22ESIMA GIORNATA: UNA DOMENICA DA DIMENTICARE…
Non è mai facile per un ex (ahimé) arbitro evidenziare errori commessi da quelli che sono stati e rimangono miei colleghi. Ma obiettività vuole che si prenda atto di una giornata nerissima su quasi tutti i campi, con sviste più o meno gravi, dopo un sabato polemico ma connotato da due buone direzioni di gara . Da un lato questo turno di campionato deve essere dimenticato in fretta ma, dall’altro, ricordato per evitare di cadere nei medesimi errori.
SPAL – Inter 1-1, arbitro Giacomelli
Fortunatamente nessun episodio da VAR o da moviola ma una direzione di gara che è apparsa molto mediocre.
Non ho mai nascosto di apprezzare tecnicamente Giacomelli e speravo che, dopo la terribile direzione di Lazio-Torino, avrebbe modificato il suo approccio alla gara, trasformandosi da atleta che scende in campo con una divisa in un arbitro.
La gara di ieri, al contrario, ci ha restituito un Giacomelli incomprensibile: è vero che ha interrotto più volte rispetto al solito la gara ma è anche vero che sembrava quasi aver dimenticato (di nuovo) i cartellini negli spogliatoi. Alla fine della gara si contano 7 falli della SPAL e 26 (ventisei) dell’Inter ed un solo cartellino giallo, comminato a Paloschi per aver rotto la bandierina del calcio d’angolo.
Nella gara mancano almeno 4 cartellini gialli (e sono “stretto”…) e non è tecnicamente possibile che, a fronte di ben 26 falli commessi, nemmeno un’ammonizione sia stata comminata. Sia chiaro: non mi interessa quale sia la squadra interessata, i dati son dati e la partita l’abbiamo vista (quasi) tutti.
Credo sia inutile continuare ad evidenziare questo aspetto, non è la prima volta e non sarà (temo…) l’ultima. Se va bene questo modo di arbitrare, ne prendo atto. Ma questo non è arbitrare.
Torino – Benevento 3-0, arbitro Mariani
Un solo episodio da approfondire, in una gara senza storia.
Al minuto 45 del primo tempo, il Torino realizza la terza rete con Obi. L’assistente Bottegoni segnala la posizione di fuorigioco del centrocampista granata. Non abbiamo immagini dell’assistente ma solo la chiara segnalazione di Mariani che, nell’immediatezza, annulla la rete accogliendo la valutazione del suo collaboratore:
Il fischio arriva dopo la realizzazione della rete, consentendo al VAR (Abisso) di effettuare la review.
Dopo un’attesa di un paio di minuti, Mariani assegna la rete, ribaltando la scelta di Bottegoni.
La decisione è completamente sbagliata.
La risposta al quesito per cui la decisione appare illogica ce la fornisce l’immagine sulla base della quale la rete è stata convalidata:
E’ vero, Obi è in fuorigioco di pochissimi centimetri. Per questo motivo doveva essere avallata, come ormai sappiamo, la decisione assunta in campo.
Il problema è che, sul terreno di gioco, Bottegoni aveva annullato la rete per fuorigioco.
E’ inspiegabile il motivo per cui, in presenza di immagine che conferma la bontà della scelta dell’assistente, Abisso decida di assegnare la rete.
Considerando il fatto che, ormai da mesi, si insiste sul principio di confermare le decisioni assunte in campo, non ha alcun senso ribaltare una decisione che, per inciso, assomiglia molto ad un piccolo capolavoro.
Mariani totalmente assolto: trattandosi di semplice rilevazione della posizione, è sufficiente la scelta del VAR e non consentita la “on field review“.
Genoa – Udinese 0-1, arbitro Pairetto
Anche a Genova un solo episodio da rilevare.
Al minuto 64 il difensore dell’Udinese Samir commette un chiaro fallo su Pandev, interrompendo la sua corsa a campo aperto:
Pairetto ammonisce il calciatore ma viene richiamato dal VAR Calvarese.
Fattispecie espressamente prevista dal protocollo, secondo il quale è possibile intervenire nel caso in cui l’arbitro abbia mal valutato un fallo. Nel caso specifico è evidente l’erronea interpretazione di Pairetto che non si è pienamente reso conto della pericolosità del fallo di Samir: pallone non giocabile, piede a martello, gamba alta sul polpaccio di Pandev, velocità sostenuta. Questi contatti, pericolosissimi per l’incolumità dei calciatori, non possono essere oggetto di dubbio: l’espulsione è l’unico provvedimento disciplinare accettabile.
Bene Calvarese a sollecitare la “on field review“, bene Pairetto a cambiare la sua iniziale scelta, giusto espellere il difensore dell’Udinese.
Milan – Lazio 2-1, arbitro Irrati
Un solo episodio di rilievo, al minuto 15.
Su calcio di punizione battuto da Calhanoglu, Cutrone devia in rete il pallone portando in vantaggio il Milan:
Nell’immediatezza nessuno, nemmeno i difensori della Lazio, hanno rilevato qualcosa di irregolare, tanto che le proteste sono state inesistenti.
Sia chiaro: per sanzionare un comportamento in violazione del regolamento non è necessario che si concretizzino proteste, è solo un parametro ulteriore per giudicare la difficoltà della fattispecie.
Solo parecchi minuti dopo cominciano a sorgere dubbi sulla rete, in particolare su una possibile deviazione non di testa (come sembrava in un primo momento a chiunque) ma con il braccio destro di Cutrone.
I fermo immagine successivi ci aiutano relativamente:
Siamo di fronte al solito episodio che può essere interpretato secondo la sensibilità di chi osserva, spesso con pregiudizi da tifosi. Non è una critica: è normale.
Da parte mia, dopo aver rivisto cento volte l’episodio, non ho alcuna certezza: tocco di spalla? Tocco di mano? Le varie inquadrature mi lasciano dubbi concreti, non sono in grado di assicurare se Cutrone devii il pallone con la spalla o con il braccio.
Non è certo casuale che anche la mia opinione in un primo tempo fosse orientata per il colpo di spalla e l’ho detto pubblicamente. Ho sbagliato? Probabile, MAI pensato di essere infallibile.
So bene, però, che è mio preciso dovere esprimere un’opinione chiara in merito. Ebbene, non mi sottraggo: dopo aver rivisto innumerevoli volte l’episodio, la sensazione è che la deviazione sia stata effettuata con il braccio e che, pertanto, la rete avrebbe dovuto essere annullata.
Sensazione implementata dal momento in cui il pallone cambia rotazione: non cambia rotazione in coincidenza del secondo frame, cambia decisamente rotazione in coincidenza del terzo, restituendo l’impressione netta che la deviazione sia avvenuta con il braccio destro.
Episodio molto più complesso di quanto non appaia a prima vista.
Crotone – Cagliari 1-1, arbitro Tagliavento
Non una gran giornata, purtroppo, per l’arbitro ternano. Ma le responsabilità per gli errori commessi vanno divisi, in due casi su tre, anche ai VAR.
Al minuto 27, nell’area del Cagliari entrano in contatto il difensore Faragò ed il calciatore del Crotone Nalini.
Nalini cade a terra ma si rialza quasi subito, concludendo, infine, l’azione d’attacco con un debole tiro verso la porta difesa da Cragno.
Dopo pochi secondi Tagliavento interrompe il gioco per attendere il consulto del VAR Damato che gli consiglia (come da direttive) di rivedere l’azione appena conclusasi.
Tagliavento si porta a bordo campo, effettua la “on field review” e decide di assegnare un calcio di rigore al Crotone per questo contatto:
Una volta richiamato dal VAR, Tagliavento ha più o meno le mani legate: il contatto c’è ed il rigore ha dei fondamenti.
Il problema nasce a monte: è un episodio da VAR?
La risposta, per quanto possa apparire sorprendente, è NO.
Questo non è un episodio da VAR ma da moviola: un minimo contatto c’è senza alcun dubbio ma, come ormai sapete, il rigore è una sanzione tecnica seria che necessita di una irregolarità che abbia almeno parvenze minime di punibilità.
Il contrasto tra Nalini e Faragò mi sembra veramente di minima entità, la caduta dell’attaccante assolutamente fuori luogo, la scelta iniziale di Tagliavento più che corretta.
Come possa essere considerato un chiaro errore questo episodio, non riesco a comprenderlo. Ovvio che, una volta riviste le immagini, Tagliavento opti per il rigore, basando la sua scelta sul contatto che, seppur minimo, c’è.
Questo episodio ricorda molto quello di Sampdoria-SPAL, con rigore fischiato da Pairetto: un contatto estremamente leggero (come questo) sul quale i VAR non erano intervenuti proprio perché non si trattò di un chiaro errore ma di una valutazione errata. In questo caso è avvenuto il contrario: Damato ha ritenuto un chiaro errore un contatto marginale, troppo poco per essere considerato meritevole di calcio di rigore. A mio parere un errore chiamare la “on field review“.,
Al minuto 45 contrasto piuttosto rude a centrocampo tra Pisacane su Ricci. Il difensore del Cagliari calcia il pallone per poi finire addosso al centrocampista del Crotone:
Nessun dubbio: Pisacane interviene sul pallone con un gesto atletico pericoloso per l’incolumità dell’avversario ma siamo molto lontani da un episodio qualificabile come fallo da espulsione. Al di là del fatto che entrambi i calciatori intervengono con scarsa coordinazione, Pisacane non affonda il colpo dopo aver deviato il pallone. Al contrario entra in contrasto con Ricci, commette un fallo sicuramente imprudente e, come tale, meritevole di cartellino giallo:
La gamba è piegata, il contatto è inevitabile, il fallo non può certo essere sanato dal tocco del pallone. Ne approfittiamo per ribadire un concetto già espresso in occasione della gara di Coppa Italia tra Juventus e Torino (lo trovate qui): il regolamento non assolve da un tackle irregolare un calciatore che abbia precedentemente colpito il pallone. In questo caso non si sfugge a questa logica: Pisacane commette un chiaro fallo imprudente, nonostante abbia deviato nettamente il pallone. Chi interviene in questo modo si assume il rischio di incorrere in un’infrazione ed in una sanzione disciplinare.
Damato, al VAR, richiama Tagliavento alla seconda “on field review” della gara, in questo caso correttamente: Pisacane non era meritevole di cartellino rosso e, davanti alla tv, ero praticamente certo che l’arbitro avrebbe modificato la scelta iniziale comminando al difensore un cartellino giallo. Mi sbagliavo.
A mio parere si tratta di un errore grave: forse la troppa fretta ha giocato un brutto scherzo a Tagliavento. Sono convinto che, se si fosse preso qualche secondo in più a bordocampo, avrebbe potuto giudicare meglio il contrasto, evitando la scelta sbagliata.
Al minuto 90 l’episodio più importante. Su calcio di punizione dalla fascia laterale Ceccherini devia di testa realizzando la rete del 2-1:
E’ stato sorprendente, a fronte di una rete (lo anticipo) del tutto regolare, prendere atto che fosse in corso una review molto lunga che faceva presagire ciò che si è poi verificato.
Dopo un lungo conciliabolo tra arbitro e VAR, Tagliavento alla fine decide di consultare il monitor. L’unico motivo plausibile per visionare le immagini era la valutazione della posizione dei due calciatori del Crotone alla sinistra di Ceccherini nel momento successivo al colpo di testa:
Non c’è alcun dubbio: al momento del colpo di testa di Ceccherini entrambi si trovano in posizione di fuorigioco.
Ma può essere punita la semplice posizione di fuorigioco?
Ci soccorre il regolamento:
Il punto che ci interessa è quello a pagina 83, secondo il quale un calciatore si trova in posizione punibile nel caso in cui interferisce con un avversario (nel nostro caso col portiere) impattando sulla sua capacità di giocare il pallone. Escludo a priori il tentativo di giocare il pallone (come si vede dall’ultima immagine, lo stesso passa ad almeno un metro abbondante da Budimir) o l’ostruzione della linea di visione: sono fattispecie che non hanno alcuna rilevanza nel caso specifico.
Rimane solo l’ipotesi di impattare sulla capacità del portiere di giocare il pallone (rectius: di tentare la parata).
Oggettivamente, per quanto mi possa sforzare di vedere un minimo di sussistenza di tale ipotesi, il portiere non viene minimamente influenzato da Budimir. L’altro giocatore, quello a sinistra dell’attaccante del Crotone, non lo prendo nemmeno in considerazione: Rafael non lo vede mai, trovandosi addirittura alle sue spalle.
Budimir può impattare sul portiere con il suo movimento?
La risposta è veramente semplice: no.
Rafael ha sempre la visione del pallone aperta, pulita, sgombra da avversari in posizione irregolare.
Francamente non riesco a capire come sia stato possibile annullare questa rete che, in sintesi, è assolutamente regolare.
Una giornata non propriamente positiva di Tagliavento ma una gara non inficia certo un’intera carriera a livelli straordinari.
Napoli – Bologna 3-1, arbitro Mazzoleni
Tre episodi da approfondire.
Al minuto 22, su tiro in porta di Palacio, Koulibaly tocca chiaramente il pallone con la mano sinistra:
Sul fatto che il difensore del Napoli tocchi il pallone con la mano, non c’è dubbio alcuno. Il pallone stesso non impatta mai sulla coscia di Koulibaly come erroneamente affermato da alcuni commentatori.
Ciò che dobbiamo valutare è se questo tocco sia da considerarsi volontario e, pertanto, punibile con calcio di rigore.
Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire, come sempre, dal Regolamento (pagina 88, Regola 12):
Rispondiamo alle domande da porsi per risolvere il rebus.
Koulibaly muove la mano verso il pallone?
La risposta è no:
Come possiamo notare il difensore mantiene la medesima posizione di mano e braccio, senza operare alcun movimento atto ad intercettare il pallone.
Possiamo parlare di “pallone inaspettato”?
La risposta è sì.
Come possiamo notare, Palacio calcia con grande violenza il pallone a tre metri di distanza da Koulibaly che non ha materiale possibilità di rendersi nemmeno conto della traiettoria del pallone:
Valutando questi elementi ritengo che questo tocco di mano non sia punibile.
Teniamo a mente un altro concetto FONDAMENTALE: è assolutamente falso che la direzione del pallone abbia una qualsivoglia valenza ai fini della valutazione del tocco di mano, questo assunto fa parte delle chiacchiere da bar che spesso appestano anche i luoghi dei cosiddetti “addetti ai lavori”. Che il pallone sia diretto in porta od al secondo anello del San Paolo non ha alcuna importanza, quel che bisogna tener presente è solo ed unicamente la punibilità. Che, in questa circostanza, non si concretizza.
Certo, il tocco è evidente ma, come dice lo stesso regolamento:
Per comprendere il regolamento dobbiamo tutti abbandonare taluni luoghi comuni, validi per sollevare polemiche ma inutili se si vuol capire a fondo la disciplina di questo gioco. Gioco che sembra semplice ma è terribilmente complicato.
Questo episodio ci consente un’ulteriore precisazione (peraltro già evidenziato): Rizzoli NON ha MAI detto che tutti i tocchi di mano sarebbero stati rivisti e questo episodio ne è la dimostrazione. Purtroppo è stato veicolato un messaggio sbagliato e sarà difficile farlo capire.
Al minuto 35 Masina e Callejon entrano in contatto sul limite dell’area di rigore del Bologna:
Callejon cade a terra e Mazzoleni fischia il calcio di rigore a favore del Napoli.
Il calcio di rigore è assolutamente inesistente.
Come ripeto spesso (e come ho ribadito in questa sede poco fa), il rigore è “una roba seria”. Masina appoggia la mano destra sulla spalla di Callejon che stramazza al suolo come se avesse subito uno strattone violento alle spalle.
Siamo di fronte ad un episodio che possiamo classificare in questo modo:
80% simulazione, 20% rinvio da fondo campo.
Sulla concessione del calcio di rigore non si soffermo nemmeno: è talmente evidente l’assurdità della scelta che mi parrebbe di offendere l’intelligenza di chi mi onoro di ospitare sul blog in qualità di lettore.
La domanda interessante è un’altra: perché il VAR Orsato non è intervenuto per evitare la concessione di un rigore inesistente? Non si tratta di chiaro errore?
La risposta è la seguente: Orsato non può intervenire perché il rigore, per quanto inesistente, è la conseguenza di un contatto che c’è e che Mazzoleni ha valutato come meritevole di massima punizione.
Siamo di fronte ad un episodio concettualmente identico a quello già più volte ricordato occorso in Sampdoria-SPAL: contatto minimo ma i VAR non possono invadere la sfera soggettiva dell’arbitro. Per tal motivo Orsato non ha alcuna responsabilità, non aveva altra scelta se non limitarsi ad un silent check, facendo sanzionare Masina con un cartellino giallo (automatico in caso di calcio di rigore) per aver interrotto un’azione potenzialmente pericolosa.
Ancora una volta ribadisco un principio: la dizione “chiaro errore” va modificata perché porta a questi cortocircuiti. Se solo avessimo la dizione di “possibile errore” i problemi sarebbero risolti quasi completamente .Al minuto 47 un episodio marginale ma che, a mio parere, ben illustra la giornata di Mazzoleni.
Al limite dell’area del Bologna, Mertens si confronta con i difensori del Bologna.
Osservate la sequenza:
Dopo aver scartato verso destra, Martens continua la sua corsa e, poi, improvvisamente, cade a terra da solo.
Ammonizione per simulazione facilissima e Mazzoleni è facilitato nella scelta dalla sua perfetta posizione.
Rettifico: sarebbe stato facilissimo punire Mertens con l’ammonizione per simulazione ma, misteriosamente, viene assegnato un calcio di punizione dal limite a favore del Napoli.
Sinceramente una decisione incomprensibile.
Roma – Sampdoria 0-1, arbitro Banti
Un solo episodio da segnalare.
Al minuto 38 la Roma conquista un calcio di rigore per fallo di mano di Bereszynski sul tiro di Under.
Rigore netto, giusto anche il giallo trattandosi di tiro diretto in porta. Non si tratta di espulsione perché non si trattava di chiara occasione da rete ma solo di azione potenzialmente pericolosa.
Buonissima la direzione di Banti, una nota positiva in una domenica molto negativa.
lucamarelli.it


