13/05/2017 | 18.51
0

25 anni (+5) con Te

25 ANNI (+5) CON TE
di Aaron Ariotti (pongosbronzo)

pubblicato sul suo FB, per gentile concessione dello stesso al nostro sito

 

Oggi la mia Dea compie 105 anni. Io di anni ne ho 37 e a questi 37 bisogna toglierne 12 per sapere da quanto tempo sono innamorato di lei. Viene fuori un bel numero: 25. Multiplo di 5, proprio come 105. Ho sempre amato la tabellina del 5, così esatta, senza fronzoli. 5, 10, 15,… 45, l’anno di nascita di mio padre. 50, quello di mia madre. 75, il mio. La tabellina del 5 è chiara, pulita. Precisa.
E così oggi scopro che è da 25 anni che porto l’Atalanta nel cuore.
Nel giorno di questo anniversario speciale, voglio ripercorrere gli ultimi 25 anni della mia vita con i ricordi che mi legano e mi legheranno per sempre ai colori della mia squadra.

Tutto cominciò nel 1987/88.
L’Atalanta è in serie B, ma partecipa alla Coppa delle Coppe. Per poco, per pochissimo non arriva in finale. Io sono ancora mezzo juventino ma l’amore vero sta per sbocciare. La cavalcata in Coppa è entusiasmante. Seguo tutte le partite in tv insieme a mio padre. Lui è della Juve, ma quando segnal’Atalanta gioisce. Non gli pare vero che una squadra di serie B possa arrivare in semifinale di Coppa delle Coppe.

Il 1988/89 è l’annata della vittoria a Torino proprio contro la Juventus. Mio padre mi porta allo stadio, siamo nella curva dei tifosi juventini. È una brutta partita che sembra destinata a finire senza reti. Ma a due minuti dalla fine c’è il gol di Evair. Settore ospiti in delirio. Io, bambino, accanto a mio padre, li guardo da lontano e sono felice. Alla fine del campionato l’Atalanta è sesta (sesta, perdio!) e conquista la qualificazione in Coppa Uefa.

Il 1989/90 è l’anno in cui il Milan, durante una partita di Coppa Italia, si macchia del gesto più antisportivo che io ricordi e passa immeritatamente il turno a scapito dell’Atalanta. Io sono in prima liceo e ho delle serie difficoltà con la matematica che mi accompagneranno nel corso di tutta la mia vita. Mio padre, programmatore di computer, e mia madre, insegnante di matematica, non se necapacitano.

Il 1990/91 è la stagione dei gol di Evair in Coppa Uefa. Vado a scuola la mattina e canticchio dentro di me un coro da stadio:“E-E-Evair, E-E-Evair!”. In generale però il 1991 è un anno in cui al calcio non penso più di tanto. Colpa delle prime turbe amorose. Stromberg si ritira ed io quasi non me ne accorgo.

Nel 1991/92 siede sulla panchina un signore che mi piace molto, Bruno Giorgi. Pacato, tranquillo e dagli occhi limpidi. Occhi chiari ha anche l’allenatore che lo sostituisce, la stagione seguente, ma che a me non è mai stato simpatico: Marcello Lippi. Da bambino ero convinto che tutti quelli con gli occhi azzurri fossero dei pericolosi filo-nazisti. Lippi secondo me un po’ lo era. Giorgi invece no. Ma anche se lo fosse stato, sarebbe stato un nazista migliore.

Il 1993/94 è un anno disgraziato. Ricordo due delle poche vittorie. La prima, maramaldeggiando sul neutro di Bologna contro il Cagliari. È la fine di agosto ed io sono ancora in vacanza con i miei genitori sul Gargano. Ricordo, dopo quella vittoria, di aver pensato: “Quest’anno si torna in Coppa”. Mai previsione fu più nefasta. La seconda è l’inutile vittoria a San Siro contro l’Inter quando i sogni europei erano già svaniti da un pezzo, Guidolin era stato esonerato, e sulla panchina sedeva l’inedita coppia Valdinoci-Prandelli. Valdinoci… Chi era costui?

Il 1994 è per me l’anno della maturità scolastica.Sono ancora pesantemente coinvolto dalla ragazza di cui sopra, ma non soffro più per lei come tre anni prima. Esco dall’esame di quinta liceo con un 50 tondo tondo, a proposito delle tabelline del 5. C’è il ritorno del Mondo in panchina e una squadra che deve tornare in fretta in serie A. Ce la fa per il rotto della cuffia.

Il 1995/96 l’Atalanta è finalista di Coppa Italia ed è il mio battesimo allo stadio di Bergamo. È un’emozione indescrivibile nonostante la sconfitta con la Fiorentina e nonostante all’uscita dello stadio io rischi difinire nel bel mezzo di una carica della Polizia.
L’anno dopo è un anno triste: il giorno del compleanno di mio papà, in un incidente stradale perde la vita Chicco Pisani. Non appena apprendo la notizia decido di andare allo stadio di Bergamo a rendergli omaggio: Atalanta- Vicenza finisce 3-1. è anche l’anno di Inzaghi capocannoniere e di Lentini in maglia neroblu.

Il 1997/98 mi fidanzo e al calcio penso pochissimo. Per fortuna, perché è una delle stagioni più brutte che ricordi. Retrocessione in B senza attenuanti. A Bergamo ci vado per un Atalanta-Empoli 1-0, gol di Lucarelli a pochi minuti dalla fine. In curva nord ci porto pure la mia fidanzata che dopo quella volta, terrorizzata dagli sguardi torvi degli ultras e dalla circostante atmosfera di tensione, non vorrà mai più seguirmi.

1998-99 stagione non pervenuta. Alla fine del campionatol’Atalanta resta in serie B. E' l'anno del mio servizio civile, in una comunità per portatori d’handicap. Una delle esperienze più belle di tutta la mia vita.

L’anno dopo arriva Vavassori e la musica cambia. L’Atalanta viene promossa in serie A grazie ai giovani. In squadra però c’è anche uno che tanto giovane non è, il furetto Nippo Nappi, idolo assoluto. Conservo ancora un ritaglio della Gazzetta dell’epoca con una sua bellissima intervista.

Il 2000/01 è una delle stagioni più belle di sempre. Alla fine del campionato l’Atalanta è settima (settima, perdio!). Io mi sono dapoco trasferito a Roma. La fidanzata che avevo portato a vedere l’Empoli, e nonostante ciò, sta ancora insieme a me e adesso conviviamo. È anche l’anno di Atalanta-Pistoiese e dello scandalo scommesse. Non per fare il saputello, ma io l’ho sempre saputo che Doni e compagnia l’avevano fatta grossa…

Il 2001/02 è l’anno del 3-3 in casa del Brescia e della corsa di Mazzone sotto la curva dei tifosi atalantini. Nono posto alla fine,senza infamia e senza lode. Nel luglio del 2002 convolo a nozze (la ragazza èincredibilmente sempre quella di Atalanta-Empoli 1-0).

Nel 2002-03 andiamo allo spareggio per la permanenza in A con la Reggina. La partita a Bergamo, dopo lo 0-0 a Reggio Calabria, viene rinviata per un nubifragio ed io capisco che gli Dei stanno tentando di dirci qualcosa. Infatti,nel recupero del match, la Reggina vince 2-1. Tutto sommato non soffro troppo perquesta inaspettata retrocessione, anche perché a settembre nasce mio figlio.

L’anno dopo, con Mandorlini in panchina, l’Atalanta torna subito in A. Non ho ricordi particolari legati a quell’anno, a parte le notti insonni e le pappe e i pannolini. A proposito di pannolini: debuttano i baby Montolivo e Pazzini in prima squadra.

2004/05. l’Atalanta vince la prima partita alla diciassettesima giornata. A dicembre Delio Rossi subentra a Mandorlini, ma nonriesce a compiere il miracolo. Memorabile comunque, l’ultima giornata contro la Roma, vissuta allo stadio… Con quell’applauso lungo un minuto alla squadra appena retrocessa e uno striscione in curva nord che recitava: “Delio Santo Subito”. I nostri miti morti ormai,direbbe Guccini.

Nel 2005-06 arriva il pelatone di Anzio e vince a mani basse il campionato di B. Io vado allo stadio a vedere il derby Atalanta-Brescia con la memorabile rovesciata di Zampagna dal limite dell’area. Ce l’ho ancora negli occhi, quella giocata. Del 2005 è anche la venuta al mondo della mia secondogenita, che, forse per omaggiare il nostro mister, nasce proprio ilgiorno di Santo Stefano.

2006/07: l’anno del centenario. Ottavo posto e calciospettacolo. Sono allo stadio per Atalanta-Siena col gol di Vieri dacentrocampo.

Nel 2007/08 sulla panchina dell’Atalanta arriva Gigi “PeterSellers” Del Neri. Non capisco niente di quello che dice nelle interviste, ma la sua è una squadra che mi piace davvero molto.
Il secondo anno di Del Neri si chiude con un undicesimoposto, senza troppe gioie. È il 2008 e a mio padre scoprono un brutto tumore.Viene operato e comincia il calvario della chemioterapia.

L’anno dopo è quello dell’endemica retrocessione in serie B. Gregucci, Conte e Mutti non riescono nell’impresa di salvare una squadra allo sbando. Dopo undici anni torno allo stadio con mio padre per assistere a quell’Atalanta-Bologna che di fatto sancisce la fine delle speranze di salvezza. Però sono felice, quel giorno, perché dopo tanto tempo io e mio padre siamo di nuovo uno accanto all’altro, insieme, ad una partita dell’Atalanta. Ed ora, mentre scrivo, so che questo non potrà più succedere.

L’anno dopo in panca torna a sedersi Colantuono. Io sono allo stadio, vicino casa, per Frosinone-Atalanta. Settore ospiti. In questa occasione conosco tanti nuovi amici. Ed era ora, dopo tanti anni di tifosolitario, che conoscessi qualcuno come me. E poi, ancora, a fine campionato sono a Grosseto per Grossseto-Atalanta. Partita dimenticabile, pareggio sbiadito (probabilmente taroccato) e mini festa promozione con Doni che issa al cielo una Coppa di cartone, paradossale emblema della sua parabola di calciatore.

Il 2011/12 è l’anno dei sei punti di penalizzazione. Però è un campionato straordinario. Vado allo stadio con i miei nuovi amici solo verso la fine per assistere ad una brutta sconfitta interna contro la Lazio. Bellissima coreografia in curva con le gigantografie delle maglie dei capitani più rappresentativi.Quella numero 27 di Doni non c’è.

2012/13, campionato in corso. Il 27 luglio muore mio padre dopo una lunga malattia.
Uno non è mai preparato adeguatamente a questo genere dicose, anche se sa che devono accadere.
La malattia è qualcosa di terribile che umilia il corpo senza pietà.
E poi, ai vivi, a quelli che restano, quella morte resta sempre un po’ appiccicata addosso.
È inevitabile.
Da qualche mese non sto più lavorando e di spiragli se ne vedono pochi.
I bambini crescono e hanno mille esigenze che un genitore vorrebbe poter esaudire sempre, ma a volte si è costretti a dire di no.
Sogno mio padre una notte sì e l’altra pure. Sono sogni che mi riempiono d’inquietudine.
Poi mi sveglio e provo a ricordarmi di lui quando esultava con me per un gol di Cantarutti a Lisbona.
La vita va avanti.
Medito un ritorno a Torino, mia città natale.
L’Atalanta ne prende 5 in casa proprio dal Torino e per ora è l’unica partita che ho visto.
Sembra ci siano tutti i presupposti per una di quelle annate difficili, sotto tutti i punti di vista.
Ma io non mi arrendo.
E, ne sono sicuro, nemmeno l’Atalanta.

AGGIORNAMENTO 5 ANNI DOPO

2013-2014-2015
Medietà senza virtù.

2016-2017
Il campionato più bello di tutta la Storia Atalantina si sta svolgendo sotto i miei occhi. Un allenatore intelligente e coraggioso, in grado di valorizzare i giovani del vivaio come mai nessuno ha fatto qui (tranne forse Vavassori), ci sta facendo vivere un sogno. Record di punti, record di vttorie in trasferta, forse anche record di gol segnati, la quarta miglior difesa del campionato, l'Europa League a un passo. Mio figlio Giacomo ha 13 anni, più o meno l'età che avevo io quando mi sono innamorato dell'Atalanta. Fino a sei mesi fa non gli importava nulla dell'Atalanta e del calcio in generale. La prima cosa che ho fatto quando ci siamo trasferiti a Torino è stata portarlo a visitare i ruderi del Filadelfia, lo storico stadio del Grande Torino, che nel frattempo è stato ricostruito e proprio in questi giorni verrà inaugurato. Gli ho raccontato la storia di quella squadra fortissima e sfortunata, così legata alla nuova città in cui Giacomo avrebbe vissuto. Non ho mai preteso che diventasse atalantino. A gennaio l'ho portato allo stadio a vedere Torino Atalanta in mezzo ai tifosi granata. Dopo il gol del vantaggio del Toro, Giacomo si è avvicinato e mi ha sussurrato all'orecchio: "Papà, mi sa che tifo Atalanta". Napoli-Atalanta la vediamo insieme al bar, ed è un trionfo. Inter-Atalanta la vediamo nello stesso bar ed è una batosta terribile, che dimentichiamo all'istante. Andiamo a Bergamo a vedere Atalanta-Pescara e mi chiede se può comprarsi una sciarpa. Sceglie la più bella. Atalanta-Juventus la vediamo al pub sotto casa. Cinque ore prima della partita Giacomo mi manda un messaggio vocale su whatsapp, preoccupato che Petagna parta dalla panchina. Questa sera vedremo insieme Atalanta-Milan a casa di un amico milanista. Le congiunzioni astrali sembrano favorevoli. Io sono tesissimo.

By staff
0 commenti