Ajax Atalanta: come l’aggressività di Romero ha esaltato la Dea
Ajax Atalanta è stata l’ennesimo capolavoro dipinto dai ragazzi di Gasperini, fedeli ai propri principi ma anche bravissimi nel leggere i momenti della gara
C’era molta preoccupazione in casa Atalanta per la trasferta contro l’Ajax. In questi giorni, sono emerse infatti voci spiacevoli su grossi malumori all’interno dello spogliatoio. Inoltre, in un palcoscenico prestigioso, avere due risultati su tre a disposizione poteva costituire paradossalmente un’insidia: la Dea è infatti una squadra con principi chiari e radicali, che non può andare a ritmi bassi ma deve essere sempre e comunque propositiva (con un gioco molto dispendioso).
Il capolavoro dell’Atalanta di Amsterdam, che poi esprime bene la crescita mentale della squadra, è stata quella di fare una gara di gestione pur senza stravolgere i propri principi. E’ andata a ritmi più bassi del solito, lasciando molto il pallino del gioco agli avversari (appena 37% di possesso palla, record negativo).
La Dea ha impedito all’Ajax di palleggiare in modo pulito e di effettuare tiri da posizione pericolose: basti pensare che il 67% delle conclusioni olandesi è arrivata da fuori area. L’aspetto degno di nota è che lo ha fatto senza esasperare il pressing offensivo, ma accompagnando le tipiche marcature a uomo con un baricentro più basso e attendista.
Per tutta la gara, un Ajax estremamente statico (sembra passata una vita dalla squadra super fluida che sfiorò la finale di Champions) ha incontrato difficoltà enormi nel fare progredire l’azione. Il palleggio basso era lento e sterile, che il più delle volte si concludeva con un nulla di fatto. Abbiamo anche visto lanci prevedibili, causati dalla mancanza di idee, che la Dea ha gestito senza alcun patema.
Un esempio nella slide sopra. Pur difendendosi bassa, l’Atalanta è molto aggressiva e attenta nelle marcature. L’Ajax è statico, altro non può che fare che lanciare lungo.
Le marcature della Dea erano chiare: Gomez e Zapata si occupavano dei difensori centrali, mentre De Roon e Pessina si occupavano dei due mediani. Hateboer si alzava su Tagliafico, mentre Freuler si apriva a sinistra sul terzino destro.
Come detto, il giro palla dell’Ajax era lento e statico, quasi mai gli olandesi hanno trovato l’uomo libero alle spalle dell’attacco avversario. Per muovere le marcature avversarie, sarebbero state necessarie rapide combinazioni sul breve e tanti smarcamenti, ma non si è visto nulla di tutto ciò. Grazie all’attenzione orobica, i padroni di casa non hanno quasi mai servito i propri giocatori di talento in situazioni pericolose.
Oltre a un Pessina eccezionale in fase di possesso, la gara di ieri ha mostrato le profonde qualità di Romero. Senza soluzioni di passaggio, l’Ajax ha spesso forzato da dietro la ricerca della prima punta. L’ex Genoa era però sempre aggressivo e puntuale nel seguire l’avversario (soprattutto Tadic, diventato prima punta nella ripresa), riuscendo a prevalere quasi sempre. Ben 5 intercetti per l’argentino.
Due esempi nelle slide sopra. L’Ajax è fermo, ogni giocatore è marcato da uno dell’Atalanta. In entrambi i casi, gli olandesi provano a verticalizzare la punta, ma Romero recupera sempre palla e lo anticipa.
Nel finale di gara, l’Atalanta ha poi mostrato grande ordine e solidità nel reggere alle offensive rivali, proteggendo bene la trequarti e le palle altre buttate dall’Ajax.
Gasperini si qualifica nuovamente agli ottavi dopo un girone caratterizzato da due successi esterni in veri e propri templi del calcio, come Anfield e la Cruijff Arena. L’Atalanta non poteva reagire nel migliore dei modi dopo gli ultimi tribolati giorni: con una prestazione che fotografa bene la grande mentalità raggiunta dalla squadra, che ha saputo leggere benissimo i momenti della gara. Bergamo continua a sognare.
fonte calcionews24.com
By marcodalmen