Antonio Percassi non solo patron dell’Atalanta
Dall’immobiliare alla cosmetica passando per il calcio: tutti i business di Antonio Percassi
Sono questi, secondo quanto riportato da Milano Finanza in un articolo a firma di Andrea Montanari, i termini di grandezza del gruppo Percassi, la cui capofila è una società a responsabilità limitata chiamata Odissea (controllata al 100% dal patron nerazzurro) e sotto la quale si dirama una galassia di società sparse in mezzo mondo e che ha la punta di diamante in Kiko, azienda che ha superato 600 milioni di giro d’affari nel 2016 grazie a più di mille negozi sparsi in 20 Paesi.
Un business, quello della cosmesi, che cresce a ritmi vertiginosi, se è vero che nel 2015 i ricavi ammontavano a 509 milioni e a 435 milioni nel 2014. Ora sarà ulteriormente sviluppato dal neo ad Cristiana Scocchia. È stato proprio Percassi a volere la top manager dal profilo internazionale (16 anni in Procter&Gamble e altri 4 in L’Oreal Italia). Con lei e con uno dei sei figli, Stefano, vice presidente di Kiko, valuteranno la strada che porta dritti a Piazza Affari.
Ma se l’arrivo di Scocchia è stato il colpaccio messo a segno nell’ambito del core business, passando alle strategie del gruppo nel mondo del calcio si nota che la filosofia che contraddistingue le scelte dell’industriale bergamasco va in tutt’altra direzione.
Gruppo Percassi, le plusvalenze fanno ricca l’Atalanta
Il patron, privandosi, tra gli altri, di Roberto Gagliardini, Marco Sportiello, Mattia Caldara (che cambierà però casacca solo dal 1 luglio 2018), Franck Kessié e Andrea Conti, ha fatto cassa e importanti plusvalenze.
Gli effetti della campagna trasferimenti saranno registrati nel bilancio al 31 dicembre 2017 del club. Per quanto riguarda invece il 2016, l’Atalanta ha chiuso l’ultimo bilancio con ricavi per 83 milioni (+12,2%) grazie soprattutto ai diritti televisivi e non (38,9 milioni), alle plusvalenze (22,5 milioni) e alle sponsorizzazioni (11 milioni).
Nel frattempo, Percassi è andato in soccorso del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, comprando per oltre 7 milioni lo stadio comunale: l’idea è trasformarlo investendoci quasi 40 milioni.
Tra make up e calcio, l’imprenditore assieme ai suoi figli (Oltre a Stefano, Matteo, Luca, Giuliana, Federica e Michael, avuto dalla seconda compagna), continua a diversificare. Oltre a Kiko nel corso degli anni sono stati lanciati i progetti Womo e Bullfrog per il pubblico maschile; è poi stata comprata, nel 1992, Madina (cosmetica) e due anni fa è stato rilevata la catena di negozi di calzature Vergelio Milano (11 milioni di ricavi nel 2015).
A dimostrazione che il retail è una delle grandi aree di sviluppo per Odissea Holding, che nel frattempo ha mantenuto in essere la joint venture nel marchio di moda Billionaire Italian Couture – cambiato il partner, da Flavio Briatore a Philippe Plein – e ha deciso di investire sul food. Così è nata Percassi Food&Beverage, che sta sviluppando i progetti Da 30Polenta, Casa Maioli (piadineria) e Caio (ristorazione).
Il tutto in attesa del colpaccio Starbucks. Perché, come è noto, saranno le società di Percassi a portare in Italia, nel 2018, il noto brand americano: la location è stata individuata in pieno centro a Milano, in piazza Cordusio.
Mentre a Segrate sorgerà tra qualche anno il più grande shopping mall d’Europa, il Westfiel Village: 1,3 miliardi d’investimento, 300 negozi e 175 mila mq di superficie commerciale.
Gruppo Percassi, l’immobiliare e i rapporti con Suning
Ovviamente a svilupparlo sarà Percassi che dopo aver appeso le scarpette al chiodo (1978) si è dedicato al business del mattone (la Stilo Immobiliare Finanziaria nel 2015 aveva un patrimonio netto di 214 milioni e partecipazioni per 172 milioni) sviluppando su scala internazionale il marchio Benetton, facendo sbarcare in Italia il colosso spagnolo Zara e portando sul mercato marchi quali Gucci, Levi’s, Nike, Lego, Swatch, Victoria’s Secret. Il tutto mentre nasceva l’Orio Center a Orio al Serio e poi il Sicily Village e il Torino Outlet, inaugurato lo scorso marzo.
Si comprende dunque perché Percassi rappresenti un interlocutore importante per quelle grandi catene commerciali (potrebbe essere il caso dei cinesi di Suning) che puntano ad entrare nel mercato italiano.
Non per niente, lo scorso 29 marzo, Antonio Percassi è volato a Nanchino, alla corte della famiglia Zhang, accompagnato dai suoi tre figli (Stefano, Luca e Matteo), per discutere di eventuali collaborazioni commerciali in vari business, e subito sul mercato è circolata la voce di un cosiddetto big-deal.
Questo, come ha dimostrato il recente mercato in uscita dell’Atalanta, non ha impedito a Percassi di fare affari con tutti: non solo Inter, ma anche Juventus e Milan.
fonte calcioe finanza.it