02/11/2017 | 18.55
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Atalanta a Nicosia ma Bergamo ha già vinto con l'Unesco

Risultati immagini per Le mura venete di Bergamo

I ragazzi di Gasperini possono aggiungere un capitolo importante alla storia che lega i bergamaschi ai ciprioti con le Mura veneziane di Bergamo finalmente patrimonio dell’Unesco

Se l'Atalanta può dire di aver già vinto con l'Apollon, deve ringraziare 14 baluardi, 2 piattaforme, 32 garitte, 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere, 4 porte. Magari alla festa si aggiungeranno i ragazzi di Gasperini (passano ai sedicesimi di Europa League se vincono e l’Everton non batte il Lione), ma intanto un dato è incontestabile: le Mura veneziane di Bergamo sono patrimonio dell’Unesco, quelle di Cipro no. Dal 9 luglio i bergamaschi e i tifosi nerazzurri (le due categorie quasi sempre coincidono) hanno un motivo in più per essere orgogliosi di questo gioiello lungo oltre 6 chilometri. Ma è stata una faticaccia: un lavoro durato 10 anni, tra momenti difficili e incomprensioni. Sino alla decisione presa a Cracovia e salutata dai cento colpi battuti dal Campanone. E il sindaco Gori che esulta: “Ora possiamo considerarci cittadini del mondo”.

UNITI — In realtà Bergamo e Nicosia all’inizio si erano alleate per convincere l’Unesco: l’idea era di unire le fortificazioni dall’estremo occidentale, cioè Bergamo, con quelle dell’estremo orientale della Repubblica Serenissima: cioè Cipro, passando per Creta. Poi, verso la fine del 2011, Cipro e la Grecia hanno lasciato per l’interminabile scontro con i turchi che dal 1974 occupano la parte nord dell’isola. A quel punto, il progetto sembrava naufragato. Ma il comitato “Terra di San Marco”, che con la ben nota cocciutaggine della gente del luogo si è occupato di portare avanti la candidatura, ha ripreso a lavorare e intensificato i contatti con Peschiera del Garda e Palmanova, Zara e Sebenico in Croazia, Cattaro in Montenegro. Città con un passato importante in comune: le monumentali opere di difesa veneziane. E che in luglio sono state premiate con Bergamo. Nicosia è rimasta fuori ed è un peccato, perché al di là delle similitudine calcistiche, i tifosi dell’Atalanta che hanno seguito la squadra potranno scoprire la bellezza di questi 11 bastioni, delle porte di Kyrenia, Pafos e Giuliana (o Famagusta). E fare il paragone con le loro Mura, quelle che racchiudono la Città Alta, nate tra il 1561 e il 1588 e ancora in perfette condizioni visto che sono stare risparmiate da guerre e calamità naturali. E, prima di scoprire il Pancyprian gymnastic association stadium e respirare l’aria di Europa League, immagineranno di entrate in una delle 4 porte di casa: Sant’Agostino, Sant’Alessandro, San Giacomo e San Lorenzo. PRESTIGIO — Ma cosa significa essere patrimonio dell’Unesco? Per l’Italia è una piacevole abitudine visto che è il Paese con il maggior numero di siti nel mondo, oltre una cinquantina. Soldi? Pochi: qualcosa dalla Regione, zero dall’Unesco visto che si tratta di un riconoscimento di valore culturale. Restano il prestigio e, più realisticamente, l’indotto economico, i turisti e poi l’immagine di Bergamo nel mondo alla quale sta contribuendo, per i più ristretti confini europei, anche l’Atalanta. Che, oltre alle Mura, ha altro in comune con l’Apollon, costretto a giocare le partite interne lontano da casa. La Reggio Emilia cipriota è la capitale Nicosia, che dista 85 chilometri da Limassol e che è l' ultima città divisa del mondo: un po' come Berlino fino al 1989. E’ separata in due zone, il confine si chiama Green Line, pezzi di muro alternati a filo spinato: nella parte sud c'è la Cipro greca, in quella Nord la Cipro turca, una repubblica autoproclamata e non riconosciuta dalla comunità internazionale. Il Ledra Palace, che un tempo era un hotel di lusso, oggi è il checkpoint tra le due zone, quartier generale dell’Onu che controlla la linea verde. Nonostante la presenza militare, la città è aperta al turismo e conserva un certo fascino. Gli abitanti sono poco meno di 120 mila: praticamente come Bergamo.
 
fonte gazzetta.it
By marcodalmen
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