18/11/2016 | 08.03
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Prospettiva Gasperini

I principi di gioco di Gasperini + i giovani dell’Atalanta = rivelazione di questo inizio di campionato.

Mercoledì 21 settembre l’Atalanta affronta in casa il Palermo alla quinta giornata del campionato di serie A: l’occasione sembra propizia per i bergamaschi per risalire la classifica dopo 3 sconfitte e 1 sola vittoria nelle prime 4 partite; la partita è più equilibrata del previsto e proprio all’ultimo minuto Ilija Nestorovski segna il gol della vittoria per il Palermo. I nerazzurri escono tra i fischi dello stadio. Dopo la partita, l’allenatore Gian Piero Gasperini rimane nella pancia dello stadio fino all’una di notte, i dirigenti bergamaschi escono 45 minuti dopo di lui.

L’avventura del tecnico sulla panchina della Dea sembra già finita e a salvarlo è probabilmente il turno infrasettimanale, che non consente alla dirigenza di trovare in tempo utile per la partita successiva un adeguato sostituto. E a dare una mano a Gian Piero Gasperini è anche il calendario che, alla giornata successiva, gli pone di fronte il Crotone ultimo in classifica, sul neutro di Pescara. L’Atalanta segna 3 gol nel primo tempo e da quel momento non si ferma più.

Dopo la sconfitta contro il Palermo la squadra di Gasperini ha collezionato 6 vittorie e 1 pareggio in 7 partite, battendo in casa Napoli e Inter e raggiungendo il quarto posto in classifica a pari punti con la Lazio. La partita di domenica prossima, con la Roma, è un big match.

La guida tecnica

Le avventure precedenti di Gian Piero Gasperini fuori da Genova erano state tutte negative. La prima, e più famosa, fu nell’Inter del post-triplete: 5 partite ufficiali, 1 pareggio, 4 sconfitte e l’esonero dopo il match perso contro il Novara. A Palermo, poi, l’ultimo posto in classifica e una sconfitta casalinga proprio contro l’Atalanta, avevano determinato il suo allontanamento dalla panchina dopo 21 partite.

Anche per questo Bergamo rappresenta una sfida per Gasperini, per dimostrare il proprio valore al di fuori della comfort-zone di Genova e del particolare rapporto con Preziosi e i suoi continui rimescolamenti della rosa. La squadra messa a disposizione del tecnico non è molto diversa da quella della passata stagione: l’acquisto più costoso del calciomercato è quello di Alberto Paloschi (6 milioni pagati allo Swansea City, per sostituire il partente Marco Borriello). Vengono ceduti Gabriel Paletta (che torna al Milan per fine prestito), Luca Cigarini (direzione Sampdoria) e soprattutto Marten De Roon, perno del centrocampo, ceduto per 15 milioni di euro al Middlesbrough. Invece tornano dai prestiti in Serie B i giovani Mattia Caldara e Franck Kessiè (entrambi dal Cesena) e Andrea Petagna (dall’Ascoli).

Gasperini disegna la squadra secondo le sue idee operando una netta cesura con l’Atalanta della stagione precedente. L’Atalanta è una delle squadre di Serie A dal gioco maggiormente caratterizzato e riconoscibile, derivante dalle profonde convinzioni del suo allenatore. Pur avendo più volte manifestato la preferenza per il 3-4-3, e più in genere per gli schieramenti con i 3 difensori, prima del modulo sono i principi di gioco del calcio immaginato dal tecnico di Grugliasco a identificare le sue squadre.

A uomo

La fase di non possesso dell’Atalanta è caratterizzata da un ampio utilizzo di principi riconducibili a un sistema di marcature a uomo. In ogni partita il sistema difensivo è appositamente progettato per adattarlo allo schieramento e alle caratteristiche degli avversari. Come principio generale, Gasperini vuole difendere in maniera aggressiva e recuperare prima possibile il pallone, per questo il suo sistema di marcature a uomo è sempre attivo anche in zone molto alte del campo. L’estrema aggressività è consentita e bilanciata dalla costante ricerca della superiorità numerica in zona arretrata, che permette di coprire eventuali falle del sistema di pressione.

Con un effetto domino, la superiorità numerica in zona arretrata è pareggiata da un’inferiorità da concedere in un’altra zona del campo. Di partita in partita, e di avversario in avversario, la scelta della zona in cui lasciare superiorità è oggetto di studio e scelta del tecnico dell’Atalanta. Più che di zona, però, sarebbe più corretto parlare di un avversario lasciato libero da marcature per compensare numericamente l’uomo in più in difesa.

Playbook Gasperini: contro il 4-3-3

Le soluzioni praticamente attuate sono le più disparate, studiate peculiarmente per ogni partita. In questo senso sono significative le diverse strategie adottate contro squadre schierate con il 4-3-3. Contro il Napoli, ad esempio, Gasperini ha scelto il 3-4-1-2 per meglio aderire allo schieramento avversario: in fase di non possesso, però, il teorico 3-4-1-2 si piegava e si deformava in maniera asimmetrica.

Le marcature fisse ad inizio azione avversaria sono quelle dei due mediani sulle mezzali avversarie, e del trequartista Kurtic sul mediano Jorginho. Le due punte, Petagna e Gomez, adottano comportamenti diversi: se il primo marca praticamente a uomo Koulibaly, il secondo si pone a metà strada tra il centrale di destra Maksimovic e il terzino desto Hisay, cercando di schermare il passaggio tra il centrale e il terzino. Dietro, ad inizio azione, viene schierata una difesa composta da 5 uomini. Gasperini, lasciando libero Maksimovic, forza il Napoli ad iniziare l’azione dal suo centrale di destra, isolandolo: Koulibaly è marcato, così come tutti i centrocampisti. Le punte sono in inferiorità numerica, 3 vs 5, contro la difesa nerazzurra; la linea di passaggio verso il terzino vicino è oscurata da Gomez e il terzino opposto, lasciato libero, è troppo distante.

 

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Non ci sono linee di passaggio semplici per Maksimovic.

 Così, se il Napoli prova a giocare centralmente i ricevitori sono tutti strettamente marcati e soggetti ad anticipo e pressione. Se la palla riesce a uscire esternamente verso i terzini, l’esterno risale ad affrontare il portatore di palla e viene mantenuta, in 4 vs 3, la superiorità numerica in zona arretrata. Un meccanismo identico viene adottato contro un altro 4-3-3, quello dell’Inter.

Invece a inizio stagione, contro il 4-3-3 della Lazio, il sistema difensivo progettato è leggermente diverso: le due punte dal 3-5-2 marcano i centrali laziali e i tre centrocampisti i rispettivi avversari. Dietro, in partenza la difesa è a 5 e la Lazio viene così “invitata” a iniziare l’azione coi terzini, lasciati liberi. Sulla ricezione del terzino, al fine di aumentare l’aggressività della squadra, ad uscire in pressione non è l’esterno della linea a 5, ma la mezzala del lato forte che abbandona la marcatura della mezzala avversaria con conseguente scalata in avanti del centrale a sostituire la mezzala.

 

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La Lazio è forzata a giocare la palla sul terzino dal sistema di marcature dell’Atalanta. Sulla ricezione di Lukaku, Kurtic esce in pressione abbandonando la marcatura di Milinkovic Savic. Il centrale di destra del 3-5-2, Raimondi, si alza e sostituisce Kurtic nel controllo della mezzala avversaria.

 Infine, contro il 4-3-3 del Torino, l’Atalanta adotta il 4-2-3-1 che naturalmente “abbraccia” lo schieramento avversario garantendosi superiorità in zona arretrata. Gasperini, però, sceglie un avversario da lasciare libero per forzare l’inizio azione avversaria: il centravanti Pinilla marca il centrale di sinistra lasciando libero il centrale di destra, Bovo, che trova tutti i suoi compagni marcati.

 

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Anche Bovo, ricevuto il pallone, non trova compagni liberi da marcature avversarie.

Gli esempi di diversa strategia in fase di non possesso contro il medesimo modulo di gioco, il 4-3-3, hanno il comune denominatore di garantire superiorità numerica in zona arretrata e di lasciare libero un uomo in impostazione, o in alternativa una zona di campo, bloccando tutti i possibili sviluppi e lasciando, nel peggiore dei casi, un’uscita esterna del pallone verso i terzini, più facilmente controllabile grazie al contributo della linea laterale all’azione di pressione.

Playbook Gasperini: il pressing

La scelta di lasciare un uomo libero ha anche la funzione di creare i presupposti per l’innesco del pressing. Il più comune segnale di inizio del pressing offensivo è proprio un passaggio verso l’uomo libero in situazione di ricezione complessa: spalle alla porta o con il pallone proveniente da un retropassaggio, assecondando la pressione esercitata sul portatore di palla.

Contro la Fiorentina l’uomo lasciato libero è il centrale Rodriguez con le due punte sui due centrali laterali della difesa a 3 viola. Ricevendo da Tatarusanu, Rodriguez, spalle alla porta avversaria, viene pressato da Kurtic che lascia Badelj per salire in pressione.

Il pressing esercitato sull’uomo libero introduce un altro concetto generale del sistema difensivo dell’Atalanta. All’interno della marcatura a uomo, l’avversario è seguito sul breve, anche a palla scoperta e se una marcatura “salta”, a causa di un’uscita in pressione o perché il diretto avversario riesce a liberarsi, viene progettato un sistema di scalate per compensare lo squilibrio creatosi. In accordo con le convinzioni del tecnico, le scalate previste sono generalmente in avanti, in maniera da mantenere integra la vocazione aggressiva della squadra.

Contro squadre sulla carta meno dotate, l’Atalanta non disdegna la ricerca di un pressing in parità numerica in zona avanzata. La superiorità numerica in zona arretrata è garantita dalla posizione iniziale dell’esterno sul lato debole, che scivola al fianco dei difensori centrali.

 

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Contro il 3-4-3 del Crotone l’Atalanta si dispone a specchio e pressa con le sue 3 punte i 3 difensori centrali avversari. L’azione si sviluppa sulla destra degli orobici e la posizione dell’esterno del lato debole, Dramè, consente a Zukanovic di coprire i tentativi di anticipo dei compagni e alla difesa di essere in superiorità numerica contro i 3 attaccanti del Crotone

 In questo modo, la fase difensiva può essere proposta a varie altezze. L’Atalanta è capace di impostare fasi di pressing ultra offensivo e di difendere con tutti gli uomini nella propria metà campo; in ogni caso, protette dalle scalate e garantite dall’ossessiva ricerca della superiorità numerica in zona arretrata, le marcature dei giocatori dell’Atalanta, specie quelle dei difensori, sono perennemente orientate all’anticipo.

Giocare costantemente su linee d’anticipo ha portato la squadra di Gasperini a essere la squadra di serie A con il maggior numero di palle intercettate, ben 18.7 a partita e ben 3 difensori nerazzurri, Masiello, Toloi e Caldara sono tra i primi 10 giocatori del campionato per numero di intercetti.

Con la palla

Anche la fase offensiva dell’Atalanta, come quella di non possesso, è fortemente riconoscibile. Il gioco si sviluppa in preferenza sulle fasce e progredisce tramite la formazione di triangoli e rombi mobili che forniscono dinamicamente soluzioni in appoggio e profondità al portatore di palla. Partendo dal modulo di base, il 3-4-3, la formazione del rombo laterale è naturalmente favorita dalla posizione del difensore laterale, dell’esterno di centrocampo, dell’interno e della punta esterna.

 

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Il 3-4-3 dell’Atalanta e il rombo laterale costituito dal difensore esterno Konko, l’esterno di centrocampo Conti, l’interno Kessiè e l’attaccante laterale D’Alessandro

 L’estrema mutevolezza dei moduli adottati evidenzia l’incrollabile volontà dell’Atalanta di creare i triangoli e rombi laterali anche partendo da schieramenti che non li “disegnano” in modo naturale. Nel 3-4-1-2 o nel 3-5-2, sul lato destro a formare il vertice alto del rombo può essere il trequartista (Kurtic) o un attaccante (Petagna), mentre sul lato sinistro il vertice è con continuità Papu Gomez.

 

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Il rombo si forma con cambi di posizione: l’interno Freuler si allarga, Dramè si alza e Gomez occupa il vertice interno

 Una volta che i rombi si sono formati la manovra si sviluppa tramite combinazioni ed interscambi di posizione, cercando superiorità posizionale in fascia. A sinistra è fondamentale il contributo di Gomez, capace di allargarsi sulla linea laterale, arretrare nell’half spaces e di creare superiorità con i suoi dribbling.

Una azione da manuale Gasperiniano dell’Atalanta. La manovra parte dal centrale laterale, si forma il rombo esterno e l’azione avanza per mezzo di scambi di pallone e posizioni per giungere al cross. L’area è attaccata dal centravanti, dalla punta del lato debole e dall’interno Kessiè che accompagna l’azione

L’azione offensiva nasce dalla circolazione della palla tra i 3 difensori, sempre piuttosto aperti, che ha l’obiettivo di trovare un’uscita laterale per innescare il meccanismo dei rombi. Il centro del campo viene utilizzato solo per ribaltare il gioco da un lato all’altro quando l’azione non riesce a progredire su una fascia o per approfittare degli spazi creati sul lato debole dal sovraccarico del lato forte. In un sistema offensivo così congegnato la figura del regista di centrocampo è superflua.

L’Atalanta è la squadra in serie A che meno di tutte utilizza la zona centrale del campo (23%) nel proprio gioco offensivo.

L’azione prova a svilupparsi ripetutamente a sinistra, ma non riesce a giungere alla fase di finalizzazione. L’Atalanta cambia lato, passa da destra a sinistra e ricrea il rombo sul lato opposto.

 Lo sbocco naturale delle azioni atalantine è il cross verso l’area, sempre ben attaccata dal centravanti, dalla punta del lato debole o dal trequartista e, se possibile, dall’esterno del lato opposto. I centrocampisti accompagnano l’azione alla caccia di inserimenti e ribattute. Solo Inter e Roma fanno più cross per partita dell’Atalanta, partendo però da un possesso palla e da un numero di passaggi maggiori, a testimonianza dell’importanza dei cross nel gioco nerazzurro. Anche quando l’azione non termina con un cross, l’ingresso nelle zone calde della difesa avversaria avviene per via laterale.

 

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Una pass-map archetipica dell’Atalanta, dalla partita contro l’Inter. Il gioco in zona centrale è praticamente inesistente e sono evidenti i rombi laterali. Interessante è la posizione di Kurtic in marcatura centrale su Medel in fase di non possesso palla, ma che si sposta a destra in fase offensiva, per lasciare campo a Gomez a sinistra ed equilibrare lo schieramento./p>

Alla pericolosità offensiva dell’Atalanta contribuiscono in maniera determinante le situazioni di palla inattiva. I bergamaschi hanno segnato più di tutti (ben 8 gol su 19) in serie A da azioni su calcio piazzato.

In caso di difficoltà nel risalire il campo manovrando, non viene trascurata soluzione della palla lunga verso il centravanti, che quindi deve essere capace di gestire questa particolare situazione tattica, e l’attacco alle seconde palle.

Un’ottima alternativa al cross

Polifunzionalità

Il calcio di Gasperini richiede giocatori dalla grande versatilità e dotati delle doti atletiche e psicologiche adatte a sostenere l’aggressività del gioco proposto: la continua variabilità degli schieramenti in campo in risposta a quelli degli avversari necessita di calciatori in grado di giocare più ruoli e di variarli anche all’interno della stessa partita.

Ai difensori è richiesta la capacità di giocare costantemente in anticipo, caratteristica non così comune nei difensori di oggi, e le qualità tecniche necessarie a giocare un giro palla proficuo e in grado di innescare la fasi più avanzate della manovra. Da qui l’utilizzo di terzini (Raimondi, Zukanovic) come centrali laterali della difesa a 3, pronti anche a giocare sull’esterno.

In difesa gioca il primo dei tanti giovani che stanno trovando spazio nella squadra di Gasperini, Mattia Caldara, purissimo prodotto del settore giovanile della Dea. Dopo due anni in prestito in serie B, a Trapani e Cesena, Caldara è stato richiamato alla base: è un difensore elegante, pulito e capace anche di essere pericoloso (due reti già realizzate) sui calci piazzati.

Un altro giovane che si sta particolarmente mettendo in mostra è l’esterno destro Andrea Conti. Anche lui, come Caldara, è un ’94 cresciuto in casa e, a testimonianza dei percorsi progettuali disegnati dal club, reduce da due stagioni in prestito, a Perugia e Lanciano. Tornato all’Atalanta la scorsa stagione è esploso definitivamente quest’anno, mostrando grandi capacità aerobiche che gli consentono di coprire con continuità l’intera fascia e discrete dote tecniche per dialogare coi compagni della catena di fascia destra e rifinire coi cross. Su di lui si sono già accesi i riflettori delle grandi squadra italiane.

In mezzo al campo invece è esploso il talento di Kessiè che a 19 anni mostra forza fisica, tecnica, capacità di inserimento e personalità fuori dal comune che lasciano presagire un roseo futuro per l’ivoriano. Accanto a Kessiè stanno crescendo il ventiquattrenne svizzero Remo Freuler e il neo-nazionale Gagliardini. Freuler è arrivato in silenzio a gennaio della passata stagione proveniente dal Lucerna; rappresenta, come Kessiè e lo stesso Gagliardini, il centrocampista ideale del calcio di Gasperini, che non ha bisogno un organizzatore di gioco, ma di centrocampisti dalle caratteristiche dello svizzero, un giocatore dinamico, capace di gestire per 90 minuti il sistema di marcature adottato, di pressare con intensità, di attaccare le seconde palle e di accompagnare la manovra offensiva anche con inserimenti profondi e spostamenti sulla fascia. In aggiunta, Freuler, con 2.1 key pass per 90 minuti, è secondo in serie A tra i centrocampisti solamente a Pjanic, Paredes, Zielinski ed Hamsik (che giocano in contesti tecnici e tattici molto più favorevoli a questo gesto tecnico).

In zona avanzata, sta disputando un ottimo campionato Jasmin Kurtic (3 gol e 1 assist per lui) che rappresenta il vero grimaldello tattico di Gasperini che lo sposta per il campo per adattare il suo schieramento a quello degli avversari. Muovendo Kurtic tra le posizioni di mezzala destra, attaccante di destra e trequartista l’Atalanta transita dal 3-5-2, al 3-4-3, al 3-4-1-2 senza dovere cambiare uomini in campo.

La sfida per il ruolo di centravanti tra le 4P: Paloschi, Pesic, Pinilla e Petagna, sembra essere stato vinta da quest’ultimo. Andrea Petagna, prodotto del vivaio del Milan, ha appena ventuno anni, ma già da almeno 4 stagioni è considerato una promessa del calcio italiano. Dopo avere girovagato senza troppo successo per l’Italia (Sampdoria, Latina, Vicenza) è riuscito a trovare continuità di impiego solamente la scorsa stagione ad Ascoli e l’Atalanta lo ha acquistato dal Milan. A Bergamo ha vinto la folta concorrenza degli altri centravanti grazie anche alle sua capacità di fungere da riferimento offensivo sia per far risalire la squadra tramite una giocata lunga che per finalizzare il gioco prodotto sull’esterno.

Infine, sono determinanti per le fortune offensive degli orobici, le giocate del “Papu” Gomez. Sul lato sinistro del fronte offensivo l’argentino garantisce sempre qualità in ogni posizione del rombo che va ad occupare, alternandosi tra la posizione naturale di vertice alto, a quella interna e laterale. I suoi dribbling concorrono alle creazione di situazioni di superiorità numerica sull’esterno e di calci piazzati a favore, così importanti nell’economia dell’attacco nerazzurro. Le sue capacità balistiche consentono all’Atalanta di trovare gol da lontano senza necessariamente passare dalla fascia.

Prospettiva Gasperini

Nelle prime 5 partite l’Atalanta ha raccolto ben 4 sconfitte, ma le statistiche avanzate evidenziano che la squadra sul campo non stava facendo in realtà così male. La squadra di Gasperini al termine della quinta giornata era all’ottavo posto per differenza Expected Goals, mostrando di meritare una posizione diversa in classifica.

Oggi l’Atalanta occupa il sesto posto per differenza xG non troppo distante dalla reale posizione in classifica. Il cambio di passo in termini di risultati è stato notevolissimo, ma le statistiche avanzate ci dicono che anche all’inizio di campionato i bergamaschi non stavano giocando affatto male. Esiste comunque una significativa diversità nella differenza expGoals per partita, che è passata da 0.12 nei primi 5 match a 0.6 nei successivi 7. Sull’orlo del baratro Gasperini ha cominciato ad utilizzare con maggiore continuità i giovani calciatori a disposizione nella sua rosa. Petagna, Caldara, Frueler, Conti e Gagliardini hanno avuto molto più spazio in squadra e probabilmente l’allenatore ha trovato nei giovani una maggiore capacità di aderire completamente ai rigidi principi di gioco applicati. Il calcio del tecnico atalantino richiede grande applicazione, energia e giocatori adattabili al sistema proposto, tutte caratteristiche riscontrabili forse più comunemente in giocatori in cerca di identità ed affermazione.

Gli expected Goals non sembrano presagire grossi cali nel rendimento dell’Atalanta, vista l’aderenza con la reale posizione in graduatoria. Per le statistiche avanzate la fase difensiva, con i suoi 9.7 xG subiti, è attualmente la terza del campionato dopo quella di Juventus e Chievo e l’attacco, 14.5 xG, è il settimo della serie A.

In campo i maggiori rischi per la squadra bergamasca stanno nella sua capacità di continuare a mantenere inalterato il livello atletico e di attenzione necessario a sostenere il gioco del proprio allenatore. Il sistema di Gasperini rischia di saltare, in fase difensiva, se le marcature e le conseguenti scalate perdono di aggressività e precisione, lasciando buchi nello schieramento nerazzurro; in fase offensiva, un calo della dinamicità della manovra, rischia di rendere prevedibile un calcio basato più che sulla tecnica, sul movimento continuo e sulla velocità degli interpreti.

Inoltre, le ottime prestazioni individuali dei giovani della Dea e del Papu Gomez hanno destato le attenzioni e gli appetiti di tante squadre e le voci di cessioni di calciatori a gennaio si fanno insistenti. Per questo, fuori dal campo, il rischio per l’Atalanta è quello di impoverire a stagione in corso, il valore tecnico della squadra. Sarebbe sportivamente un peccato non provare, in questa stagione, ad arrivare il più in alto possibile. Sarebbe il giusto premio per un allenatore da sempre coerente ed originale nei propri principi di gioco e per una società che continua a credere nella formazione dei propri giovani investendo grosse cifre nel proprio settore giovanile e lanciando in prima squadra i calciatori cresciuti nel centro di Zingonia.

fonte ultimouomo.com

By marcodalmen
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