Il messaggio del Messaggero
Articolo uscito stamattina sul quotidiano romano. L'ambiente stima il Gasp ma non dimentica l'astio del passato.
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Non c'è mai stato amore tra la Roma e Gian Piero Gasperini. Anzi, quando il tecnico ha avuto modo di sferrare una frecciatina, l'ha fatto senza pensarci troppo. Sono schermaglie che appartengono al passato, ma si sa, il tempo guarisce tutte le ferite, specie quando ci sono di mezzo interessi economici, tecnici e ambiziosi.
Il tecnico dell'Atalanta, ieri mattina a Roma per ritirare il premio Bearzot assegnato dal presidente dell'Us Acli Damiano Lembo come miglior allenatore della passata stagione (Andrea Colombo ha ricevuto il premio come miglior arbitro intitolato a Stefano Farina), non si è tirato indietro. In attesa di uscire dalla Sala d'onore del Coni, il tecnico ha parlato, anche a sorpresa. "L'interesse della Roma nei miei confronti è motivo di orgoglio. Ma noi navighiamo a vista, è difficile prevedere cosa accadrà in futuro". E poi: "Roma è un posto straordinario, con un pubblico incredibile. È come la Nazionale, piace a tutti", ha detto alla Rai. "C'è Ranieri, che è un grande allenatore", si è lasciato sfuggire anche lui. È normale, la stima tra i due è nota. E nel pomeriggio i protagonisti si sono incontrati a Coverciano dove a Gasp è stata assegnata la Panchina d'oro: "Io sto benissimo dove sono, ma come ogni cosa c'è un inizio e una fine, l'inizio si sa, la fine non si sa mai. Ma ora viviamo nel presente. Thiago Motta? Non mi piace questa crocifissione mediatica". Parole pronunciate in un momento delicato della sua storia d'amore, sì, con la sua Atalanta. Gian Piero ha lasciato intendere di essere in una fase di riflessione sul futuro con la Dea, nonostante abbia un contratto fino al 2026. Dopo nove anni, l'uomo che ha portato Bergamo sul tetto d'Europa potrebbe lasciarla per una nuova sfida. E se questa sfida si chiamasse Roma, potrebbe contare su Claudio Ranieri, tanto amato e ascoltato dai tifosi, capace di ribaltare il giudizio di gran parte della tifoseria. Gasp, infatti, era già stato contattato nel 2019 dal consulente Franco Baldini, braccio destro dell'ex presidente James Pallotta, al quale aveva dato un secco no senza pensarci troppo. La rosa, gli orizzonti grigi e una società prossima alla cessione hanno fatto desistere il tecnico dal grande salto.
Al di là del no dato alla Roma e anche al Napoli lo scorso anno, restano impresse nella memoria collettiva le battute contro José Mourinho, o quelle riferite all'operato dell'arbitro quando nel gennaio 2024 la Roma pareggiò all'Olimpico contro l'Atalanta grazie a un rigore: "È una commedia". Difficile dimenticare anche la dichiarazione sul malore di Ndicka a Udine (inizialmente temuto un infarto, poi rivelatosi pneumotorace) che costrinse l'arbitro a sospendere la partita. Parole pronunciate dopo il rinvio di Atalanta-Fiorentina per la morte del dirigente Joe Barone: "Avremmo giocato prima ma non è stato possibile. Purtroppo in quella circostanza è successo qualcosa di drammatico, e bisogna rendersi conto che non era un codice giallo."
Precedenti che non dipingono un bel ritratto dell'allenatore agli occhi di alcuni tifosi della Roma, che però ne conoscono le capacità di allenatore. Un professionista capace di lanciare giovani talenti, rivitalizzare veterani e, soprattutto, vincere. Ma a quale prezzo? A Bergamo guadagna 3 milioni all'anno e avrebbe anche una percentuale sulle plusvalenze. Un accordo, quest'ultimo, che Trigoria non avrebbe intenzione di concedergli.
Ecco perché c'è chi sussurra che le sue dichiarazioni a favore della Roma siano state fatte per mettere fretta a qualche altro club (leggi Juventus). Se anche questa volta il matrimonio non dovesse concretizzarsi, Ranieri e Ghisolfi hanno già pronte altre opzioni, tra cui Maurizio Sarri, che ha iniziato a parlare di futuro: "Andrò dove mi chiameranno e dove risponderanno sentimento e forti motivazioni".
