Nebuloni's Insider
La puntata piu' recente della rubrica di Massimiliano Nebuloni, l'inviato SKY cosi' vicino alla Dea e cosi' spesso a Zingonia che potrebbe tranquillamente piantare tenda. Gran professionista peraltro. Ecco cosa ha scritto
La strada a fine stagione, a prescindere dal risultato finale, sembra segnata. Ma proprietà, squadra e soprattutto allenatore credono come mai prima d'ora a quel sogno proibito chiamato 'scudetto'. Un sogno maturato dopo il trionfo in Europa League della scorsa annata. I rapporti logori e le storie tese, ormai palesati, saranno accantonati da qui a maggio per fare posto, forse, alla storia
In altri tempi, la sostituzione di Lookman dopo una doppietta come quella di Empoli sarebbe stata accompagnata da un caloroso abbraccio o, alla peggio, da un 'cinque'. Invece la gelida indifferenza del nigeriano, con Gasperini sfocato sullo sfondo mentre usciva dal campo, ha evidenziato una frattura difficilmente sanabile dopo il ruvido botta e risposta dei giorni precedenti. Nessuna scusa, nessun chiarimento. Non bisogna essere tutti amici per raggiungere grandi risultati, la storia del calcio é piena di squadre divise in gruppetti e clan che hanno vinto. È sufficiente remare tutti nella medesima direzione da professionisti esemplari. One way. La strada obbligata per andare avanti da qui al 25 maggio, ultima giornata di campionato.
PATTO PER LO SCUDETTO
Nelle segrete stanze di Zingonia la squadra è uscita ancora più compattata e unita dalla precoce eliminazione dalla Champions. Spiazzati pure loro dalle frecciate a Lookman che Gasp ha derubricato a “battuta semi seria”, i giocatori si sono schierati dalla parte dell’eroe di Dublino, il cui ritorno dopo l’infortunio può far pendere la bilancia sul piatto dei bergamaschi nella corsa a tre per lo scudetto. Ancora più sorpresi dalle esternazioni del loro allenatore alla vigilia di Empoli (“Sicuramente non rinnoverò, vedremo a fine anno se sarà il caso di andare a scadenza o di andarmene”) i nerazzurri hanno 'sottoscritto' una sorta di patto per chiudere alla grande la stagione, trasformando l’uscita dall’Europa in un’occasione unica. Lottare per lo scudetto fino alla fine. Nonostante i contrasti e le ruggini, i propositi di allenatore e squadra convergono. Portare il tricolore a Bergamo riscriverebbe la geografia dello scudetto, oltre che la storia della Dea.
L'Atalanta solleva l'Europa League dopo la finale vinta contro il Bayer Leverkusen. In primo piano, Ademola Lookman e Gianpiero Gasperini
L'Atalanta solleva l'Europa League dopo la finale vinta contro il Bayer Leverkusen.
PERCHÉ CREDERCI
L’avvio stentato di 2025 dopo aver chiuso in testa l’anno scorso, la sfilza di infortuni, il calo di forma generale avevano fatto scivolare l’Atalanta al terzo posto. Giocare ogni tre giorni ha il suo prezzo, a volte molto salato. Mai però prima di quest’anno, aveva fatto così tanti punti in 26 giornate. Dedicarsi a un solo obiettivo, essendo usciti anche dalla Coppa Italia, consentirà ora ai nerazzurri di allenarsi in settimana e rispolverare la migliore condizione atletica. Con una partita a settimana De Roon e compagni sono destinati a crescere. Il Napoli (3 punti nelle ultime 4 giornate) sembrerebbe in calo, l’Inter ha un calendario infernale essendo l’unica ancora impegnata su tre fronti. Un esempio? Lo scontro diretto coi campioni d’Italia, in programma domenica 16 marzo prima della sosta, sarà la terza partita da qui in avanti per la squadra di Gasperini, la sesta per quella di Inzaghi. Un crocevia importante della stagione, anche se gli snodi cruciali per i bergamaschi saranno diversi, avendo in previsione uno scontro diretto dietro l’altro. Nulla è impossibile per chi ci crede; l’impossibile è per chi non vuole. Le pareti di Zigonia sono virtualmente decorate di slogan motivazionali che alimentano gli stimoli del gruppo, mai così convinto di potercela fare. Una convinzione nata a Dublino e incrementata strada facendo sia in Italia che in Europa.
USCITE IMPROVVIDE
È anche per la delicatezza del momento che sono sembrate fuori luogo le esternazioni di Gasperini nell’ultimo mese. Lo sfogo di Barcellona (“Migliorare la squadra conta più dello stadio, di Zingonia e dell’under23”) che ha fatto trasalire i Percassi; la battutaccia su Lookman a eliminazione ancora calda; l’annuncio di non voler rinnovare. Se i Percassi si erano sempre fatti scivolare tutto addosso, per ovvie ragioni di opportunità, alla componente americana - che detiene il 62% del club e arriva da una cultura sportiva distante anni luce dalla nostra - la rigidità dell’allenatore, anche per le divergenze sul mercato, è diventata sempre più indigesta. Così il rapporto con il club si è via via sfilacciato fino alla rottura, come rivelano seccamente le parole di Luca Percassi: “Se Gasperini vuole andarsene, ce ne faremo una ragione”. La strada, insomma, sembra segnata. E dopo nove anni, un’eternità nel calcio schizofrenico di oggi, non c’è nulla di cui meravigliarsi. Tutto ha un inizio e una fine, anche i grandi amori. Ma prima di salutarsi c’è una missione da portare a termine. Classifica alla mano, tutt’altro che 'impossible'.
