Anfield, il sogno più grande – Seconda parte. by Remo
Riprendo un titolo, timido e timoroso solo ieri, per dargli oggi la giusta e dovuta enfasi, visto che il sogno proibito è diventato il più grande, mai prima realizzato, per tutta la consorteria dei tifosi atalantini.
Oggi, il sino a poche ore fa definito campo mitologico del calcio, rientra nelle storiche conquiste della terra di Bergamo, che lo ha mirabilmente trasformato nel campo dei miracoli.
Nei giorni passati, tensione e talune incertezze, indotte da un momento non brillante, facevano pensare a questo incontro col timore di ripetere un rovescio sportivo che ci aveva annichiliti già nell’incontro di andata.
La squadra inglese aveva fatto ritorno a Liverpool con un pesante bottino di reti che avrebbe steso ogni residua velleità ed in effetti le nostre speranze di scamparla stavano al lumicino.
Mai sufficientemente convinti, malgrado le tante prodezze allineate in precedenza dai nostri, in effetti non sussistevano tra noi tifosi, grandi convinzioni positive.
La trebbiatura avversaria aveva raso a zero speranza e sicurezza di rifarci, ma, a questo punto si animano le inesauribili qualità del Gasp e dei suoi fidi.
Tranquillo di una tipologia sempre estranea alle percezioni esterne, che in effetti non se ne avvedono, Gian Piero riesce a motivare il suo gruppo ed apportando variabili apparentemente minime, sciorina al Liverpool una super lezione di calcio, inaspettata quanto letale.
Il grande squadrone che ci aveva dominati e svillaneggiati, si è ritrovato in un labirinto difensivo impermeabile proprio agli antipodi della morbida permeabilità in cui avevano potuto sguazzare e la tecnica di aggiramento, attuata dai nostri, li ha ineluttabilmente stesi.
Uno spettacolo di esibizione che lo stato contingente dei fatti ci ha consentito di seguire solo via mediatica, ma che per chi l’ha subita sul campo, penso sia stata una cocente mortificazione, mai più subita da oltre sessanta incontri sostenuti.
Abbiamo giusto, fondatissimo diritto di godere di una soddisfazione impensabile e meritata, ben più di quanto il risultato di due a zero possa esprimere, ma soprattutto il dovere di rendere grazie alla squadra che si è superata in maniera incredibile.
Ancora una volta la serietà e l’impegno hanno consentito di superare difficoltà e logistiche che la potenzialità dell’avversario non pareva potesse consentirci, ma i ragazzi ci hanno creduto, convinti dei propri mezzi ed animati dalla ferrea volontà di volerlo e poterlo fare. La prima segnatura è venuta proprio dal professore Josip, che, all’accademia più prestigiosa inglese e continentale, ha deciso di tornare in cattedra, per confermarci di essere tornato da una lontananza oscura ed infida, per restare con noi.
Dobbiamo ascrivere a tutta la squadra una dimostrazione di professionalità che merita prospettive di successo sempre più a portata, perché tutti hanno dato un apporto entusiasta, generoso e apprezzato.
Sul prato di Anfield è riaccesa la luce di una speranza solo apparentemente spenta. Non ci hanno fermato i cattivi auspici, il guasto occorso al nostro aereo e nemmeno l’intestazione infausta dell’hotel Titanic che ci ha accolto: ora possiamo dire lo stesso della gloriosa squadra dell’ ostico Liverpool, i rossi del You’ll never walk alone.
Le nostre possibilità si riaprono proprio dove si pensavano dovessero spegnersi, acquisendo tanta consapevolezza e determinazione, di cui la squadra e la tifoseria debbono riprendere atto.
Perchè se a Liverpool abbiamo scoperto il campo dei miracoli, è nostro compito trapiantarlo qui, a casa di una dea.
Nel firmamento nerazzurro si è aggiunto un grappolo di stelle !
By ReMo
Oggi, il sino a poche ore fa definito campo mitologico del calcio, rientra nelle storiche conquiste della terra di Bergamo, che lo ha mirabilmente trasformato nel campo dei miracoli.
Nei giorni passati, tensione e talune incertezze, indotte da un momento non brillante, facevano pensare a questo incontro col timore di ripetere un rovescio sportivo che ci aveva annichiliti già nell’incontro di andata.
La squadra inglese aveva fatto ritorno a Liverpool con un pesante bottino di reti che avrebbe steso ogni residua velleità ed in effetti le nostre speranze di scamparla stavano al lumicino.
Mai sufficientemente convinti, malgrado le tante prodezze allineate in precedenza dai nostri, in effetti non sussistevano tra noi tifosi, grandi convinzioni positive.
La trebbiatura avversaria aveva raso a zero speranza e sicurezza di rifarci, ma, a questo punto si animano le inesauribili qualità del Gasp e dei suoi fidi.
Tranquillo di una tipologia sempre estranea alle percezioni esterne, che in effetti non se ne avvedono, Gian Piero riesce a motivare il suo gruppo ed apportando variabili apparentemente minime, sciorina al Liverpool una super lezione di calcio, inaspettata quanto letale.
Il grande squadrone che ci aveva dominati e svillaneggiati, si è ritrovato in un labirinto difensivo impermeabile proprio agli antipodi della morbida permeabilità in cui avevano potuto sguazzare e la tecnica di aggiramento, attuata dai nostri, li ha ineluttabilmente stesi.
Uno spettacolo di esibizione che lo stato contingente dei fatti ci ha consentito di seguire solo via mediatica, ma che per chi l’ha subita sul campo, penso sia stata una cocente mortificazione, mai più subita da oltre sessanta incontri sostenuti.
Abbiamo giusto, fondatissimo diritto di godere di una soddisfazione impensabile e meritata, ben più di quanto il risultato di due a zero possa esprimere, ma soprattutto il dovere di rendere grazie alla squadra che si è superata in maniera incredibile.
Ancora una volta la serietà e l’impegno hanno consentito di superare difficoltà e logistiche che la potenzialità dell’avversario non pareva potesse consentirci, ma i ragazzi ci hanno creduto, convinti dei propri mezzi ed animati dalla ferrea volontà di volerlo e poterlo fare. La prima segnatura è venuta proprio dal professore Josip, che, all’accademia più prestigiosa inglese e continentale, ha deciso di tornare in cattedra, per confermarci di essere tornato da una lontananza oscura ed infida, per restare con noi.
Dobbiamo ascrivere a tutta la squadra una dimostrazione di professionalità che merita prospettive di successo sempre più a portata, perché tutti hanno dato un apporto entusiasta, generoso e apprezzato.
Sul prato di Anfield è riaccesa la luce di una speranza solo apparentemente spenta. Non ci hanno fermato i cattivi auspici, il guasto occorso al nostro aereo e nemmeno l’intestazione infausta dell’hotel Titanic che ci ha accolto: ora possiamo dire lo stesso della gloriosa squadra dell’ ostico Liverpool, i rossi del You’ll never walk alone.
Le nostre possibilità si riaprono proprio dove si pensavano dovessero spegnersi, acquisendo tanta consapevolezza e determinazione, di cui la squadra e la tifoseria debbono riprendere atto.
Perchè se a Liverpool abbiamo scoperto il campo dei miracoli, è nostro compito trapiantarlo qui, a casa di una dea.
Nel firmamento nerazzurro si è aggiunto un grappolo di stelle !
By ReMo
By staff