A volte parlano
Tra presente e futuro: l’arbitro Simone Sozza, presente al Premio Maurizio Maestrelli, ha parlato a margine dell’evento. “L’uniformità di giudizio? Concetto difficile” ha detto ai microfoni di sky Sport:
“Noi arbitri siamo un gruppo di persone, di uomini che cercano di prendere le decisioni giuste”.
Sozza prosegue parlando anche di alcune situazioni di gioco.
“Non è mai facile uniformarsi. Il fallo di mano? Sappiamo che tale interpretazione, storicamente, risulta essere una delle più difficili. Ma abbiamo delle linee guida, dei criteri da seguire”.
“Pressione? La sentiamo, è normale ed è giusto che ci sia” prosegue Sozza. “Affrontiamo partite importanti, è normale che la pressione faccia parte del nostro mestiere. Ci prepariamo atleticamente, siamo giovani ma non tanto quanto i calciatori”.
Sozza è un classe ’87. “Per un arbitro giovane, come poteva essere il mio caso le prime volte, può capitare di avere ‘paura’ del VAR”.
Ovvero: “Che ci chiamasse per correggerci un eventuale errore. Siamo stati il primo paese a introdurlo, oggi credo che sia impossibile vedere una partita e non aspettarsi un controllo VAR su un calcio di rigore”.
Le partite vengono decise dai calciatori. “Se conoscono il regolamento? Stanno lavorando tanto anche loro in tal senso. La cultura, sotto questo punto di vista, è cambiata tanto”.
E aggiunge. “Mi ferisce sapere che qualcuno non crede nella buonafede di noi arbitri. Abbiamo una credibilità strutturata, siamo appassionati di calcio e dei professionisti che vogliono vedere partite giocate in modo corretto”.
