Aspettavamo Belanov
Clamoroso
L'Atalanta di Bortolotti e Previtali sta trattando Igor (Ihor) Belanov, giocatore sovietico vincitore, un po' a sorpresa, del pallone d'oro del 1986.
Il centrocampista offensivo ha nella fantasia e nella velocità, le sue armi migliori e questa notizia infiamma subito la piccola piazza Bergamasca. Tutti fantasticano come Mondonico modulerà la squadra, sul formidabile fuoriclasse che si presenta con quella scritta sulla maglia che per tutti era una garanzia di successo "Col Cazzo Che Perdiamo".
L'affare, per i nerazzurri neopromossi, è possibile grazie all'intermediazione di Spinelli, Presidente del Genoa che vuole portare in Italia il giocatore, parcheggiandolo inizialmente proprio sotto le Mura e tutti i giornali fanno rimbalzare la notizia condendola giorno dopo giorno di dettagli.
Il muro di Berlino non era ancora caduto e ignari tifosi come il sottoscritto non pensavano a complicazioni o intrighi internazionali che potessero precludere all'Ucraino di vestire i colori nerazzurri e duettare con Nicolini.
A dire il vero queste notizie un po' distraevano dalle tensioni presenti in curva tra i Kaos e le Brigate con continue scaramucce sugli spalti, nei bar di Bergamo e di rimbalzo della provincia. Ogni pretesto era buono per suonarsele (colgo l'occasione di salutare i ragazzi dei Wild Kaos di Albano, coi quali ci scontrammo a Villa di Serio, storicamente BNA e tra uno scontro e l'altro offrirci qualche birra a vicenda) fino alla partita col Verona dove ci fu una sorta di tregua.
Ma tornando alla STELLA promessa dal mercato, la questione tanto scontata diventava settimanalmente più complessa, nel blocco sovietico non c'era molta libertà e anche gli atleti dovevano sottostare alle despotiche decisioni del Cremlino. Fu così che il sogno di un'intera estate svanì tra le carte bollate Russe.
La società nerazzurra ripiegò verso l'estremo opposto del globo, andando a pescare in Brasile uno dei giocatori più forti, tecnici e tristi della nostra storia, nientepopòdimeno che il MITICO EVAIR. Badate bene non il nostro utente preparato e sempre attivo sul sito, bensì l'Aparecido in persona. Quell'anno fu il nostro miglior marcatore, arrivò in doppia cifra e ci fece sognare in tante gare.
Ancora oggi EVAIR è sinonimo di SAUDADE, ma la nostalgia vera è quella che lui ha fatto venire a noi quando se ne tornò in Brasile lasciando tutti stupiti ma dimostrandoci come il nostro affetto è più verso gli uomini e le loro debolezze che ai campioni dei rotocalchi.
Da allora sto aspettando Belanov, ogni volta che inizia il calciomercato, ogni volta che si discute di arrivi e cessioni, di strategie e moduli, di occasioni perse, di braccini corti, di sfortunate coincidenze, di procuratori e di Euro, mi viene sempre in mente la paradossale vicenda del giocatore della Dinamo e penso, chissà quando arriverà? Chissà quando un pallone d'oro giocherà con la nostra casacca? Nel frattempo mi dimentico delle dinamiche degli scambi e confido in sua "Maestà di Verona", come spesso viene qui chiamato, il nostro uomo mercato e nelle imbeccate del "Vate".
Ormai, questi due, sono talmente una garanzia che solo qualche "Piccinini" scivolone li rende umani.
Quindi contiamo i giorni, salutiamo chi va e accogliamo chi viene continuando a sognare l'impossibile sperando di poter godere dal vero quanto di formidabile fatto negli ultimi anni.
(PS adesso vorrei sognare la Belen, non farmi una vita a pensare a Koopmeiners che sarebbe potuto arrivare, quindi portatelo a casa!)