Ad Majora, piccolo, grandissimo uomo
Ricordare, le reiterate voci che lo indicavano in partenza, soprattutto per sua stessa dichiarazione, mi rinnova il tremendo fastidio di allora. Non accettavo, magari sbagliando, che un giocatore conclamato leader della squadra, rinnovasse periodicamente il tormentone del volersene andare, che mi pareva disconoscere il nostro apprezzamento ed il nostro affetto.
Non consideravo che, in effetti, un calciatore è un professionista ed è legittimo che cerchi di mettere a profitto le sue qualità professionali. Finalmente la società è riuscita a trovare la formula della permanenza definitiva, dando una positiva svolta ad ogni perplessità, che a mio avviso avevano ripercussioni sul rendimento. Era arrivato un accordo, non con la grande squadra dei sogni, ma con un ambiente sano e serio, che lo ha sempre sostenuto .Alessandro Gomez, a questo punto, nello spirito di reciprocità che lo anima, ha deciso di farsi da sè, creandosi una vera, grande squadra, quella che oggi è diventata l'Atalanta Bergamasca Calcio, di cui è profeta e capitano.
Egli trasmette carisma e carattere all'intera squadra, che trascina a livelli di gioco sempre più pregiato, facendo da regista, da suggeritore, ed imperversando, con estremo profitto, in tutte le zone del campo. Ieri (dopo Atalanta - Napoli ndr) si è esibito in un carosello irridente, interrotto con un fallo, da cui si è immediatamente ripreso, intessendo in continuità, progressioni e rallentamenti, suggerimenti e lanci illuminanti, con bombe improvvise scagliate verso la porta avversaria.
Ultimamente non segna molto, ma distribuisce aperture ed appoggi che mandano i compagni in rete. Non veste mai da leader di una grande squadra e pur essendo un grandissimo campione, non tende a prendersi tale ruolo, ma corre e si danna, come fosse l'ultimo dei gregari. Ha un grande senso di rispetto e di amicizia verso i compagni e lo esprime senza riserve, riservando agli stessi avversari, sorrisi e cordialità. Mi viene spesso il raffronto con i grandi del nostro campionato, quale Ronaldo, ad esempio, ma è il Papu ad uscirne vincente: per l'immagine che dà di se stesso, solare ed aperto contro un atteggiamento spesso mummificato e sprezzante. Che, oltre tutto, anche dal punto di vista del rendimento Gomez dà alla squadra assai tanto di più di quanto Cristiano dia alla Juve, sia in continuità che in accanimento, al punto che, personalmente non accetterei manco il pensiero di poterlo scambiare.
E il mitico Gasp lo sa meglio di tutti noi e non manca mai di celebrarne, giustamente, grandezza, dedizione e genialità. Conquista la sua immagine di capofamiglia, amorevolissimo coi suoi bimbi, quanto il rispettoso cittadino onorario di Bergamo, cui spesso ribadisce stima ed attaccamento, non mancando di promuovere opere di solidarietà. Purtroppo il periodo in atto non gli consente di raccogliere direttamente il plauso e gli osanna che i suoi tifosi vorrebbero dedicargli, ma il Papu ormai conosce il cuore e l'affetto dei bergamaschi, perchè sembra tanto ad uno di loro, schivo, modesto e lavoratore. I ringraziamenti si accatastano per esplodere fragorosamente alla prima occasione e lui stesso, si sta impegnando per riceverne anche di più: magari dopo un giro in Europa per saggiare ulteriormente le sue prerogative. Magari spendendole, esplosivamente a Lisbona.
Ad majora, piccolo, grandissimo uomo.
Renato
By sigo