04/07/2023 | 09.09
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Decreto Crescita, sgravi "a metà" per i nuovi acquisti di luglio



Ecco perché i nuovi acquisti non godranno per intero del regime fiscale agevolato previsto dal Decreto: cosa dice la norma.

Requisiti Decreto Crescita – Quello del Decreto Crescita e dei suoi benefici fiscali è un tema molto sentito dalle società di calcio italiane, in maniera particolare durante le finestre di mercato. La norma, modificata nel 2019 per inserire all’interno anche gli sportivi professionisti, prevede vantaggi per chi sposta la propria residenza in Italia, con i redditi prodotti in Italia che vengono pesati solo al 50% in termini fiscali.

Una condizione che – a parità di stipendio netto tra un calciatore che per esempio milita in Serie A, e uno che gioca in Liga – consente a un club di scontrarsi con uno stipendio lordo decisamente più basso. Un aiuto non da poco per le società, che possono così guadagnare un vantaggio a livello di proposte contrattuali nei confronti dei potenziali nuovi acquisti.

Per poter godere di questi benefici, ci sono tuttavia da considerare delle condizioni da rispettare. Sono tre in particolare i parametri di accesso al regime per i lavoratori “impatriati”:

  • l’essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia;

  • l’obbligo di permanenza in Italia per due anni a seguito del trasferimento di residenza;

  • lo svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.


Requisiti Decreto Crescita – Il tema dei giorni di residenza


Per quanto riguarda il tema dei “due periodi di imposta” trascorsi all’estero prima di tornare in Italia, per essere ritenuti “residenti” all’estero è sufficiente trascorrere e produrre reddito per 183 giorni al di fuori dell’Italia nel corso di un anno solare. La stessa tempistica, se ribaltata, definisce anche i giorni di residenza fiscale in Italia necessari affinchè si possa applicare la normativa a partire dal momento del trasferimento per un calciatore.

Partiamo da una considerazione: la stagione calcistica copre il lasso di tempo dal 1° luglio dell’anno precedente al 30 giugno dell’anno successivo. Il 2 luglio terminano i 183 giorni oltre i quali una persona non può essere considerata fiscalmente residente in Italia, anche con spostamento della residenza. In sostanza, si considerano residenti fiscali in Italia per l’anno solare coloro che hanno trascorso nel Paese più del 50% dei 365 giorni annuali.

«Considerato che per le persone fisiche il periodo d’imposta coincide con l’anno solare, un contribuente che si sia trasferito in Italia dopo il 2 luglio (dopo il 1° luglio nel caso di anno bisestile) non può essere considerato fiscalmente residente per quell’anno, in quanto risulterà residente per un tempo inferiore alla maggior parte del periodo d’imposta», si legge nelle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate.

«Per esempio, chi si iscrive nell’anagrafe della popolazione residente a partire dal 3 luglio 2018 non è considerato fiscalmente residente nel 2018 e, pertanto, non può accedere alle agevolazioni per quell’anno d’imposta, a meno che non abbia effettivamente trasferito il domicilio o la residenza prima di tale data», prosegue l’Agenzia.

Secondo il secondo comma dell’art. 2 del TUIR  è considerato contribuente residente colui che è, per la maggior parte del periodo di imposta, ai fini di quanto disposto dal Codice Civile (i tre requisiti sono alternativi):

  • iscritto nell’anagrafe della popolazione (italiana) residente;

  • o mantiene il domicilio ( luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi);

  • o la residenza (luogo in cui la persona ha la dimora abituale, nel quale, cioè, una persona abita e svolge in maniera continuativa la propria vita personale).


Requisiti Decreto Crescita – Sgravi a metà dopo il 2 luglio


Considerate queste indicazioni, per i calciatori che hanno diritto a usufruire dei benefici fiscali del Decreto Crescita, ma che trasferiscono la residenza fiscale in Italia oltre il 2 luglio, i club potranno godere dell’applicazione della normativa solamente per metà stagione, quella che prende il via con il nuovo anno solare.

Per fare un esempio pratico, un calciatore con un ingaggio da 5 milioni netti a stagione peserebbe al lordo per 6,55 milioni di euro in caso di applicazione del Decreto per intero. Qualora invece il trasferimento avvenisse dopo il 2 luglio, la prima parte di stagione non sarebbe toccata dagli sgravi, e lo stipendio lordo per la stagione sarebbe pari a 7,9 milioni di euro.

fonte calcioefinanza.it
By marcodalmen
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