27/06/2025 | 11.40
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Atalanta con sempre meno bergamaschi: un cambio d’identità inevitabile o solo un caso?


Con le recenti cessioni di Matteo Ruggeri (probabile) e Roberto Piccoli (avvenuta), l’Atalanta Bergamasca Calcio ha ulteriormente assottigliato in rosa giocatori originari della provincia di Bergamo.

È un dato che può far riflettere, soprattutto per un club storicamente legato al proprio vivaio, ma che va letto all’interno del contesto attuale del calcio professionistico.


Le operazioni: Ruggeri e Piccoli via a titolo definitivo

Matteo e Roberto vanno via a titolo definitivo. Il laterale di San Giovanni Bianco (classe 2002) all'Atletico Madrid (ancora da ufficializzare), l'attaccante di Sorisole (classe 2001) al Cagliari dov'era gia' in prestito.


Una scelta tecnica, non simbolica

Non ci sono dichiarazioni ufficiali che indichino una volontà esplicita del club di “tagliare” il legame con il territorio e d'altronde non avrebbe senso ne' sarebbe nemmeno immaginabile viste le connessioni col territorio. Più semplicemente, le valutazioni sono state tecniche ed economiche. I giocatori sono stati ritenuti cedibili, sono arrivati club interessati, e le offerte sono state accettate.


Il progetto sportivo dell’Atalanta – che negli ultimi anni ha portato risultati concreti, inclusa una storica vittoria dell’Europa League – si basa sempre meno su logiche affettive e sempre più su efficienza, valorizzazione e rotazione del capitale umano.

Globalizzazione e competitività: la direzione è tracciata

Il calcio moderno non premia necessariamente l’attaccamento geografico. In un contesto competitivo, le squadre puntano su chi può garantire prestazioni immediate o margini di rivendita. Zingonia continua a produrre giovani interessanti, ma l’inserimento stabile in prima squadra è diventato raro.

Chi sperava in un “modello Athletic Bilbao”, con una rosa legata al territorio, forse non ha mai fatto i conti con la realtà del calcio italiano. Quel tipo di progetto richiede una volontà politica precisa e un’accettazione implicita dei limiti che comporta. L’Atalanta, al contrario, ha scelto da tempo di restare competitiva a livello nazionale ed europeo, senza vincoli di provenienza.

Questione di identità o semplice evoluzione?

Che impatto ha questa svolta sull’identità del club? È davvero un problema non avere più bergamaschi in rosa? Oppure è solo un passaggio logico in un contesto dove tutto – anche l’appartenenza – viene subordinato ai risultati?

La domanda resta aperta. Ma una cosa è certa: nel calcio di oggi, l’identità locale pesa sempre meno nelle decisioni operative. Piaccia o no, il percorso intrapreso dall’Atalanta riflette una logica diffusa. Ed è probabile che, salvo eccezioni, si continui in questa direzione.

By staff
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