Atalanta in Champions, il secondo anno di università è più facile? di Marco A.
L’Atalanta ancora una volta ha avuto la fortuna dalla sua parte. Il sorteggio di Ginevra offre senza dubbio uno spettacolare quanto proibitivo scontro il Liverpool, ma Ajax e la cenerentola Midtjylland di certo non possono impensierire una squadra che solo nella passata stagione ha imposto il suo calcio persino alla corazzata Manchester City del maestro Pep Guardiola.
Attenzione però perché il pericolo è sempre dietro l’angolo. Da matricola ora la Dea è una brillante studentessa del secondo anno di università, tra gli anni più complicati per uno studente, ma non per questa Atalanta che già al primo anno ha passato gli esami più difficili con tanta abnegazione e impegno.
Il gruppo D non è di certo tra i più tosti del sorteggio, ma può essere definito come il “girone del bel calcio”, come mostrato dai nerazzurri, inglesi e olandesi, in un intreccio di storia e tradizione che rende ancor più affascinante questo gruppo. Le insidie come sempre sono tante, e proviamo a conoscere meglio i nostri avversari.
ESAMONE LIVERPOOL- Proibitivo, al limite del fattibile, e forse neanche tutto lo studio tattico del mondo potrà servire, ma anche il Manchester City ai tempi sembrava un Everest insormontabile, ma alla fine un 18 pieno questa Atalanta lo ha ottenuto con grande merito.
La punta di diamante dei Reds rimane Momo Salah, ma sarebbe ingiusto non citare anche i vari Alexander-Arnolds, Van Dijks, Firmino, Mané e Allison, per non parlare del neo acquisto Thiago Alcantara, protagonisti allo stesso modo di un calcio fluido, aggressivo e tattico come quello nerazzurro, ma forse sublimato da una schiera di campioni che nella scorsa stagione hanno polverizzato record su record in Premier League.
Nessuno però è imbattibile: l’Atletico Madrid agli ottavi ha messo in evidenza i limiti della squadra inglese: a parità di pressing e aggressività, la maggior compattezza di squadra può rovesciare l’esito già scritto del match, e forse in questo caso l’Atalanta sembra avere una consapevolezza più alta dei propri mezzi. Una carta che sicuramente il Gasp potrà e dovrà giocare, perché il 18 adesso non sembra un miraggio, ma un punto di partenza.
MATRICOLE…- Da compagni dello stesso corso, sarebbe buona norma aiutarci a vicenda e scambiarci appunti, ma nel caso dei danesi del Midtjylland l’apprendimento sarebbe monodirezionale. Non si è mai vista una matricola spiegare ad una studente del secondo anno una lezione con fare autoritario, ma se i danesi sono riusciti ad iscriversi allo stessa università dei nerazzurri, hanno sicuramente qualcosa da offrire.
La mente torna alla quella funesta eliminazione nei preliminari di EL nel 2018 ai rigori contro il Copenaghen, ma di strada questa Dea ne ha fatta molta da allora.
Così come i nerazzurri la scorsa stagione, nell’edizione 2020/201 i danesi si ritrovano ad interpretare il ruolo di cenerentola/mina vagante del gruppo, perché da perdere hanno davvero poco.
L’entusiasmo non manca, così come la speranza per il club di mettere in vetrina i suoi talenti. In primis Pione Sisto, cresciuto proprio nei “lupi” scandinavi e tornato da poco alla casa madre, dopo 4 anni esplosivi al Celta Vigo. 18 gol e 14 assist in 135 partite in Liga: numeri di certo non esaltanti se vuoi spaventare le tue compagne di corso, ma sicuramente da non sottovalutare. Il tasso tecnico non è paragonabile a quello espresso da inglesi, orobici e olandesi, ma l’innocenza e la sfrontatezza della giovane età dei danesi potrebbe dare vita a match per nulla scontati in certi tratti.
Come sempre però l’età rappresenta un’arma a doppio taglio: 24,5 anni è l’età media, che significa tanta spensieratezza, ma anche tanta inesperienza che alla lunga conferma già in partenza l’ultimo posto nel gruppo.
E METEORE- Nell’ultimo biennio il paragone tra Ajax e Atalanta ha appassionato tifosi e professionisti del mondo della comunicazione. Le somiglianze tra le due squadre non si possono negare: calcio totale, stessa filosofia legata alla crescita dei giovani e stessa ambizione senza limiti, ma durante l’università si cambia idea facilmente, e qualcosa si perde sempre per strada.
La società olandese ha deciso di smantellare mezza rosa per trarre profitti importanti: De Ligt, De Jong, Zyiech, Schone e van De Beek sono solo alcuni dei nomi altisonanti venduti a peso d’oro (circa 250 milioni incassati) e che hanno inevitabilmente indebolito i lanceri.
Tuttavia, la filosofia dei “giovani al potere” starebbe portando nuovamente i suoi frutti. Quincy Promes (chiedere info ad Hateboer e De Roon) ed Antony al momento rappresentano il tandem di talento più cristallino dei lanceri, supportati dal capitano Dusan Tadic, autore di ben 16 reti e 21 assist in metà stagione.
Così come per il Liverpool, la tradizione internazionale potrebbe rappresentare un vantaggio psicologico per gli olandesi: 4 coppe campioni in bacheca, ma come sappiamo non è la storia a scender in campo, ma i giocatori.
Insomma, le chances per un 30 e lode sono residue, ma comunque concrete. Un bravo studente però sa che le insidie maggiori sono causate da quegli esami facili sulla carte perché da pochi crediti, ma che possono implicare uno studio e un’applicazione più intensi del previsto.
Marco A.
Attenzione però perché il pericolo è sempre dietro l’angolo. Da matricola ora la Dea è una brillante studentessa del secondo anno di università, tra gli anni più complicati per uno studente, ma non per questa Atalanta che già al primo anno ha passato gli esami più difficili con tanta abnegazione e impegno.
Il gruppo D non è di certo tra i più tosti del sorteggio, ma può essere definito come il “girone del bel calcio”, come mostrato dai nerazzurri, inglesi e olandesi, in un intreccio di storia e tradizione che rende ancor più affascinante questo gruppo. Le insidie come sempre sono tante, e proviamo a conoscere meglio i nostri avversari.
ESAMONE LIVERPOOL- Proibitivo, al limite del fattibile, e forse neanche tutto lo studio tattico del mondo potrà servire, ma anche il Manchester City ai tempi sembrava un Everest insormontabile, ma alla fine un 18 pieno questa Atalanta lo ha ottenuto con grande merito.
La punta di diamante dei Reds rimane Momo Salah, ma sarebbe ingiusto non citare anche i vari Alexander-Arnolds, Van Dijks, Firmino, Mané e Allison, per non parlare del neo acquisto Thiago Alcantara, protagonisti allo stesso modo di un calcio fluido, aggressivo e tattico come quello nerazzurro, ma forse sublimato da una schiera di campioni che nella scorsa stagione hanno polverizzato record su record in Premier League.
Nessuno però è imbattibile: l’Atletico Madrid agli ottavi ha messo in evidenza i limiti della squadra inglese: a parità di pressing e aggressività, la maggior compattezza di squadra può rovesciare l’esito già scritto del match, e forse in questo caso l’Atalanta sembra avere una consapevolezza più alta dei propri mezzi. Una carta che sicuramente il Gasp potrà e dovrà giocare, perché il 18 adesso non sembra un miraggio, ma un punto di partenza.
MATRICOLE…- Da compagni dello stesso corso, sarebbe buona norma aiutarci a vicenda e scambiarci appunti, ma nel caso dei danesi del Midtjylland l’apprendimento sarebbe monodirezionale. Non si è mai vista una matricola spiegare ad una studente del secondo anno una lezione con fare autoritario, ma se i danesi sono riusciti ad iscriversi allo stessa università dei nerazzurri, hanno sicuramente qualcosa da offrire.
La mente torna alla quella funesta eliminazione nei preliminari di EL nel 2018 ai rigori contro il Copenaghen, ma di strada questa Dea ne ha fatta molta da allora.
Così come i nerazzurri la scorsa stagione, nell’edizione 2020/201 i danesi si ritrovano ad interpretare il ruolo di cenerentola/mina vagante del gruppo, perché da perdere hanno davvero poco.
L’entusiasmo non manca, così come la speranza per il club di mettere in vetrina i suoi talenti. In primis Pione Sisto, cresciuto proprio nei “lupi” scandinavi e tornato da poco alla casa madre, dopo 4 anni esplosivi al Celta Vigo. 18 gol e 14 assist in 135 partite in Liga: numeri di certo non esaltanti se vuoi spaventare le tue compagne di corso, ma sicuramente da non sottovalutare. Il tasso tecnico non è paragonabile a quello espresso da inglesi, orobici e olandesi, ma l’innocenza e la sfrontatezza della giovane età dei danesi potrebbe dare vita a match per nulla scontati in certi tratti.
Come sempre però l’età rappresenta un’arma a doppio taglio: 24,5 anni è l’età media, che significa tanta spensieratezza, ma anche tanta inesperienza che alla lunga conferma già in partenza l’ultimo posto nel gruppo.
E METEORE- Nell’ultimo biennio il paragone tra Ajax e Atalanta ha appassionato tifosi e professionisti del mondo della comunicazione. Le somiglianze tra le due squadre non si possono negare: calcio totale, stessa filosofia legata alla crescita dei giovani e stessa ambizione senza limiti, ma durante l’università si cambia idea facilmente, e qualcosa si perde sempre per strada.
La società olandese ha deciso di smantellare mezza rosa per trarre profitti importanti: De Ligt, De Jong, Zyiech, Schone e van De Beek sono solo alcuni dei nomi altisonanti venduti a peso d’oro (circa 250 milioni incassati) e che hanno inevitabilmente indebolito i lanceri.
Tuttavia, la filosofia dei “giovani al potere” starebbe portando nuovamente i suoi frutti. Quincy Promes (chiedere info ad Hateboer e De Roon) ed Antony al momento rappresentano il tandem di talento più cristallino dei lanceri, supportati dal capitano Dusan Tadic, autore di ben 16 reti e 21 assist in metà stagione.
Così come per il Liverpool, la tradizione internazionale potrebbe rappresentare un vantaggio psicologico per gli olandesi: 4 coppe campioni in bacheca, ma come sappiamo non è la storia a scender in campo, ma i giocatori.
Insomma, le chances per un 30 e lode sono residue, ma comunque concrete. Un bravo studente però sa che le insidie maggiori sono causate da quegli esami facili sulla carte perché da pochi crediti, ma che possono implicare uno studio e un’applicazione più intensi del previsto.
Marco A.
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