16/01/2022 | 15.45
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A cuore aperto con Adelio Moro alla vigilia di Atalanta-Inter di Beppe De Carli

Ieri, oggi e sempre Ascoli Calcio”, la voce di Adelio Moro - picenotime - ITIntervista esclusiva di Beppe De Carli, collaboratore di Atalantini.com e Bergamo&Sport, per questa seconda testata, che ringraziamo

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Alla vigilia di Atalanta-Inter abbiamo incontrato nella sua Romano di Lombardia Adelio Moro, nel ruolo di doppio ex, (59 presenze a Bergamo con 16 reti – 61 presenze a Milano con 9 gol) ma con il cuore atalantino. Per anni si è occupato di calcio internazionale (come osservatore) ed in qualità di opinionista collabora con le televisioni locali. Con Adelio abbiamo voluto analizzare questa prima parte della stagione dell’Atalanta.

Adelio, iniziamo da qui. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

A: Direi mezzo pieno perché i risultati fino ad ora ci sono stati, soprattutto se confrontati con lo scorso campionato grazie ai diversi punti in più conquistati (che era già un record). Oggi è la squadra con il maggior numero di vittorie in trasferta e penso che questo sia un cammino da grande squadra!

Un commento sulla terza esperienza in Champions. C’è qualche rammarico o sei concorde con quanto afferma sempre il Presidente Percassi che “è importante continuare ad andare a scuola”?

A: C’è un po’ di rammarico perché abbiamo fatto due Champions alla grande e quando c’è stato il sorteggio pensavo che questo fosse un girone abbordabile per l’Atalanta. Pensavo che con il Villareal si potesse giocare una partita alla pari, anzi ritenevo la nostra squadra superiore agli spagnoli. Poi quel disguido della neve ha complicato le cose ed ha inciso sulle energie nervose dei nostri giocatori. Non aver giocato quella sera ha portato a perdere la giusta concentrazione. Ora in Europa League penso abbia tutte le carte per poter andare avanti e anche per centrare l’obiettivo, perché dopo cinque anni ad alti livelli mi pare venuto il momento di raccogliere un titolo. L’Atalanta gioca il miglior calcio, non solo in Italia, e questo è universalmente riconosciuto.

Dal punto di vista squisitamente tecnico come leggi il minor numero di reti segnate (che rimangono comunque sempre numericamente tante visto che l’anno solare si è chiuso con 100 marcature) rispetto alle goleade degli anni scorsi?

A: il gioco che esprime l’Atalanta, soprattutto in fase offensiva, porta sempre sei o sette giocatori ad arrivare nell’area avversaria, di conseguenza la partecipazione di tutti questi giocatori ti porta ad avere azioni offensive di una certa pericolosità. Altro vantaggio è avere giocatori che si abbinano molto bene, sia dal punto di vista tecnico che fisico, giocatori importanti che ora giocano con le rispettive nazionali. Hanno quindi acquisito quell’esperienza tale da sfruttare al massimo ogni occasione per buttare dentro la palla.

Passiamo alla difesa. L’altro tema che infiamma il dibattito dei tifosi, in particolare relativamente ai tanti gol subiti, soprattutto ad inizio gara. Ci puoi dare una tua chiave di lettura?

A: la chiave di lettura è difficile darla perché è una delle poche squadre che giocano a uomo a tutto campo. Questo gioco è dispendioso ed ha bisogno di rodaggio, soprattutto da parte dei nuovi innesti. Abbiamo visto le difficoltà che ha avuto Demiral pur essendo un ottimo giocatore (non a caso Ancellotti lo vuole al Real Madrid). Quindi ci vuole tempo per entrare nei meccanismi richiesti da Gasperini. Non a caso chi è qui da più anni ora fa meno fatica, mentre i nuovi arrivati hanno sempre bisogno di tempo.

Quest’anno abbiamo registrato un incremento degli infortuni con parecchi titolari coinvolti. Ritieni si stia giocando troppo?

A: si sta giocando troppo e non lo dico solo io. Quest’anno ci sono stati gli Europei che hanno portato via quasi un mese di preparazione, lasciando poco tempo ai giocatori per recuperare fisicamente ma soprattutto mentalmente. Ecco perché è facile che i giocatori si infortunino.

Veniamo alla stretta attualità tra mercato e Covid. Iniziamo dai movimenti in entrata ed uscita. Per ora possiamo commentare l’arrivo di Boga. Cosa ne pensi del franco-ivoriano? Sarà l’unico sussulto di mercato o pensi ad un rinforzo in difesa?

A: per quanto riguarda la difesa io credo che siamo abbastanza coperti perché ci sono 4 o 5 elementi su cui si può fare affidamento. Chi è entrato ha fatto bene, compreso De Roon quando è stato arretrato come difensore. Boga è un arrivo importante che solo negli ultimi tempi non è riuscito ad esprimere il proprio valore a causa degli infortuni. Se l’Atalanta lo ha preso vuol dire che crede in lui, in primis Gasperini, soprattutto per sopperire nel gioco sulla fascia sinistra visto che lui è un destro e può entrare centralmente vista la notevole facilità dimostrata nel saltare l’uomo.

Tema Covid. Un anno e mezzo di esperienze e protocolli sembra non aver insegnato nulla, creando situazioni irreali come in Atalanta-Torino e le altre 3 partite rinviate. Il tuo pensiero?

A: l’ho già espresso in questi giorni ed il mio parere è comune in molti personaggi molto più autorevoli di me come i dirigenti della Lega e soprattutto gli scienziati. Tutti gli sport che prevedono contatto dovrebbero prevedere la vaccinazione obbligatoria dei protagonisti in campo. Non solo una dose ma addirittura tre. Dovrebbe essere fatta un’azione di convincimento nei confronti dei giocatori, che sono lavoratori e responsabili anche nei confronti delle loro Società.

Oggi purtroppo questo big match sarà seguito solo da 5000 spettatori. Un vero peccato considerando le aspettative dei tifosi bergamaschi, soprattutto alla luce del risultato dell’andata.

A: non sono d’accordo perché ormai per entrare allo stadio devi essere vaccinato, devi portare la mascherina FFP2 e devi mantenere le distanze. Limitare in certi stadi la capienza a 5.000 persone è come avere lo stadio vuoto, compreso Bergamo. A questo punto ha più senso giocare a porte chiuse.

 

Da doppio ex, dove andrà oggi il cuore di Adelio Moro?

A: L’Atalanta è stata la mia prima esperienza in una grande squadra quindi il mio cuore è atalantino. Quando sono andato all’Inter ho conosciuto grandi campioni, poi diventati amici, che mi hanno aiutato sicuramente a diventare anche un buon giocatore, dandomi molti consigli. Quando ho terminato la carriera, grazie al mio amico Giacinto Facchetti, ho avuto l’opportunità di viaggiare per vent’anni come osservatore in tutto il mondo seguendo i giocatori per l’Inter e quindi non posso non avere un sentimento di riconoscenza. Ma, pur essendo uguali i colori, per me quelli che contano sono quelli dell’Atalanta.

Chiudiamo con un messaggio positivo. Che Atalanta vedremo nel ritorno, sperando che l’emergenza sanitaria rientri definitivamente?

A: penso che in questi anni l’Atalanta ha fatto sempre un ottimo girone di ritorno, esprimendosi meglio delle altre squadre. Sono convinto che se recupera tutti sotto l’aspetto fisico posso dire che, tra le quattro squadre che guidano il campionato, ci può stare anche l’Atalanta e non solo per il quarto posto. Per me può ambire anche al primo posto visto che non la vedo per nulla inferiore alle altre, prova ne sia che negli scontri diretti non ha mai perso.

Allora buon campionato Adelio. Allicciamo le cinture e proseguiamo questa avventura. Il resto, come sempre, lo dirà il campo!

Giuseppe De Carli
By staff
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