"L’ALLENATORE ULTRÀ (dell’Atalanta)" TORINO vs ATALANTA 0-7 by GL Savoldi
Dal profilo Facebook di GianLuca Savoldi:
“L'unico modo per sentirsi qualcuno è sentirsi se stessi.“
Jim Morrison
Sabato sera ero a Torino.
Sono queste le trasferte che mi piacciono di più, quelle che arrivano dopo un paio di sconfitte e i tifosi con la puzza sotto il naso stanno casa; aggiungici poi la partita di sabato sera con il freddo tipico dei “giorni della
merla” e il settore ospiti con una disponibilità limitata (1300/1400 posti).
Pochi ma buoni.
Belli stretti e tutti con la voglia di cantare, saltare.
Una bellissima atmosfera a prescindere, divenuta surreale con la storia di una partita incredibile.
Dopo ogni gol segnato dalla Dea sembrava di sognare e, complice una visuale scarsina, a volte sembrava che l’arbitro non avesse convalidato. Non so se in quei momenti prevaleva un sentimento di incredulità oppure ci ingannava il fatto che i nostri giocatori ormai festeggiano il gol in modo composto, tipico di chi ha grande consapevolezza dei propri mezzi.
La vera lezione a mio avviso non è stata per il Torino.
La lezione vera, se capita, è arrivata per il neonato pubblico dal palato fine, quello che mugugnava dopo il fischio finale con la Spal. Quello che alla prima “giornata no” ne ha per tutti. Un pubblico che probabilmente quando non gioca la Dea va al Nou Camp a vedere il Barcellona. Non saprei dire se questa gente ha davvero il palato fine o in realtà si diverte di più quando si perde, così almeno può rompere i coglioni sentendosi tutti grandi allenatori, psicologi, professori di scienze motorie, manager.
Questa è una squadra talmente forte da far credere che sia tutto facile, che sia “normale” dominare tutti gli avversari e stravincere. Questa squadra non viene più vissuta come straordinaria ma si da ormai per scontata.
Certa gente non comprende che non è assolutamente possibile giocare sempre così. Altrimenti certi squadroni non avrebbero perso campionati perdendo l’ultima giornata contro una “piccola” e magari senza particolari stimoli di classifica.
Cari tifosi blaugrana travestiti da atalantini, leccatevi i baffi per questa Atalanta perché sarà difficile ritrovare un gruppo di simili qualità tecniche ed umane. Una squadra così forte ed uno spogliatoio di uomini come pochi.
Ho sentito dare a questi ragazzi dei leziosi, dei presuntuosi, degli spocchiosi.
Mi dispiace essere noioso e ripetitivo con la maggior parte della meravigliosa tifoseria bergamasca che spero capirà che è solo per colpa di pochi che continuo a battere su questo tasto.
Sono pochi ma li butteri giù dai gradoni con un calcio nel sedere. Però mi trattengo, a fatica.
La magia di questa squadra, la vera arma in più, é che va in campo e si diverte, sempre, mentre altre squadre giocano con l’ossessione del risultato a tutti i costi.
Il cambio di mentalità che ci ha portato in alto lo dobbiamo a caratteristiche ben precise che abbiamo sviluppato e ricercato nelle scelte, tutte.
Siamo consapevolmente audaci, imprudenti, sfrontati. Questo atteggiamento, oltre a dare notevoli vantaggi dal punto di vista tattico, mette in difficoltà l’avversario, anche e soprattutto quello blasonato, che non trova più una squadra in soggezione, che si fa dominare cercando di sfruttare quel poco che gli viene concesso.
Trovano una squadra che sfida loro sotto tutti i punti di vista: del palleggio, del duello, sulla corsa, sulla forza...
Se per qualcuno questo vuol dire essere presuntuosi, spocchiosi, leziosi, ben venga.
Io la mia Talanta la voglio così per sempre.
Anche se ogni tanto il rischio si paga.
Non siamo noi quelli che hanno scritto sul colletto che "l’unica cosa che conta è vincere", abbiamo scritto altro.
E in questo senso ai ragazzi non si può rimproverare niente.
Loro hanno deciso di essere “se stessi”.
Lasciamo che lo siano..
GianLuca Savoldi