26/02/2021 | 17.30
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Atalanta: candore nerazzurro

Atalanta, candore nerazzurro.

Scorrendo le vicende calcistiche, nazionali e non,  risulta sempre più evidente quale sia la differenza tra società lineari e scafate,  di gradualità estesa dal normale all’iperbole. Certamente l’Atalanta non spicca tra le più emancipate o scaltre nel porsi sopra le righe, dato che la sua impostazione e le sue tradizioni sono da sempre abituate al rispetto in generale ed alla stretta e ligia osservanza delle regole.

Un pregio indubbiamente il nostro, anche se talora il confronto con le consorelle ‘svegliarine’induce il fastidioso sospetto dell’essere un passo indietro. Una sensazione che pare spesso  presente in talune conduzioni arbitrali, use alla nostra sempiterna sopportazione, che esprime atteggiamenti poco rispettosi ed ancor meno accettabili, il cui peso si enumera nei cartellini gialli, sempre sproporzionati nei confronti della squadra avversaria.

Purtroppo anche le nostre migliori attitudini al rispetto ed alla paziente tolleranza, genera pessime aspettative da parte del palazzo, il cui grado di severità resta , nei nostri confronti, aspro e assoluto. Il fatto poi che il nostro Mister abbia un grado di tolleranza a bassa capacità ed esprima il proprio disappunto verso atteggiamenti soverchianti, ha sbloccato pesantemente il limite delle ammende pecuniarie che piovono a dirotto unitamente ai turni di squalifica. Pare proprio che la stagione calcistica in corso sia stata associata alla caccia al Gasp, con libera e larga partecipazione di fischietti, i cui trilli non appaiono ne geniali, ne congrui, ma sempre e più gravemente, anche ingiustamente, penalizzanti dei nostri colori.

Ci si domanda se l’amministrazione della giustizia sportiva si volga, a senso unico, contro i fruitori, non tenendo assolutamente conto dei passi falsi compiuti dai propri operatori di servizio, che della situazione pare si approfittino. La nostra squadra non allinea, nei propri prospetti gesta di eclatanti sortite volpine come troppe sue consorelle: il piatto tipico bergamasco coniuga, o meglio coniugava, polenta ed uccelli, mentre altre prediligono filetti di volpe, nella speranza di poter affinare ed attuare furberie ben conosciute.

Per la verità molte volte sono venuti alla luce tentativi di evadere i balzelli imposti, ma le attese di reali provvedimenti punitivi sono naufragati nel nulla, incentivando tentativi eversivi reiterati. Con ciò non intendo condannare il nostro lineare comportamento, ma bensì sollecitare una  giusta e determinata politica intesa ad ottenere un rispetto che tutte , ma certamente noi più di altre, davvero si meritano ed attendono. A chi lamenta che certi atteggiamenti di dubbia legalità e correttezza si verifichino solo da noi, ecco viene in supporto l’esperienza Real Madrid, che già al primo incontro conferma tutte le illazioni che negli anni, hanno fatto contorno ai suoi successi.

Con certezza si è acclarato che il suo blasone pesa sulle spalle degli arbitri, inducendoli a subirne il condizionamento, espresso in letture particolari e troppo favorevoli degli episodi ed appianamento di ogni difficoltà in prospettiva della vittoria. Se le voci non saranno smentite, pare che addirittura sia stata richiesta all’UEFA l’annullamento di una penalizzazione posta a carico di un loro giocatore. E scusate se è poco. Provvidenziale l’intervento, a chiare lettere, del Presidente Antonio Percassi che accusa, di brutto e senza mezze misure, la soggezione espressa dall’arbitro tedesco, tra le altre perle, con una assurda, inesistente, pesante espulsione nei confronto di Freuler.

Una partita evento per la nostra squadra si è trasformata in una persecuzione, il cui prezzo potrebbe essere l’estromissione da una competizione prestigiosa. Il prestigio che soccombe all’infamia di un becero atteggiamento a favore di un autentico potentato sportivo: nulla di più eclatante di un’equipe candida come la nostra, che viene criminalmente spinta fuori da un circuito pertinente alla sopraffazione, da un teutonico asservito ai più forti. Non sarà manco questo fatto a trasformare la nostra linearità in egoismo brutale: questa prerogativa  la lasciamo alle grandi che anelano creare una nobile elite europea, da cui vogliamo essere estranei, sotto ogni aspetto.

La nostra trasparenza non collide con l’io assoluto ed egoistico: noi siamo per l’apertura reale e per una gestione scevra da prevenzioni o dignità inaccessibili, come altri dell’ex feudo sabaudo vanno propalando. La dignità nerazzurra prescinde dal numero dei trofei, che costoro spesso allineano, frammischiando quelli davvero conquistati ad altri fasulli artatamente allineati, tanto per far numero. L’atalantinità  resta una qualità ed un valore immarcescibile, per la sua dirigenza e per tutta la gente bergamasca, ed è costituita da realtà, lealtà ed onore, senza teatrali infingimenti. Serve che Il grido di protesta del Presidente bergamasco non resti isolato, ma si rinnovi ad ogni necessità, eclissando il mito di una Atalanta remissiva e tollerante.

Non chiediamo favori o benefici, ma semplicemente il rispetto che si deve ad ognuna, specialmente a chi non si è mai esposta a tentativi fraudolenti rispetto alle prescrizioni in atto. Restiamo una piccola provincia, ma di grandissimi valori che la città di Bergamo e l’Atalanta fanno e confermeranno propri. Con l’aspettativa espressa di essere riconosciuti e trattati in conformità.

L’Atalanta è sempre più grande !!

By ReMo

By sigo
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