02/03/2023 | 20.30
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Atalanta come Sisifo: il “peso” della champions è ancora sostenibile - by Marcoalbo

Quattro sconfitte in cinque partite tra campionato e coppa Italia non sono di certo una casualità, ma gli allarmi più forti arrivano dopo le due cadute contro Lecce e Milan, dove la Dea ha mostrato lati di sé irriconoscibili e preoccupanti.
Due sconfitte maturate con approcci diversi, ma che non cambiano la sostanza: la Dea si è persa in questo momento ed è meglio ritrovare subito se stessi per non buttare via quanto costruito finora.

COME SISIFO
- l’Atalanta dà l’impressione di potersi spingere senza troppi affanni nelle zone alte del campionato, per poi però cadere con una certa puntualità, un po’ come quel Sisifo della mitologia greca punito dagli dei a spingere sopra una montagna per l’eternità un masso che arrivato quasi in cima poi rotolerà giù, rendendo vano ogni sforzo.
Per fortuna il campionato non dura in eterno e la Dea sembra essere in bella compagnia in questo “Ciapa no” della Champions: se Atene piange, infatti Sparta non ride. Traduzione, le romane e l’Inter stanno sprecando a destra e manca occasioni per poter suggellare un posto tra le prime quattro che invece rimane tutt’altro che scontato.
Guardare in casa dell’avversario però non è un buon modo per ripartire, perché prima di guardare la pagliuzza negli occhi dell’altro, bisogna accorgersi della trave davanti a noi, come recita una famosa parabola cristiana.
L’atteggiamento blando, la mancanza di idee, di precisione, di ritmo e di grinta nei contrasti non possono essere effetti di un’improvvisa involuzione collettiva, ma di un blocco psicofisico che come al solito tocca al Gasp sbrogliare e risolvere.
Forse da un lato la teoria dei giochi del gasp si sta rivelando controproducente: ogni volta che si cade, infatti, aumentano le critiche verso il suo gioco quasi immodificabile, però dopo 7 anni forse siamo davvero arrivati a un punto critico, e quindi di scelta.
Pioli dopo il mese horribilis del suo Milan ha cambiamento completamente atteggiamento tattico, e questo gli ha permesso di dare nuova linfa alla sua squadra. Che sia arrivato anche per il gasp il momento di prendere decisioni sotto quell’aspetto? La domanda è lecita, ma non è detto che la risposta sia ovvia.
Di fatto però i grandi scacchisti quando si accorgono di trovarsi di fronte altri giocatori esperti, tendono a uscire dalla teoria, dalla loro comfort zone, sperimentando nuove linee strategiche e tattiche, atte a confondere l’avversario.
Forse anche per il maestro Gasp è giunta l’ora di uscire dalla teoria e sperimentare qualcosa di nuovo che possa far ritrovare alla squadra quel senso di appartenenza e autostima che da anni ci permette di galleggiare nelle zone alte di classifica. E allora sì che si potrà dare scacco matto a criticoni e ai leoni da tastiera che puntualmente fanno di ogni sconfitta una tragedia greca.

 

Marcoalbo

 

Sisifo, la 'fatica' di essere uomo e la sfida agli dèi - Il Castello  Edizioni e Il Mattino di Foggia

 
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