25/02/2019 | 07.40
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Atalanta Gomez-dipendente?

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Atalanta, sei Gomez-dipendente oppure la testa era già a Firenze?

Senza il Papu squadra smarrita: non incidono né Ilicic né Zapata. E mercoledì c’è la prima semifinale di Coppa Italia.

L’Atalanta non subiva due ko consecutivi dalla sconfitta di Empoli e da quella casalinga col Napoli, a fine novembre. A Torino il grande assente era Gomez. Ma che sia un’Atalanta Papu-dipendente? Può essere anche una questione di abitudine al suo “cervello”, al suo punto di riferimento nel gioco, adesso poi che il capitano è ancora più nel vivo, agendo da tuttocampista invece che da trequartista o attaccante.

Intanto c’è un solo precedente senza Gomez, in tutta la stagione. E bisogna tornare indietro di ben sei mesi, cioè alla vigilia della sfida dentro-fuori di Europa League a Copenaghen: 27 agosto, Roma-Atalanta, Gomez in panchina. E una formazione che dire sperimentale è poco, se pensiamo che, al di là di Gollini in porta e Mancini–Djimsiti–Palomino in difesa, troviamo un centrocampo formato da Castagne, Valzania, Pessina e Adnan. Davanti Pasalic, Rigoni e Zapata.

Tutt’altra squadra rispetto all’Atalanta vista/non vista… dipende dai punti di vista.Un’Atalanta diversa, comunque insolita per la difesa formata da Masiello, Djimsiti e Mancini, il centrocampo con Hateboer, Freuler, Pasalic e Gosens; l’attacco con Castagne, Ilicic e Zapata. Difesa insolita per un Masiello che tornava titolare dopo due mesi, cioè dopo Atalanta-Juve e poi la soluzione Castagne esterno d’attacco, una sorpresa utile fino all’infortunio di Gosens, che dopo appena meno di 20 minuti ha però scombinato i piani di Gasperini.

 Dicevamo invece Atalanta vista/non vista perché la sensazione a fine partita è difficile da spiegare, per la delusione di avere perso contro un Torino tutt’altro che irresistibile, sicuramente fastidioso (anche all’andata non presero gol i granata, ma Gasp considera quella partita molto bloccata e con meno occasioni gol), molto chiuso e pronto a ripartire per colpire in contropiede. Ma nemmeno questo è successo, perché poi i due gol sono arrivati uno dopo un flipper in area, un Berisha goffo e anche sorpreso da una deviazione di Pasalic, l’altro con la difesa ancora addormentata dopo l’intervallo, capace di farsi infilare dalla giocata di Iago Falque. Due mezzi regali, insomma.
 

Poi l’Atalanta si è trovata una montagna da scalare, Gasp ha cambiato ancora, togliendo Kulusevski che aveva inserito al posto di Gosens, ma nemmeno Barrow ha inciso. Del resto Ilicic per primo ha avuto problemi a imporsi e arrivare al tiro e non è stato quel fuoriclasse che spesso sa decidere le partite.

 

Zapata ha avuto pochi palloni e il tiro vero l’ha provato a pochi minuti dalla fine, però Sirigu ha parato. L’occasione migliore l’ha avuta Mancini nel primo tempo e ancora il portiere granata ha detto no. Bene soprattutto Djimsiti su Belotti, che Mazzarri sta trasformando in… mediano e spiace molto per il bomber di Gorlago.

Ma davvero l’Atalanta aveva la testa a Firenze? Sicuramente sul 2-0 può essere successo, lo stesso Gasperini con alcune scelte può aver dato questa impressione, certo in panchina non c’erano chissà quali alternative.

Tornando a Gomez, è un dato di fatto che quando c’è lui gioca tanti palloni. E magari ne perde anche qualcuno, però quasi sempre l’azione d’attacco parte dai suoi piedi. Contro il Toro, squadra molto chiusa, le difficoltà si sono moltiplicate: per mancanza della fantasia del Papu, per l’abitudine a cercarlo, perché altri non avevano sbocchi (leggi Ilicic e gli esterni).

Il rimedio? La fiducia del Gasp, che guarda avanti e pensa alle prossime 13 partite e soprattutto alla semifinale di Coppa Italia, esame durissimo mercoledì a Firenze. Ma sicuramente vedremo un’altra Atalanta. Probabilmente anche col Papu.

fonte bergamonews.it

By marcodalmen
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