La nostra Odissea volge al termine

Sono sempre stato tra quelli, che pur amando viaggiare, desiderano, verso la fine della vacanza, il ritorno a casa.
La sete di conoscenza, che mi porta a viaggiare, non ha mai battuto il profumo di casa, che mi ha sempre procurato la necessaria serenità e protezione.
Ed ecco che, dopo una lunga e appassionante Odissea atalantina, mi sento un po’ come Ulisse col suo desiderio fortissimo di tornare ad Itaca.
Il nostro stadio, e il recarsi all’Atalanta, è certamente sinonimo di casa.
Potremo essere cambiati, travestiti da mendicanti come Ulisse, o ripuliti e rinnovati come la nostra Arena.
Ma ci riconosceremo.
Dalla brezza che tornerà a solleticare il mio viso, dal percorso del sole che conosco e che cambia con le stagioni, dagli amici sempre al loro posto, e dalle cicatrici che il tempo ci ha lasciato indelebili.
La nostra casa, che ci ha cresciuto e nutrito di sogni, ci riconoscerà come fece la nutrice di Ulisse, Euriclea, proprio da quella cicatrice nascosta che lei ci curò.
E, in un lungo abbraccio, mi perderò e ritroverò.

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