13/01/2017 | 08.01
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10 giovani da tenere d’occhio in Coppa d’Africa

 

Che sono altri 10 buoni motivi per guardare la competizione al via sabato.La combo calcio + giovani + Africa, oltre a storture e cliché (con i secondi che spesso contribuiscono ad alimentare i primi), genera mediamente risultati molto soddisfacenti, e la Coppa d’Africa è spesso un banco di prova per testarne la reale consistenza.Abbiamo stilato una lista di prospetti in parte già sbocciati, seppure alle propaggini dell’Impero, e che forse vedremo in futuro nei principali campionati europei.

Fabrice Ondoa – Camerun

Rispetto ad prospetti che saranno impegnati in questa Coppa d’Africa, Fabrice Ondoa non ha il problema di scavalcare gerarchie consolidate. Si ritrova catapultato tra i pali del Cameroon per defezioni o defenestramenti di contendenti più prestigiosi, Kameni su tutti.Cresciuto ne La Masia, a Ondoa manca tutto quello che un portiere “culé” generalmente ha. Assai limitato nel gioco coi piedi, a volte addirittura poco pragmatico, ha però una caratteristica che ne fa un perfetto interprete di certi valori, stereotipati quanto volete, del calcio africano: è spettacolare. Non solo tra i pali dei “Leoni Indomabili” (coi quali è alla seconda AFCON consecutiva, nonostante abbia solo 21 anni), ma anche sui campi postatomici delle serie inferiori spagnole, dove si disimpegna nell’attesa di rapire il cuore di Jorge Sampaoli.

Kara Mbodji – Senegal

Kara Mbodji è il centrale che dovrebbe far compagnia a Kalidou Koulibaly nella retroguardia del Senegal, facendone una delle difese più impressionanti del torneo. Già visto nell’Anderlecht di Weiler, rappresenta di fatto un’occasione che i club inglesi proveranno a sfruttare già quest’estate: Kara è un ex mediano di centrocampo, arrivato in Norvegia nel 2010 e diventato difensore centrale una volta passato al Gent. Un cambio che gli ha fatto decisamente bene.

Ramy Bensebaini – Algeria

Ventunenne, nell’estate scorsa è stato acquistato dal Rennes, che lo ha blindato con un contratto fino al 2020. Il suo cartellino viene valutato 2 milioni da Transfermarkt, ma già oggi vale almeno il doppio. Dotato di un’ottima tecnica di base, Bensebaini è un difensore efficace nella difesa a quattro, dove può occupare indifferentemente la posizione di centrale di destra o di sinistra.

Franck Kessié – Costa d’Avorio

Banale da aggiungere in questa lista per noi che seguiamo la Serie A ogni settimana, ma rimane la curiosità di vedere l’impatto con la Costa d’Avorio di Franck Kessié? Classe ‘96, difensore centrale fino a non molto tempo fa, con Gasperini ha trovato la sua dimensione come centrocampista, senza ulteriori etichette perché di fatto ha coperto ogni ruolo. La curiosità di vederlo con la maglia con l’elefante sta proprio in questo: cosa farà Kessié? Sgomiterà a centrocampo per consolidare il possesso? Si spingerà in area per cercare i gol? È un giocatore difficile da limitare a un solo compito. Di sicuro c’è la scelta del numero 11, la stessa di Drogba: che ci fa capire, semmai ce ne fosse bisogno, che le intenzioni sono serissime.
  

Ramadan Sobhi – Egitto

Ramadan Sobhi, invece, è la controfigura meno veloce e rapida ma più funambolica e guascona di “Momo” Salah. Dopo essere esploso all’Al-Ahly, non foss’altro in termini di carisma (la pausa guascona, à la Vendrame, la fa durante uno dei derby più infuocati del Maghreb, quello contro lo Zamalek), si è trasferito allo Stoke City dove effettivamente sta giocando assai poco. Però Cuper ha puntato su di lui nell’ultima uscita di rifinitura contro la Tunisia, e non è detto che non ce lo troveremo sulla fascia opposta rispetto a Salah a fare di ogni attacco dell’Egitto una tempesta di sabbia che spazza la Necropoli di Giza.

Nicolas Pepe – Costa d’Avorio

Nicolas Pepe, esterno destro offensivo in forza all’Angers, è un classe ‘95 brevilineo, dotato di una velocità e di una progressione straordinarie, che quest’anno sta giocando su ottimi livelli. È nato in Francia, ma recentemente ha optato per la Costa d’Avorio, terra dei suoi genitori, dove dovrà battere una concorrenza molto agguerrita, o forse solo dimostrare di poter essere all’altezza, in attesa delle sue opportunità.

Bertrand Isidore Traoré – Burkina Faso

Prima che un infortunio lo fermasse nell’ultimo mese, Bertrand Isidore Traoré aveva trovato la sua dimensione ideale nel tridente dell’Ajax: largo a destra, libero di affondare in allungo grazie a un’elasticità propulsiva così come di recuperare palloni sradicandoli dai piedi avversari con la sua fisicità strabordante. Se vogliamo gli manca un po’ l’ultimo passaggio, e sembra sempre troppo più grande del pallone, quasi impacciato. Però ha una tecnica di tiro elegante, sempre risolutiva, ed è il perfetto ricambio generazionale per Pitroipa: che potrebbe non essere un pregio, però, in questa edizione della CAF, forse l’ultima (dissolvenza in uscita, colonna sonora strappalacrime) della bandiera burkinabé.

Jean Seri – Costa d’Avorio

Se Franck Kessiè viene iper-celebrato e Serey Die lo conosciamo tutti, Jean Seri sembra il motore silenzioso di questa Costa d’Avorio. La scorsa stagione si è fatto conoscere al Nizza ed è finito nella top 11 della Ligue 1 2015-16 di Ultimo Uomo. Nelle mani di Lucien Favre è cresciuto ancora più velocemente, e il numero dei suoi assist nel Nizza (8) ha già superato quello della passata stagione.

Christian Bassogog – Cameroon

La punta camerunense ha recentemente segnato in amichevole il suo primo gol in nazionale e, a quanto pare, ha nel ct Hugo Broos uno dei suoi massimi estimatori. Bassogog gioca in Danimarca, nell’Aalborg, club in cui è arrivato dopo una breve esperienza negli Stati Uniti. Classe ‘95, se migliora nel suo rapporto con il gol, spesso scorbutico, può diventare un ottimo attaccante.

Youssef Msakni – Tunisia

La Tunisia non è più la stessa dei tre Mondiali consecutivi, ma produce ancora qualche giocatore interessante: Youssef Msakni ha ormai 26 anni, non è più giovanissimo e forse non ha senso inserirlo in questa classifica; è un discontinuo alla Menez e non sappiamo se il treno europeo sia già passato (di fronte alle offerte della Ligue 1, il tunisino decise invece di firmare per i qatarioti del Lekhwiya Sports Club) oppure no: forse è questo a renderlo, per certi versi, vergine, e a giustificarne l’inclusione in questa lista. Insomma, un’occhiata la meriterebbe.

Bonus: Faruk Miya – Uganda

Una menzione d’onore, in conclusione, andrebbe fatta per Faruk Miya, il talento più cristallino dell’Uganda, che gioca (per quanto poco) con lo Standard Liegi ed è, a 19 anni, l’unica cosa per la quale vale la pena, oggi, di guardare una partita dell’Uganda.

fonte ultimouomo.com

By marcodalmen
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