Coppe allenanti?
Se lo chiede oggi il Corsport in un loro articolo
La Champions League aiuta ad allenarsi per lo scudetto o no? Giocare una sola partita a settimana diventa davvero un vantaggio tra aprile e maggio? Il tema divide gli addetti ai lavori e alimenta il dibattito.
Domenica sera, mentre le luci dello Stadium si spegnevano, Gian Piero Gasperini ha affrontato l’argomento da una prospettiva diversa, quasi da studio accademico. Una questione che potrebbe essere analizzata a Coverciano e approfondita anche dal punto di vista scientifico, considerando l’impatto dei cambi di stagione.
Interrogato sulla possibilità che l’Atalanta possa trarre beneficio rispetto all’Inter, l’allenatore ha espresso un’analisi articolata: "Premessa: avrei preferito proseguire in Champions. L’eliminazione contro il Bruges è stata una delusione, soprattutto perché non era tra le squadre più attrezzate. Però ci siamo arrivati in condizioni non ottimali, dopo cinque mesi in cui abbiamo giocato ogni tre giorni, affrontando infortuni pesanti: Scamacca, Kossonou, Scalvini. Assenze continue, come Bremer per la Juve. Ora posso dire che queste due settimane di allenamento ci hanno fatto bene. A Torino, solo Posch era indisponibile."
Guardando alla fase decisiva della stagione, Gasperini ha introdotto una riflessione nuova: il ruolo del caldo e della gestione delle rotazioni. Tra aprile e maggio, infatti, diventa più difficile allenarsi con intensità. "Sarà un vantaggio? Non lo so, ma dovremo lavorare bene. In primavera, quando le temperature salgono, giocare con continuità aiuta. Lo dimostra l’esperienza dell’anno scorso: abbiamo raggiunto la finale di Dublino senza perdere terreno in campionato."
Nella passata stagione, infatti, l’Atalanta ha chiuso il campionato con sei vittorie consecutive (escludendo il recupero con la Fiorentina a giugno), qualificandosi in Champions e vincendo l’Europa League con una straordinaria prestazione contro il Bayer Leverkusen, imbattuto in Bundesliga. Un finale in crescendo, a conferma del fatto che il problema non è il numero di partite, ma gli infortuni. La chiave è il turnover, il recupero e la prevenzione degli stop muscolari.
Dal punto di vista della preparazione atletica, è fondamentale mantenere un ciclo di lavoro costante. Se una squadra gioca una volta a settimana per tutta la stagione, si abitua a distribuire i carichi di lavoro in modo graduale. Se invece è abituata a scendere in campo ogni tre giorni per mesi, interrompere il ritmo può diventare rischioso.
Ora, con la sosta per le nazionali alle porte, si chiude il periodo più faticoso per le squadre ancora in corsa su più fronti. Due novità hanno inciso più di quanto si pensasse: la nuova formula di Champions ed Europa League, con otto partite invece di sei nella fase iniziale, ha aggiunto due impegni cruciali a gennaio. A questo si è sommata la Supercoppa italiana in Arabia Saudita a Capodanno. Non a caso, Atalanta, Juventus, Milan e Inter hanno pagato il conto con cali di rendimento e infortuni tra gennaio e febbraio.
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