31/01/2018 | 14.30
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Alla Juve il primo round - by Giuliobas

Alla Juventus va il primo round della semifinale di Coppa Italia, a Bergamo la squadra di Allegri si impone per 1-0.
 
In uno scenario che ricordava molto la scena fantozziana della gara di tennis tra Filini e lo stesso ragionier Fantozzi, avvolti da una nebbia fitta, Gasperini conferma la difesa messa in campo a Reggio Emilia con Toloi, Palomino e Masiello davanti a Berisha con Caldara che resta per la seconda partita consecutiva in panchina.

De Roon e Freuler vengono posizionati in mediana con Hateboer e Castagne a spingere sulle corsie esterne. In attacco un po' a sorpresa l'uomo più in forma del momento,Ilicic viene lasciato fuori: allo sloveno il tecnico neroazzurro preferisce inizialmente Cristante a supporto del tandem offensivo costituito da Gomez e Cornelius.

Allegri, consapevole della forza e dell'entusiasmo atalantino, risponde con il 4-3-3 schierando l'11 titolare(se così si può definire visto l'organico della Juventus con ampia gamma di soluzioni che si equivalgono per capacità tecniche e qualità): in porta torna Buffon che comanda la difesa composta dai centrali Benatia e Chiellini e dai terzini De Sciglio e Alex Sandro.

Al centro del campo l'allenatore toscano si affida all'eleganza  di Pjanic e alla sostanza di Khedira e Matuidi, mentre in avanti viene confermato il tridente di Verona formato da Douglas Costa,Higuain e Mandzukic.

La sfida è sentitissima, l'ambiente è carico: ci si gioca una fetta di finale e a Bergamo certi treni(per Roma) non passano certo così facilmente. Serve un'impresa,ma Gasperini vuole giocarsela senza paura e soprattutto senza rimpiangere nulla. Nonostante la nebbia ne rovini la bellezza, la Nord accoglie l'Atalanta in campo con il gigantesco striscione che raffigura gli undici eroi del 1963, sperando che il ricordo di quella fantastica cavalcata possa essere di buon auspicio per questa semifinale.

I neroazzurri ad inizio partita sembrano però aver dimenticato la testa negli spogliatoi: la squadra è molle, poco cattiva e reattiva e dopo due minuti Higuain colpisce indisturbato ma Berisha è attento e fa sua la sfera. La spia di allarme si accende, ma gli uomini di Gasperini un minuto più tardi ci ricascano: Mandzukic contrasta in modo regolare De Roon (l'intervento è prima sul pallone, poi inevitabilmente prende pure la gamba), lancia il Pipita, Masiello in scivolata non ci arriva e stavolta l'argentino insacca sul secondo palo. Il sogno e l'obiettivo di mantenere la porta inviolata viene  infranti in una manciata di secondi e tutto diventa  maledettamente più difficile. 

L'Atalanta è imballata, non riesce ad entrare in partita come vorrebbe e i bianconeri( ieri in maglia gialla) non hanno grandi difficoltà nel controllo del match con un pressing alto  e sviluppando il gioco sulle fasce, soprattutto dalle parti dell'abile D.Costa. Al 23' l'episodio che potrebbe cambiare le sorti della partita: in una delle poche transizioni offensive dei neroazzurri, Cornelius, servito da De Roon, colpisce di tacco per Cristante ma la sfera viene intercettata con la mano da Benatia. Valeri all'inizio fa proseguire ma viene immediatamente richiamato a bordocampo dal collega Fabbri per rivalutare il tutto: l'irregolarità viene ravvisata e dopo un minuto di grande fermento per i circa sedici mila presenti sugli spalti, il fischietto di Roma decreta il calcio di rigore. Gomez si presenta sul dischetto ma l'eterno Buffon si tuffa alla sua sinistra e neutralizza il destro lento di Gomez. È il terzo rigore(su 5 calciati) sbagliato dal capitano neroazzurro dopo Firenze e Liverpool. Molti tifosi avranno pensato " No Papu, non proprio questo". 

L'Atalanta getta al vento l'occasione per rimettere in carreggiata una partita che si era dannatamente complicata e nel primo tempo combina poco o niente ed è un miracolo se il risultato non assume dimensioni maggiori: al 28' su invito di De Sciglio, un indemoniato Higuain al volo sfiora la traversa, mentre al 36' Matuidi su sponda di Mandzukic spedisce sul fondo una buona palla-gol. La prima frazione di gioco termina con gli ospiti in vantaggio meritatamente:netta supremazia territoriale, grande organizzazione, e grande tranquillità nella gestione della sfida. Per i neroazzurri invece, in un primo tempo davvero annebbiato, il grande rammarico per non aver sfruttato la clamorosa occasione del rigore: nell'economia del match e soprattutto a livello morale questo episodio è decisivo.

La ripresa sia apre con l'ingresso di Ilicic con un Cornelius poco ispirato e servito che non rientra nemmeno in campo. La Dea attacca sotto la Curva Pisani: al 46' dopo un grande anticipo di De Roon su Khedira, Gomez prova il destro a giro ma è troppo debole e due minuti più tardi con un tiro-cross insidioso il numero 10 prova a sorprendere Buffon che concede l'angolo, facendo letteralmente esplodere la Nord che prova a spingere i propri beniamini con il suo calore verso l'impresa. La Juventus si difende con ordine e attenzione cercando sempre di ripartire grazie al lavoro straordinario di Higuain. I bianconeri addormentano quasi la partita, Ilicic viene spesso cercato dai compagni e porta qualcosa in più nella manovra atalantina, ma la retroguardia di Allegri non soffre nulla.

Il mister di Grugliasco butta nella mischia anche Barrow e Petagna. I Gasp Boys non riescono mai a sfondare centralmente e si affidano alle corsie laterali ma le palle alte sono sempre preda dei difensori ospiti che non sbagliano un colpo. All' 84' a testimonianza della stratosferica prestazione del terminale offensivo juventino, Higuain salta Palomino e Freuler e conclude di poco a lato. Nei minuti conclusivi il forcing finale produce l'unica vera occasione della ripresa: Hateboer si ritrova il pallone fra i piedi dopo un rimpallo fortunato al limite dell'area piccola, tira a botta sicura ma l'estremo difensore avversario si immola; sulla respinta Petagna è lento, non va alla conclusione e si appoggia indietro. Nei minuti di recupero l'Atalanta mette la tenda in avanti alla ricerca del gol del pareggio, ma le punizioni conquistate non sorti sconosciuto gli effetti sperati e Valeri manda tutti negli spogliatoi.

I neroazzurri escono a testa alta tra gli scroscianti applausi del proprio pubblico che ha comunque vissuto una serata magica e unica. La Juventus è più forte e lo ha dimostrato. Gasperini può rimproverarsi di non aver schierato dal primo minuto la qualità di Ilicic, la squadra può recriminare l'approccio sbagliato al match, la mancanza di agonismo,incisività e cattiveria necessaria per competere al livello di una formazione che nel contesto europeo, escluso il Barcellona, è la più completa e organizzata. Dispiace per Gomez, a parte l'errore dagli undici metri, che resta decisivo, un'involuzione sul piano della prestazione inspiegabile, non ha mai tentato l'uno contro uno e sembra quasi spompo. 

Coraggio capitano! Per il resto da segnalare tra le note positive le ottime prove di De Roon e Freuler che smistano senza respiro e il buon esordio in assoluto per il gambiano Barrow che si è anche fatto notare con cross insidiosi e qualche cambio campo. Tra le sfumature negative di questa serata di fine gennaio, a parte il capitolo Gomez, le imprecisioni di Masiello e la staticità, la poca spinta e propulsione di Hateboer,autore di una prova anonima (dalla nebbia è sbucato solo all'88').

Per sconfiggere una corazzata come quella di Allegri serve un gara perfetta sotto tutti gli aspetti e certi errori non te li puoi permettere. Il risultato di 0-1 ipoteca la finale a favore di Chiellini & C., ma  per lo meno lascia ancora qualche flebile speranza agli orobici che all'Allianz Stadium, il prossimo 28 febbraio dovrà compiere una autentica impresa(crederci è d'obbligo, nel calcio tutto può succedere) per ribaltare il risultato che ieri i giocatori in maglia gialla sembrano aver chiuso. Ah, a proposito di maglie gialle ora testa, cuore e gambe al Chievo, match tanto insidioso quanto fondamentale nella corsa all'Europa League.

NON FERMIAMOCI DI FRONTE ALLE PRIME DIFFICOLTÀ, È UNA STAGIONE FAVOLOSA E DOBBIAMO CONTINUARE A RENDERLA COSÌ FANTASTICA!!!

Giuliobas

By staff
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