Anche il WSJ si interessa di Atalanta Valencia
Premesso che l'argomento è spinoso, pubblichiamo in quanto, oltre a parlare anche di Atalanta da parte di un giornale prestigioso come il WSJ, il sito viene citato. L'articolo è intitolato "L'incontro di calcio che ha dato il via al disastroso coronavirus in Italia" (The Soccer Match that Kicked Off Italy’s Coronavirus Disaster QUI il link per vederlo in originale) ed è a firma Joshua Robinson. In esso il giornalista, come molti altri prima di lui, si è interessato alla partita Atalanta Valencia in ottica accelerazione della pandemia in Italia. L'autore, di stanza a Parigi, ha intervistato in inglese alcuni tifosi atalantini presenti al match fra questi anche un componente dello staff.
L'articolo inizia parlando della migrazione di massa dei tifosi atalantini tanto da impiegare quasi tre ore per un percorso che di solito si fa in meno di una. L'articolo evidenzia anche che, grazie allo spostamento della partita allo stadio di Milano, hanno potuto essere presenti circa il doppio dei tifosi che sarebbero potuti esserci nel caso si fosse disputato a Bergamo a causa della capienza notevolmente inferiore. Tutti i tifosi intervistati hanno sottolineato l'affollamento in ogni luogo, stipati in metrò, molto vicini allo stadio, tifo molto caldo con tutti che cantavano e si abbracciavano ad ogni rete, insomma tutto terreno fertile per la diffusione del virus. Nell'articolo si fa riferimento ad esperti del settore tutti convinti che sia stata la partita a rendere la Lombardia il centro del virus in Italia citando come prova il fatto che due settimane dopo il giorno del match (19/2) c'è stata una esplosione di casi (dichiarazione dell'immunologo Dr. Francesco Le Foche del policlinico Umberto I di Roma).
Nella prosecuzione dell'articolo si dice che al momento della partita non c'erano segnali che richiedessero particolare attenzione in quanto i primi casi si sono verificati subito dopo quella data.
Si passa poi a puntare il dito contro chi gestisce lo sport in USA citando il fatto che le federazioni europee una ad una cominciavano a far disputare gli incontri a porte chiuse mentre negli Stati Uniti si continuava a disputare incontri di ogni sport come se non ci fossero segnali di pericolo. Solo una settimana prima che anche in America lo sport si fermasse al Madison Square Garden di New York ospitò un match con circa 100.000 persone. Gli esperti americani fra cui il Dr. William Schaffner della Vanderbilt University sono concordi nel dire che gli eventi di massa sono veicolo ed ambiente ideali per la diffusione del virus.
Per l'Atalanta non c'erano gli indizi che si fosse nelle condizioni di pericolo che poi si sono manifestate, il virus era arrivato in Europa a Monaco a metà gennaio ed ha avuto un mese per diffondersi in tutta la Lombardia, fino a quel momento i casi erano solo indiscrezioni e le autorità non avevano dato peso a quello che stava succedendo tanto che il primo caso significativo si è verificato nei giorni seguenti il match in una cittadina a sud di Milano (Codogno).
Nello stesso periodo per la festa di San Faustino a Brescia c'erano per le strade senza alcuna precauzione circa 100.000 persone.
Uno dei tifosi intervistati ricorda il suo viaggio in metropolitana compresso in mezzo ad altre centinaia di tifosi, si andava come ad una festa, la gente nel piazzale antistante la partita mangiava e beveva lanciando cori, ed erano presenti sia tifosi della squadra di casa che di quella ospite.
Nella prosecuzione si racconta di come le bare dei cittadini bergamaschi siano state portate via dai camion dell'esercito non riuscendo il cimitero a cremare tutti i defunti. 90 bare furono benedette dal prete prima dell'invio ad altri crematori.
Dopo due settimane la federazione bloccò il campionato e dal 10 Marzo la nazione è stata messa in quarantena.
"Questo evento è stato il più grande acceleratore ma non sapevamo quale fosse il problema" Un altro tifoso di lungo corso, aveva organizzato la presenza all'incontro per un gruppo di amici provenienti dall'Austria salvo poi ricevere 15 giorni dopo da uno di quelli presenti, una telefonata da Vienna che gli comunicava la positività al coronavirus.
Altri tifosi presenti all'incontro affermano che non risultano positivi solo perché non sono stati testati e lo scenario è cambiato tanto velocemente che in 15 giorni era completamente diverso.
Al ritorno le autorità spagnole hanno ordinato che l'incontro si disputasse a porte chiuse ma nonostante ciò fuori dallo stadio si sono riuniti un gran numero di tifosi iberici per far sentire il proprio supporto alla squadra sconfitta però anche al ritorno con il punteggio di 4-3, anche questo evento ovviamente ha fatto si che il contagio subisse una accelerazione.
La vittoria in Spagna ha fatto si che l'Atalanta, alla sua prima partecipazione alla Champions League, raggiungesse i quarti di finale"arrampicandosi nell'elite del calcio mondiale". L'evento sarebbe stato festeggiato in condizioni normali ma il club, responsabilmente, pubblicò sul sito l'invito ai tifosi a non recarsi all'aeroporto ad aspettare i giocatori di ritorno dalla Spagna.
L'allenatore dei bergamaschi, Giampiero Gasperini in una lettera aperta scrisse che ci sarebbe stato tempo per festeggiare in giugno. La situazione infatti in quel momento non sembrava ancora così grave come poi ha dimostrato di essere.
Fra i giocatori della squadra risulta un solo positivo al coronavirus, il portiere Marco Sportiello però sul sito della squadra sono state pubblicate note relative alla morte di ben 5 persone legate al team, incluso un prete di Bergamo, tutti e 5 avevano partecipato ai festeggiamenti per la vittoria.
Per rendere l'idea di quanto diffuso ed implacabile sia il virus, uno dei tifosi ha dichiarato che fra tutti quelli che conosce ognuno ha avuto un lutto fra le fila di parenti od amici.
Il sito Atalantini.com ha coordinato una raccolta fondi, gli ultras della "Curva Nord" e l'associazione tifosi hanno donato oltre 60.000€.
In più, alcuni degli ultras si sono messi a disposizione gratuitamente della protezione civile offrendo le loro competenze di artigiani, elettricisti muratori idraulici per costruire ospedali da campo.
Un altro tifoso che normalmente lavora in una fabbrica di gelati ha passato una settimana per contribuire alla costruzione di un deposito di ambulanze presso la struttura ospedaliera temporanea, sei settimane prima con un amico celebravano la vittoria a San Siro.
L'articolo termina citando il capitano della squadra, l'argentino Papu Gomez che ha dichiarato che "negli ultimi 4 anni la squadra ha fatto felice una città, non riesco a credere che qualcosa di così terribile stia succedendo".