continuavi a giocare e ribaltavi le partite. 
Mentre ora, al primo problema/intoppo, si va in barca e non ci riprendiamo più. 

Adesso sembra che tutto sia dovuto, in primis a noi tifosi.

Dobbiamo andare in Champions.
Dobbiamo vincerle tutte.
Abbiamo 11,10,9,8,7 finali.

Basta! Testa più sgombra e cuor più leggero. 
Poi, quel che verrà, verrà. Se gli altri saranno più forti, ci toglieremo il cappello.

Gusto65

In risposta a: baggins

08 Aprile 2025 | 12.32

Ottimo commento. Quoto totalmente.

crazyhorse200
08 Aprile 2025 | 09.51

manca la brillantezza .  

Gualo
08 Aprile 2025 | 09.43

Dirò la mia..

la stagione è finita quando qualcuno pensava di aver raggiunto l'obiettivo (che purtroppo non è sportivo ma economico) della qualificazione champion. Avevamo un sogno, che si può raggiungere o no ma è bello viverlo e provarci, invece a gennaio dopo l'infortunio di Scalvini e Scamacca per almeno provarci si doveva metter mano al portafoglio e questo nn è stato fatto (perchè l'obiettivo sopra) sembrava ormai in tasca.

Gente di campo e sport queste cose le sente, e da qui la piramide è crollata..nn solo per le dichiarazioni (che di per se contano come il 2 di briscola, tanto che dopo quelle di è vinto Verona e Torino) ma passata la voglia al condottiero, perchè è sempre stato l'unico con ambizione (e chi segue la dea da prima del suo ciclo ben dovrebbe ricordarselo) piano piano è passata a tanti/troppi. Già c'era chi voleva andarsene d'estate figuriamoci dopo. Cavolo ho addosso una delusione pure io vedrò se sacrificare la domenica o starmene con famiglia e (vedere mia figlia giocare a pallavolo) invece che correre x trovarmi davanti a certi spettacoli.

Questo per dire che la motivazione conta, e conta sul campo nn nei bilanci!! 

Personalmente la colpa primaria stà sopra, incima, dall'altra parte dell'oceano (xchè quelli sono i proprietari) con il beneplacido di chi è direttamente più interessato nella gestione qui a BG, cioè l'amministratore Delegato.

Poi parola al campo..



albisarnico

In risposta a: Gualo

08 Aprile 2025 | 10.59

Analisi sempre lucide amico mio !

maurom72

In risposta a: Gualo

08 Aprile 2025 | 11.02

Non fa una piega. Però proprio per questo da domenica ci deve essere una reazione. 

lucanember

In risposta a: Gualo

08 Aprile 2025 | 11.29

Funziona così secondo alcuni come te, se vinciamo è merito solo di Gasperini, se perdiamo la colpa è della società e a ruota dei giocatori.....la colpa ed i meriti sono di tutti, sempre, poi si possono spartire le percentuali.

Ma un allenatore, che a torto o ragione, spara a zero su società, alcuni giocatori e persino alla stampa che comunque ha il suo peso destabilizza l'ambiente con tutte le conseguenze.

Domenica vedendo le due squadre partiamo largamente sfavoriti ma il calcio è strano e confido in una loro sottovalutazione nei nostri confronti ed una reazione d'orgoglio di mister e giocatori....mai abbattersi nella vita.

La mattina pure io ho la pallavolo della figlia e finirà giusto in tempo x la partita che vedrò x forza in TV....ma chi va allo stadio inciti a più non posso

Nemesis68

In risposta a: Gualo

08 Aprile 2025 | 12.16

Analisi che condivido molto, senza entrare nel campo minato di chi sia l'artefice del "peccato originale" e di chi, a ruota, abbia a propria volta "peccato" reagendo in modo sbagliato.

Come già avevo scritto qualche settimana fa, il fatto che, di punto in bianco, Gasperini aveva rilanciato per l'obiettivo impossibile (dopo aver ripetutamente negato che l'Atalanta fosse in corsa per lo scudetto anche quando eravamo primi in classifica e giocavamo alla grande)  credo fosse il segno che lo stesso si era accorto (anche forse a causa di suoi atteggiamenti, prima o dopo quelli societari ciascuno lo valuterà in base a ciò che meglio crede) che i giocatori, constatato che la società non aveva inteso investire oltre manifestando implicamente di non credere più di tanto al sogno scudetto e/o dando per scontato che l'ormai l'obiettivo economico primario (qualificazione C.L.) fosse in tasca, si erano ormai messi in modalità "ECO" (non di Bergamo eh!) e, temendo una decrescita tutt'altro che felice, aveva cercato di "riaccenderli" sfruttando gli inattesi rallentamenti di Inter e Napoli per riportarli in modalità "SPORT".

Purtroppo, la partita con l'Inter, pur generosamente giocata, ha sancito (anche per episodi sfavorevoli) la fine dell'elettroshock, e ora, come quando smetti di giocare sul 3-0 e poi ti ritrovi l'avversario che riapre la partita e ci crede e va a mille, riattaccare la spina è tremendamente complicato (a maggior ragione se l'unità di intenti e di futuro per la prossima stagione pare ormai un ricordo, tanto tra allenatore e società quanto per diversi "big" o presunti tali). Bisogna davvero sperare in una fiammata d'orgoglio (positivo) da parte di tutti e che possa prevalere, anche nel mister e nei giocatori, un po' di senso di riconoscenza anche verso Bergamo e i tifosi, che davvero sono sempre stati vicini e con la squadra (forse pure troppo, soprattutto in quest'ultimo periodo).

Lorenz67
08 Aprile 2025 | 09.39

ieri sera vedendo il secondo tempo delle mortadelle contro i pulcinella mi e' sembrato di rivedere la Dea dei tempi d'oro (quella del Papu, Bepi, Duvan, Muriel...): intensita' a mille, napoli schiacciato nella loro area, corsa e movimento di tutti (cosa che ormai non vediamo da qualche settimana da parte dei nostri... tutti fermi e facilmente marcabili), uno-due uomini sempre liberi vicini al portatore di palla, millemila cross da entrambe le fasce.... se vengon qui a bergamo cosi' in forma e noi giochiamo come le ultime due attendiamoci il peggio... finisce come finiva sempre il Sassuolo del vate suino contro di noi ..... 

romy67
08 Aprile 2025 | 09.38

È vero anche che ci gira tutto storto....era da 0-0,e pure peccato il tiro di retegui sia andato a sbattere sulla caviglia del portiere, queste giocate di retegui in altre occasioni sono entrate, ne ricordo 2, a como e Verona, poi il rigore con il toro, il palo di zappacosta con il Cagliari....non ne va bene una negli ultimi tempi. 

Kaiser
08 Aprile 2025 | 08.25

La Dea poteva vincere la gara di corsa come sempre, ha inciampato da sola , si e autoeliminata da sola, senza avere il coraggio di correre fino alla fine. ( prima il Gasp, poi la società è adesso i giocatori) 

Il Vate
08 Aprile 2025 | 08.04
L'Atalanta si è spappolata da sola
Gabry76
08 Aprile 2025 | 07.57

Ragazzi ma da quando gasp ha detto che va via i giocatori hanno capito che il ciclo è finito e quindi stanno pensando ai fatti loro…

se l Atalanta va in Champaign..Lockman vale almeno 70 milioni Ederson 65 Retegui 65…e così via

semza champions Lockman vale 35 40 milioji Ederson idem Retegui 35

e quindi possono andare via più facilmente…

e la società che dorme!!! Dove sei Percassi?? Cosa volete fare dell Atalanta in futuro?? 

poggiaus

In risposta a: Gabry76

08 Aprile 2025 | 08.59

Qualcuno che ha le palle di dirlo. E verra ricoperto di cacca

Francisco d Anconia

In risposta a: Gabry76

08 Aprile 2025 | 09.59

Secondo la tua teoria, da quando Gasp ha detto “a fine stagione si vedrà…” (come fa da anni, tra l’altro), i giocatori avrebbero smesso di giocare. Come spieghi le vittorie e le prestazioni convincenti contro Empoli e Juventus? Forse hanno avuto un crollo emotivo posticipato? O magari hanno una sveglia interna impostata con un fuso orario sbagliato, che li avvisa con settimane di ritardo su quando dovrebbero preoccuparsi del loro futuro?

E poi, ammesso e non concesso che sia come dici tu: cosa dovrebbe fare Percassi, entrare nello spogliatoio con la bacchetta magica e gridare “ritrovate la voglia!”? Se un giocatore decide di spegnersi, pensi davvero che basti un discorsetto motivazionale per riaccenderlo? Peraltro, non sappiamo cosa stia realmente facendo la Società; non possiamo affermare che non stia facendo nulla solo perché non abbiamo tutte le informazioni. Giudicare da fuori, senza conoscere la realtà dietro le quinte, è comodo… ma decisamente poco produttivo.

La verità è che ci stiamo abituando a un’Atalanta che da anni fa miracoli, e ora, al primo segno di difficoltà, si grida subito al tradimento, alla fine del mondo e alla latitanza della società. Ma qui non dorme nessuno: forse è qualcun altro che dovrebbe svegliarsi… dal tifo da bar sport.

Oggi su L’Eco c’è un articolo molto lucido di Belingheri che fotografa la situazione attuale. Non si mette a distribuire colpe a caso, perché, alla fine, tutti credono di avere la verità in tasca… ma nessuno ne sa più degli altri, nemmeno quelli che scrivono proclami sui social come se vivessero a Zingonia ogni giorno.

Ma alla fine, a chi davvero importa la verità, quando è così più comodo schiacciare il tasto “Inserisci commento” e sentirsi esperti?

unodibergamo

In risposta a: Francisco d Anconia

08 Aprile 2025 | 10.58
Mi sono preso un momento per cercare lo scritto da te citato e leggermelo. Che dire, bacchetta i social e non è nemmeno troppo complicato capire che si riferisce anche e soprattutto ad Atalantini.com, con i cui amministratori il rapporto è da sempre, diciamo teso per usare un eufemismo. Va detto che lo stesso Belingheri è il deus machina di uno dei social (Corner) con target Atalanta e dedicato alla sua tifoseria. L'ha proposto, attivato e lo gestisce lui in prima persona unitamente ad altri. Lo scotto da pagare se apri la porta del bar-sport digitale è anche quello di leggere assurdità. Ma i vantaggi sono innumerevoli, ivi compreso quello di avere punti di osservazione non pre-confezionati. Ho come la sensazione che dietro questo appello (condivisibile nella sostanza) ci sia un celato tentativo di delegittimare l'autorevolezza del lavoro (gratuito) di altri. Mi sbaglierò, ma tra l'Eco di Bergamo ed Atalantini.com scelgo tutta la vita il secondo, pur con tutte le sue storture e criticità.
Francisco d Anconia

In risposta a: unodibergamo

08 Aprile 2025 | 13.46

Sarò un ingenuo, però io non ho letto nello scritto de L’Eco un attacco ad Atalantini.com nello specifico. Mi è sembrato piuttosto un richiamo generale alla moderazione, un invito a non farsi travolgere dagli isterismi da social che in questo momento servono davvero a poco, anzi, fanno solo danni.

Atalantini.com è una realtà straordinaria, fatta da persone che ci mettono tempo, passione, competenza, energia. Meritano solo gratitudine, e colgo l’occasione per ringraziarli sentitamente.

Detto questo, come in ogni comunità online, anche qui dentro ci sono personaggi che sembrano vivere solo per puntare il dito, vomitare sentenze e spargere disfattismo a ogni occasione. Sempre gli stessi, sempre con lo stesso disco rotto. E francamente, hanno stancato.

Io per esempio evito accuratamente di leggere i commenti nella chat live durante le partite quando le cose vanno male: so già quali nick appariranno e con quale tono. Sono una minoranza, sì, ma rumorosa, tossica e soprattutto inutile. Perché è fin troppo facile giudicare a posteriori, senza sapere nulla dei contesti, delle dinamiche, delle responsabilità vere. In questo momento, invece, ci sarebbe bisogno del contrario: silenzio, sostegno, fiducia.

Lasciamo lavorare chi ha il timone in mano, magari non saranno perfetti, ma sono quelli che ci hanno portato a gioire e, forse, sono ancora gli unici in grado di farcelo fare di nuovo.

unodibergamo

In risposta a: Francisco d Anconia

08 Aprile 2025 | 17.19

Non sei ingenuo, sono io che vedo cose che "«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser" 


Detto questo, su una bella schiera di personaggi che popolano questa comunità online siamo d'accordo....alcuni potrei riconoscerli anche se si firmassero tutti John Doe.


albisarnico

In risposta a: Francisco d Anconia

08 Aprile 2025 | 11.04

Ah , io per quello dormo eccome. Ma una cosa è certa....tutti gli anni e dico tutti , di questo periodo si volava. Oggi fatichiamo ed è sotto gli occhi di tutti tranne di chi non vuol vedere che qualcosa - non so cosa, e manco ho la presunzione di volerlo sapere - è successo. Una involuzione così non si era mai vista. Poi, come diceva quello là ,a pensare male si fa peccato...