Papu Gomez: "Con Sartori il Bologna è diventato la mia Atalanta. Io sono pronto a tornare”
Gomez è tra i 32 campioni dell’Illumia Padel Cup da ieri al Country di Castenaso "I rossoblù mi ricordano gli anni magici di Bergamo. Lo scudetto? Napoli o Inter"
Il sorriso si era sciolto in un cucchiaio di sciroppo di suo figlio. Un controllo antidoping e il buio che inghiotte la sua carriera proprio nel momento di sole più alto, a due giorni dalla finale mondiale vinta poi dalla sua Argentina. Il tunnel è stato lungo, ma ora Alejandro Gomez sta per rimettere la testa fuori. "Voglio tornare a giocare a calcio e sono pronto: da un anno e mezzo mi alleno forte, sto spingendo come un matto per cercare di tenere il fuoco acceso", racconta il Papu che oggi, tirato a lucido, sarà tra le trentadue stelle che al Country Club di Castenaso si sfideranno per la quarta edizione dell’Illumia Padel Cup. "Ovviamente io e Nick (Amoruso, ndr) ci presentiamo per vincere". Tanto per chiarire che la spia dell’adrenalina non si è mai spenta. Ci sarà anche la moglie Linda, impegnata nel torneo femminile: "Ogni tanto giochiamo insieme nel misto. Ma solo quando non litighiamo". E riecco quel sorriso.
Gomez, quando la rivedremo su un campo da pallone?
"Spero prestissimo. Mi hanno cercato club all’estero, qualcuno in Italia: voglio decidere entro quindici-venti giorni, perché la mia idea è andare in ritiro".
La squalifica è piovuta poco dopo aver firmato con il Monza. Tanti a 35 anni avrebbero detto basta. Perché lei no?
Sentivo e sento che ho ancora tanto da dare, anche ora che gli anni sono trentasette. Ho fatto dieci mesi con il Renate in serie C: avanti e indietro ogni giorno, due ore di auto. Ora mi alleno nel mio centro sportivo a Bergamo con i ragazzi di D ed Eccellenza che sono svincolati. E aspetto la chiamata giusta".
Non sarebbe più semplice una ‘last dance’ in Arabia?
"Io sono molto competitivo, mi piace il calcio vero: voglio misurarmi ancora con i più giovani. Ho vinto quasi tutto, calcato i grandi palcoscenici: nel deserto mi mancherebbe quell’adrenalina lì".
Ma un pensierino sul Bologna l’ha mai fatto?
"E’ diventata una realtà bellissima, quella rossoblù. Sarebbe spettacolare giocarci, certo, ma devo essere realista: loro stanno giustamente cercando profili più giovani. Ci sta poi che si possa dubitare di uno che è fermo da due anni. Anche se una cosa posso dirla con certezza: la squadra che mi prenderà farà un affare".
Lei lo conosce bene: quanto merito c’è di Sartori in questo Bologna?
"Tanto, tantissimo. Giovanni ha fatto fare il salto di qualità, così come era successo a Bergamo dove siamo stati cinque anni insieme. E’ stato il direttore a portarmi all’Atalanta: venivo da un’esperienza negativa al Metalist, in Ucraina, lui ha dato Bonaventura al Milan e ha preso me".
Il resto è Storia con la maiuscola.
"Giovanni ha un occhio pazzesco per fiutare campioni, ha un margine di errore ridottissimo: sa vedere cosa serve alla squadra. Conosce molto il calcio sudamericano: mi chiedeva spesso informazioni su questo o quel giocatore argentino".
Beh, in rossoblù ne ha presi due mica male: Castro e Dominguez.
"Vedo un futuro pazzesco per questi due ragazzi, hanno fatto una bella stagione, ma hanno enormi margini di crescita. La convocazione in nazionale poi ha dato loro tanta consapevolezza".
E tante grandi squadre sulle loro tracce...
"Oggi il Bologna è una realtà come lo era per me l’Atalanta. Non so se ci sia tutto questo bisogno per loro di andare ora in una big. In rossoblù giocano titolari, si sentono a casa, fanno l’Europa, è dura andarsene. Certo, poi la parte economica per qualcuno pesa...".
Non per Orsolini, che ha detto di no ai soldi arabi.
"Riccardo è un ragazzo straordinario, si capiva già quando arrivò da noi giovanissimo (nel 2017, ndr). Aveva davanti gente come Ilicic e il sottoscritto, però le sue qualità trasparivano già. Ha avuto una crescita spettacolare, ora è un giocatore maturo, che merita la nazionale. Ogni tanto gli scrivo".
Che allenatore è Vincenzo Italiano?
"E’ un grande allenatore. Lo stimo da sempre, dai tempi di Spezia e poi di Firenze: affrontare le sue squadre è sempre durissima per tutti".
Per la corsa scudetto vede una favorita?
"Il Napoli si vorrà ripetere, l’Inter sarà molto avvelenata, dopo aver perso scudetto e Champions in quel modo. Credo sarà una corsa a due, al massimo a tre se si inserisce la Juve o il Milan: ma le vedo entrambe ancora lontane. I bianconeri, però, hanno il mio giocatore preferito".
Gasperini a Roma?
"Gasp è un fenomeno. A Bergamo era in un’isola perfetta, ora ha una sfida bella impegnativa: ma anche la piazza dovrà aiutarlo, perché fino a gennaio-febbraio non si vedrà la vera Roma di Gasperini".
fonte quotidianosportivo.it
