Da blogcagliaricalcio1920.net:

Ecco perché il Cagliari non è ancora la nuova Atalanta
Un raffronto affascinante ma ancora precoce

Dopo sei turni di campionato è ancora molto presto per trarre dei bilanci. Tuttavia, le tre vittorie consecutive del Cagliari e il buon punto interno ottenuto contro il Verona, pare non solo abbiano spazzato via per sempre le prime due sconfitte iniziali, ma (giustamente) anche fatto sognare una piazza, quella isolana, vogliosa di crescere.

A qualche tifoso è parso quindi legittimo (guardando la classifica) accostare il nome del club rossoblu a quello dell'Atalanta di Gasperini, diventata da qualche stagione, il metro di paragone per giudicare i percorsi virtuosi delle squadre di media classifica (sulla carta) e sull'esempio bergamasco, i possibili traguardi raggiungibili o ipotizzabili, o in caso contrario, evidenziarne le criticità e le differenze.

Un raffronto affascinante ma ancora (forse) troppo precoce. Gli uomini di Maran infatti rispetto ai lombardi hanno in cantiere tutta una serie di parametri da migliorare e per i quali serve tempo. Le ambizioni, la continuità, l'abitudine a vincere, la reputazione, il peso dei leader, la fluidità di gioco, la coscienza del collettivo, l'inclusione dei nuovi. Tutti aspetti in via di maturazione in questo Cagliari, ma che con costanza e pazienza vanno ulteriormente coltivati e allenati per determinare una classifica d'alto rango e (soprattutto) che duri nel tempo.

L'Atalanta versione (19/20) infatti, porta in dote questa serie di caratteristiche ben rodate e che non nascono certo per caso ma sono il frutto di intere annate di lavoro pregresso. Così come (a livello tecnico) sono fluidi gli incroci tra le punte, le triangolazioni con sovrapposizione, il trequartista a rimorchio degli attaccanti, le incursioni laterali, i cross dal fondo degli esterni, gli ordinati movimenti difensivi.

Sarà il campo, a fine stagione, a dire se questo Cagliari avrà un'indole “atalantina” o meno. Per ora si lotti su ogni pallone in casa e in trasferta.