Superlega, l'ora della verità: oggi la sentenza della Corte UE. Le tre possibili conseguenze
Quasi mille giorni dopo, lo scontro sulla Superlega e sulla gestione del calcio europeo da parte della UEFA è pronto ad arrivare al dunque. Nella giornata di oggi9 giovedì 21 dicembre, a 976 giorni dal 19 aprile 2021 in cui il progetto era stato inizialmente lanciato, la Corte di giustizia dell’Unione Europea darà il suo giudizio sul ricorso lanciato dalla European Superleague Company il 27 maggio 2021, prima al Tribunale di Madrid e poi arrivato fino alla Corte UE. Un ricorso non sulla Superlega in quanto tale, ma quanto piuttosto sul ruolo della UEFA e della FIFA nel mondo del calcio, con molte società e A22, la società che punta a sviluppare il nuovo progetto stile Superlega, spettatrici particolarmente interessate.
In particolare, infatti, il ricorso nasce per verificare la compatibilità dell’UEFA con i regolamenti europei legati al monopolio: in sostanza, chiarire se i comportamenti di questa entità basata in Svizzera e che si muove come ente regolatore e commerciale nell’Unione Europea siano rispettosi delle norme. Una verifica che sarà affidata ai 15 giudici della Corte UE chiamati a decidere sul ricorso, che riguarda l’eventuale abuso di posizione dominante, considerando tra gli altri temi “che è richiesta una previa autorizzazione da parte di tali enti, ai quali è stata attribuita la competenza esclusiva di organizzare o autorizzare competizioni internazionali per club in Europa, affinché un’entità terza istituisca una nuova competizione paneuropea per club come la Superlega”.
In totale, sono sei le domande poste dalla Superlega nel suo ricorso, partendo dagli articoli del TFUE (il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea):
- Domanda 1: L’articolo 102 vieta alla UEFA e alla FIFA di abusare della loro posizione dominante conferendo a sé stesse diritti di pre-autorizzazione per le competizioni europee per club, in particolare quando non esistono procedure o criteri trasparenti per l’approvazione e quando il potenziale conflitto di interessi è così grave?
- Domanda 2: L’articolo 101 vieta i diritti di pre-autorizzazione per le competizioni europee per club che FIFA e UEFA si sono conferiti, in particolare quando non esistono procedure o criteri trasparenti per l’approvazione e quando il potenziale conflitto di interessi è così grave?
- Domanda 3: Gli articoli 101 e/o 102 del trattato UE vietano alla FIFA, alla UEFA (o alle loro federazioni affiliate e/o alle leghe nazionali) di scoraggiare la concorrenza minacciando di sanzionare i club (e i loro giocatori) per impedire loro di partecipare alla Superlega? Inoltre, se tali sanzioni includono l’esclusione di club o giocatori dalle competizioni UEFA per club o dalle partite delle squadre nazionali, tali azioni sarebbero contrarie agli articoli 101 e 102 in particolare quando vi è nessuna procedura o criterio trasparente per l’approvazione di nuove competizioni come la Superlega?
- Domanda 4: Gli articoli 67 e 68 dello Statuto FIFA sono incompatibili con gli articoli 101/102 del Trattato UE nella misura in cui la FIFA (e la UEFA in quanto Confederazione europea) si sono (1) assegnate tutti i diritti competitivi privando così i club partecipanti dell’originale titolarità di tali diritti e (2) hanno privato qualsiasi potenziale organizzatore di un concorso alternativo dall’accesso a tali diritti, impedendo la fattibilità di tale concorso?
- Domanda 5: Nel caso ESL, il trattato Ue dovrebbe essere interpretato nel senso che le restrizioni alla concorrenza risultanti dagli statuti FIFA/UEFA possono beneficiare dell’eccezione di cui all’articolo 101, paragrafo 3? Inoltre, esisterebbe una giustificazione obiettiva che consenta di ritenere che non vi sia abuso di posizione dominante ai sensi dell’articolo 102 del Trattato UE?
- Domanda 6: Le restrizioni alla creazione di competizioni europee per club alternative come quelle incluse negli statuti della FIFA e della UEFA sono contrarie a una o più delle libertà fondamentali stabilite dagli articoli 45, 49, 56 e 63 del trattato Ue?
Una sentenza particolarmente attesa, più volte rinviata fino alle 9.30 di giovedì prossimo. Un anno fa, il parere dell’avvocato generale Athanasios Rantos diede quello che sembrava un punto a favore di UEFA e FIFA: «Le regole FIFA-UEFA in base alle quali qualsiasi nuova competizione è soggetta ad approvazione preventiva sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’UE», aveva spiegato. Tuttavia, va sottolineato come si tratti di un parere non vincolante.
E non solo, perché come spiegato da diverse fonti, nel frattempo è arrivato un secondo parere di un avvocato generale della UE, Maciej Szpunar, che aveva dato torto alla stessa UEFA su un tema legato alle norme europee: un parere per cui il “sistema in cui tra i giocatori del vivaio rientrano non solo quelli formati dal club interessato ma anche quelli di altri club della stessa lega nazionale non sono compatibili con le norme sulla libera circolazione”. Szpunar, tra l’altro, che è formalmente il capo dell’avvocatura generale della Corte UE.
Un giudizio che attendono in molti, a partire da A22 ma anche tante altre società interessate. Cosa può succedere giovedì? Sostanzialmente, sono tre le ipotesi, a partire dai due estremi, ovverosia da un lato la conferma totale dello status quo (come ipotizzato da Rantos) o la totale distruzione dello status quo, con la UEFA di fatto costretta a chiudere (ipotesi quest’ultima in realtà poco probabile). In mezzo, però, l’opzione che potrebbe essere quella più realistica: ovverosia un giudizio in cui la Corte UE riconosca che la UEFA non possa avere il monopolio, quindi togliendole di fatto alcuni “poteri” che attualmente ha in mano.
Può significare, ad esempio, togliere all’attuale federcalcio il ruolo di garante che può anche permettersi di punire i club per aver preso in considerazione ipotesi di tornei alternativi, oppure togliere alla stessa UEFA il potere a livello commerciale. Anche perché, va ricordato, la UEFA oggi svolge di fatto anche il ruolo di intermediario finanziario con i club: rispetto alla Lega Serie A, dove le società fatturano gli incassi dai diritti televisivi direttamente ai broadcaster, in ambito europeo invece i club fatturano i ricavi alla UEFA.
In questo caso, quindi, l’apertura da parte della Corte UE aprirebbe a sua volta di fatto la strada all’ipotesi per i club di considerare tornei e organizzatrici alternative. Un po’ come avviene oggi tra FIA e Formula 1 per l’organizzazione del mondiale di F1: da un lato un ente istituzionale che fissa le regole, dall’altra un ente organizzativo e commerciale.
C’è quindi chi aspetta, come A22. Che intanto si prepara, nel caso di giudizio definitivo, a presentare la propria proposta, più allargata rispetto alla prima idea di Superlega. «Il 21 dicembre la Corte Suprema dell’Unione Europa si pronuncerà in via definitiva sulla nostra causa antimonopolio contro la UEFA e la FIFA. C’è confusione su quanto sta accadendo. Cercherò di chiarire cosa sta realmente succedendo. La UEFA detiene un monopolio assoluto nel calcio per club tradizionale – ha spiegato nei giorni scorsi il ceo Bernd Reichart -. La Corte stabilirà se questo monopolio è autorizzato a continuare o se invece è destinato a cadere».
«Tutti i campionati nazionali sono gestiti dagli stessi club. Solo a livello europeo i club non hanno voce in capitolo. Crediamo fermamente nella Corte e nelle leggi dell’Unione Europea che la guidano. Dopo aver letto la risoluzione e aver confermato l’illegalità del monopolio UEFA, saremo finalmente in grado di pubblicare i risultati di più di un anno di consultazioni e proporremo un formato di competizioni europee aperto per più di 60 club – ha concluso il CEO di A22 -. Assicurando che tutti vengano trattati in maniera corretta ed equa. La UEFA, da parte sua, dichiarerà senza dubbio di aver vinto, qualunque cosa accada. Non fatevi ingannare. Le libertà fondamentali sono chiare nel diritto dell’UE e si applicano ai propri cittadini, e sì, anche al calcio. Ci vediamo il 21».
Per capire l’epilogo di una lunga vicenda cominciata ufficialmente nell’aprile 2021 (ma sottotraccia molto molto prima) bisognerà quindi aspettare giovedì alle 9.30, quando è attesa la decisione della Corte UE. Una sentenza che rischia di essere come quella Bosman, che nel 1995 aprì alla libera circolazione dei calciatori in Europa.
fonte calcioefinanza.it
By marcodalmen