21/04/2020 | 19.58
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Lettera a mio Nonno

Caro Nonno,

te ne sei andato da poco, e io son qui tra le lacrime a ripercorrere ciascuno dei momenti più piacevoli che ho potuto vivere con te, cercando di scrivere questa lettera anche per far sfociare il mio dolore. Inevitabilmente, la nostra amata Atalanta è presente in tanti tra questi. Mi ricordo quando andavamo allo stadio insieme a papà, e tu ti mettevi nella zona laterale di quella Curva che è stata la tua casa domenicale per una vita intera, insieme ad altri tuoi cari di vecchia data. Appena finita la partita, il ritrovo a casa tua per ascoltare le interviste e rivedere i gol. La nostra Atalanta, ma questo lo sappiamo bene tutti, è più che una semplice squadra. Ci avevamo trovato quasi una fede da custodire, da tramandare di padre in figlio, un esempio da seguire per quei valori che ci trasmetteva. In quei momenti di ritrovo con famiglia e parenti, il nonno è per eccellenza quello che custodisce più storie del passato. Partite memorabili, eventi surreali, giocatori romantici di altri tempi.

Purtroppo ora te ne sei andato. Gli ultimi anni hanno rappresentato l’epoca più splendida della nostra squadra (di sicuro per me, poco più che ventenne, ma molto probabilmente anche per te), e un grande dispiacere è per me sapere che tu non potrai vedere come si evolverà e, perché capita per ogni cosa, come finirà, per poi passare a essere parte integrante di quelle narrazioni leggendarie da raccontare ai nostri figli e nipoti.

Ora, vorrei condividere un momento tanto triste quanto felice che abbiamo vissuto insieme.

Era il 1° marzo: l’ultima partita della nostra Dea. Ero venuto a casa tua a vederla, come spesso negli ultimi anni avevo cercato di fare, per tentare di vivere i momenti più belli della nostra squadra del cuore, insieme a te, una persona a cui volevo tanto bene.

Mi aveva colpito particolarmente un tuo commento durante quella partita, frutto purtroppo di una malattia che ti impediva di vivere il presente con lucidità: “Caspita, ma che squadra siamo diventati, già vincere a Lecce era bella tosta, in più addirittura facendo 7 gol”.

Quella frase mi aveva lasciato una tristezza incredibile, perché mi aveva fatto capire che quest’Atalanta quasi non ti apparteneva più, non la riconoscevi più. Come potevo spiegarti il cambiamento tanto repentino e forte della Dea gasperiniana? Impossibile, probabilmente. Allora mi limitavo a condividere con te la gioia di una partita stravinta, in quella che per te sarebbe stata l’ultima volta, l’ultima occasione di sostenere quella maglia, quella fede. Non me lo sarei mai immaginato, che le cose potessero cambiare così velocemente. Quasi come la Nostra Atalanta, caro Nonno. In un mese sei sprofondato, tra l’amore dei tuoi cari, non per colpa di questo virus che tanto ha piegato la nostra città, ma questo a me poco importa, perché d’ora in poi non potremo più gioire insieme.

È stato come se, una volta iniziata la sospensione delle partite, tu ti sia lasciato andare. Non lo so, Nonno, forse l’Atalanta scandiva il ritmo della tua vita, da quanto ci eri abituato e da quanto significava per te.

Mi mancherai tantissimo, ma puoi stare tranquillo, perché vivrai per sempre nel mio cuore, e farò in modo che quella passione che tu e papà mi avete trasmesso possa continuare a vivere, di generazione in generazione. Inevitabilmente, la prossima volta che vedrò quella maglia nerazzurra sul campo penserò a te, sperando che per qualsiasi motivo tu possa essere ancora lì, a vederla insieme a me. Un atto di fede che ti devo, perché ti vorrò sempre bene.

Arrivederci, Nonno

Il tuo Riccardo

By staff
19 commenti
AtalAntonio74
24 Aprile 2020 | 15.02

Ciao Sanpaoloneroblu, conosco Roncola perché vi abbiamo pernottato non avendo trovato posto a Costa. Piacere della chiacchierata, magari ci si vedrà lì alla prossima occasione in cui torno da quelle parti, nel mio paese...    

SanPaoloneroblu
23 Aprile 2020 | 00.00

Ciao costa Imagna, in estate vado nella casa di mia suocera il roncola, nella contrada Mezzola. Spesso vengo in Costa in bici e mi fermo al bar costa.


magari ci vediamo 


                     

SanPaoloneroblu

In risposta a: SanPaoloneroblu

23 Aprile 2020 | 00.01

Era per atalantinio74 

AtalAntonio74
22 Aprile 2020 | 12.27

Ciao Ragazzi.


Caro Riccardo, complimenti per la tua lettera piena d'amore. E' la lettera certamente di un bravissimo ragazzo. Anche a me hai ricordato il tenero rapporto con il mio amato nonno, pugliese, uomo d'altri tempi, tutto di un pezzo (come si suol dire), ex combattente, ma che, grazie ad un nipotino che (per merito del suo figlio che, giovanissimo, aveva accettato il suo primo posto di lavoro nel lontano e freddo Nord, restandovi inizialmente completamente solo) si era "ritrovato" a nascere bergamasco (abitante della bellissima Costa V. Imagna che ci ha, poi, accolto benissimo) ha imparato a seguire lo sport ed, in particolare, ad affezionarsi anche lui ad una squadra di calcio, una squadra non del Sud, l'ATALANTA!!!


E così, tutte le domeniche che andavo a fargli visita a casa sua, tra un racconto e l'altro della guerra tremenda in cui aveva combattuto (quanto era rimasto segnato, sia nel fisico che nell'animo, da tutto ciò che aveva vissuto sia sul fronte che durante la prigionia, perdendo tanti amici che ancora ricordava...), racconti in cui non smetteva mai di dire di sentirsi dimenticato dallo Stato pur essendo un decorato ed un miracolato per esser riusciuto a tornare da quell'inferno, parlavamo, anche in compagnia della nonna, dell'Atalanta e commentavamo la partita della domenica, che io avevo seguito alla radio e solo lì (che ricordi quelli...) e lui avevo appreso in tv (il noto 90° minuto!).


Pensate, era lui ad introdurre l'argomento (ma, di lì a poco, l'avrei fatto anch'io..), dicendomi...”Antonio, ha vinto l'Atalanta!” e, nel dirlo, rideva e sorrideva che era un piacere immenso per me.. E, quando era una sconfitta invece, io lì a raccontargli gli episodi della gara.. E continuavo così a fargli compagnia per il tempo che credevo fosse ancora giusto dedicare loro, essendo ormai anziani e soli nella loro casa... Poi, purtroppo, anche lui, dopo mia nonna, è tornato dal Signore. Ed io, da allora, ho continuato, e continuo ancor oggi, a seguire la nostra Atalanta anche per lui, proprio come farai tu Riccardo!


Io non scrivo molto qui, ma sento che, a volte, è bello e fa bene raccontarsi un pò e condividerlo con gli altri.


Un caro abbraccio a te ed a tutti. E...


FORZA BERGAMO


FORZA ATALANTA



 

Lorenz67
22 Aprile 2020 | 11.59

condoglianze Riccardo.... eh si uno dei pensieri piu' struggenti di questi ultimi anni sportivamente "gloriosi" della Dea e' che tantissimi parenti ed amici tifosi non li abbiano potuti vedere e vivere come abbiamo fatto noi.. ma son sicuro che lassu' o da qualche altra parte anche tutti loro hanno goduto dello spettacolo... 


un abbraccio

redeyetie
22 Aprile 2020 | 06.49

Ti abbraccio forte, Riccardo. I nonni sono capaci di regalare emozioni che restano per sempre parte di noi stessi

dagliStates
22 Aprile 2020 | 03.20

Bellissima lettera, struggente e intelligente. Un abbraccio.

Rialto23
22 Aprile 2020 | 00.55

Anche io sono stato “iniziato” all’Atalanta da mio nonno: non finirò mai di ringraziarlo e di amarlo anche per questo.


Bravo Riccardo. Stai certo che tuo nonno sta sorridendo orgoglioso di te 


gaarens
21 Aprile 2020 | 22.51

Scriveremo tutto insieme la storia della nostra Atalanta.. per noi ma soprattutto per chi adesso ci aiuta e tifa da lassù!! 

Becco73
21 Aprile 2020 | 22.36

Tutti gli atalantini andati avanti avranno un posto riservato tta le nuvole per tifare la nostra dea

Cuginus
21 Aprile 2020 | 22.27

Un forte abbraccio Riccardo, che questa famiglia col suo affetto possa attenuare il dolore che provi, e che molti altri stanno patendo in questo momento nella nostra terra.


FORZA!

Mapi-BA
21 Aprile 2020 | 21.41

Non essere triste per quel commento di tuo nonno Riccardo. Ti ha lasciato una grande testimonianza: la lucidità può a poco a poco affievolirsi ma l'affezione alle persone e alle cose che amiamo è dura a morire e rende belli anche gli ultimi giorni. Un abbraccio.

dolcissimo
21 Aprile 2020 | 21.32

Questo male si e preso tanti atalantini di vecchia data(penso ad un mio cliente di Nembro) ma ora ancora non ce ne rendiamo conto,erano abituati al motto "primo non prenderle" oppure a fare il countdown per la salvezza, mi ricordo da ragazzo in cantiere i sorrisi per un pareggio nei campi del sud(le dura fa punc con i teru)abituati a piccoli passi e quasi non credevano a questa DEA formato champions oppure che ne suona 5 ai rossoneri.


Mancheranno i nostri "vecchi" ma il prossimo successo e dedicato a loro e son sicuro che apprezzeranno

billyguari
21 Aprile 2020 | 20.59

Grazie Riccardo, grazie per tutto l'amore di cui trasuda la tua lettera, la frase che più mi ha colpito è questa:" è un atto di fede che ti devo " a mio parere è l'essenza del grande amore che hai avuto, hai e avrai per il tuo insostituibile nonno!

Yloveyoudea
21 Aprile 2020 | 20.57

Riccardo mi hai fatto commuovere a pensare a mio nonno!..ti abbraccio forte,da lassù la Dea avrà un tifoso in più!

Oiggaiv
21 Aprile 2020 | 20.39


 

Fabri-69
21 Aprile 2020 | 20.32

Scrivo di rado qui dentro e solo quando proprio me la sento per evitare discussioni e polemiche assurde con certe persone su una squadra che sta facendo solo miracoli e da uno che l'ha seguita ovunque e anche nei posti più lontani e assurdi di quando eravamo scesi in C. Mi hai fatto ricordare il passato e come ora un Nonno faccia difficoltà a riconoscere una squadra che ha fatto passi da gigante. Complimenti per come hai scritto e le mie condoglianze per il tuo caro Nonno che evidentemente ti ha cresciuto con valori. Valori veri. Fabrizio

maurom72
21 Aprile 2020 | 20.28

Un abbraccio Riccardo, bella lettera piena di sentimenti e spontaneità

beppuccio
21 Aprile 2020 | 20.10

Quanto amore in questa lettera.Purtroppo quando torneremo all’Atalanta ci accorgeremo quanti amici o vicini di posto ci hanno lasciato.Un abbraccio Riccardo.