04/09/2024 | 07.27
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"I daspo e gli stadi vietati: salvato da Caligo". La storia del Bocia


’ E' la storia di Claudio Galimberti, negli stadi di tutt’Italia conosciuto come "Bocia" ultras dell’Atalanta: "Da anni vivo a Senigallia"


Una, due, tre vite e chissà quante altre ancora. Da giardiniere a capo ultras dell’Atalanta sino a uomo di mare, poi quell’esperienza da ristoratore a bordo dello stesso peschereccio e una gran voglia di mettersi in gioco.

Claudio Galimberti, conosciuto in tutta Italia come "Bocia", non è tipo da mezze misure: controverso, discusso, ma indubbiamente carismatico e mai banale. Un termine ricorrente nella sua esistenza è passione, un concetto sfuggito di mano in alcune situazioni, ma lontano dalla sua Bergamo, a causa delle restrizioni che tutt’ora sta scontando e con dei daspo che non gli permettono di tornare negli stadi, si è inventato una nuova vita.

"Poco dopo il mio arrivo nelle Marche ho conosciuto Matteo, il comandante della Caligo Guercio, che mi ha coinvolto nel suo progetto – dice Claudio Galimberti -. Quella barca l’ho vista in costruzione, ho partecipato ad ogni fase della sua nascita, dal nome alla messa in mare, ciò mi ha aiutato ad ambientarmi".

Dalla curva ai banchi di nebbia dell’Adriatico e più di una volta quella domanda ricorrente: dove sono finito? "Tante volte me lo sono chiesto, ma quanto è affascinante trovarsi a navigare li in mezzo. All’Atalanta ci penso eccome, la Caligo, però, è stata un’ancora di salvezza – dice –. Lì ho sprigionato l’energia che fa parte di me, mettendo al primo posto il lavoro. Le Marche, Senigallia, mi hanno aiutato tantissimo, a bordo non tutti mi conoscevano, ero semplicemente Claudio. Autenticità, identità e costanza sono stati questi i segreti del successo della Caligo – continua -. Al di là degli errori, quella barca è stata anche un motore sociale: abbiamo regalato serenità a non so quanti anziani, abbiamo servito sempre e solo cozze, ciò che in inverno coltiviamo, per rispetto delle altre attività, senza mai alzare i prezzi perché oggi è costoso per una famiglia andare a cena fuori – prosegue -. Ho ricevuto tanto, nel mio piccolo ho cercato di ricambiare, anche nei momenti di difficoltà: penso all’alluvione quando abbiamo aiutato alcuni pescatori a salvare materiali e barche".

La Caligo è stata sempre associata a Galimberti ed anche lui ne è consapevole: "Ognuno ha il suo carattere, io l’anima ce l’ho messa in ogni servizio perché amavo quel lavoro e tutt’ora credo nella forza della convivialità".

La sera dell’8 agosto scorso però, cala il sipario sul ristorante: un controllo congiunto porta alla cessazione dell’attività a causa di numerose violazioni riscontrate.

"Quella sera ho capito subito che era arrivata la fine della Caligo – rimarca -. Non spetta a me entrare nel merito delle irregolarità, ma le modalità sono discutibili. Dispiace, tanto, non lo meritavamo".

By marcodalmen
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