12/12/2024 | 10.25
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Atalanta trasformata da Gasperini, come lo cataloghiamo nella storia degli allenatori italiani?

Il pezzo che segue è una interessante (e documentata) disamina a firma Simone Eterno del periodo Gasperiniano e del paragone con il resto del mondo calcistico.

La domanda è terribilmente attuale. Certo, come sempre, per chi ne ha voglia, occorre levarsi la veste da tifosi, mettere da parte simpatie e antipatie e provare a essere il più lucidi e super partes possibili. Ma davvero, chiedersi "dove si colloca Gian Piero Gasperini in un'ipotetica classifica degli allenatori italiani di tutti i tempi?" è esercizio divertente, oltre che interessante. Un giochino che sorge quasi spontaneo nel post partita di Bergamo, con un'Atalanta che esce sconfitta di nuovo dal Real Madrid, ma mettendo in campo una prestazione di grande spessore e una partita che, per i puri e semplici amanti del calcio, è stata una gioia per gli occhi - a oggi, quest'ultima, sempre più una rarità. E così, una riflessione, sul tecnico della Dea, tocca farla sul serio. Perché se è vero che con una sola Europa League in bacheca ci sono un'infinità di tecnici nostrani che hanno vinto più di Gasperini, altrettanto importante ai fini di questa riflessione è che la discriminante non può essere solo ed esclusivamente 'la vittoria'. Dai Giovanni Trapattoni ai Marcello Lippi; dagli stessi Carlo Ancelotti, Fabio Capello o Arrigo Sacchi, il pokerissimo di questi nomi è sicuramente nel Gotha del calcio italiano e non solo. Scudetti, titoli all'estero, trionfi europei di tutti i tipi e qui dentro, per non farsi mancare niente, anche due finali della Coppa del Mondo: una persa e una vinta ai rigori. I traguardi collettivi messi insieme da questi 5 nomi - a parere di chi vi scrive queste righe i più grandi 5 allenatori italiani di sempre - fanno semplicemente impressione. Eppure, a nessuno di questi, è mai riuscito quello fatto da Gasperini: prendere un club e trasformarne completamente la storia. C'è infatti un'Atalanta pre-Gasperini e un'Atalanta dopo Gasperini. La prima, è stata per la sua intera storia un dignitoso club il cui obiettivo è stato quasi sempre quello di rimanere in Serie A. La seconda, un club che dalla stagione 2016/17 in poi ha iniziato a inanellare consecutivamente traguardi e prestazioni praticamente mai raggiunte nei 110 anni precedenti. Qualificazioni alle coppe europee e grandi campagne all'interno di quelle; vittorie in stadi di squadre importantissime e che hanno fatto la storia del calcio; continuità di rendimento tra le squadre di vertice del campionato italiano; player-trading portato al picco massimo possibile. In quanti, nella storia del calcio, sono riusciti con costanza a prodursi in qualcosa di simile? Di esempi così, in Italia, non ce ne sono. Sovvengo casomai alcuni paragoni, ma nessuno regge per continuità quanto fatto da Gasperini a Bergamo. Qualcuno ad esempio potrebbe citare il Verona di Bagnoli, campione d'Italia dal nulla nella stagione 1984/85. Sì, ma quanto è durato? Un battito di ciglia. Qualcun altro potrebbe pensare al Parma dei primi anni '90, capace di trasformarsi da squadra di provincia a contendente per lo Scudetto e per le coppe europee. Sì, ma quale furono gli investimenti fatti dal club? Pesantissimi, a finanziare la squadra c'era un'azienda all'epoca colosso dell'industria alimentare italiana. E il Parma iniziò ad acquistare alcuni dei migliori giocatori del mondo. Anche qui, il paragone non regge. Un altro esempio, più recente, potrebbe essere il Chievo Verona della metà dei 2000. Partito letteralmente dal nulla, la squadra del presidente Campedelli arrivò a giocarsi il preliminare di Champions sotto le magiche annate della gestione Delneri. La domanda però è di nuovo la stessa: quanto è durato a quei livelli? Un nulla. Persino all'estero gli esempi scarseggiano. Quanti club si sono trasformati "dall'oggi al domani" mutando drasticamente la loro dimensione? Un caso simile all'Atalanta e abbastanza recente è forse nell'Eintracht Francoforte. Una squadra che per anni ha bazzicato le posizioni minori del calcio tedesco e poi, senza particolari stravolgimenti negli investimenti ma attraverso una serie di operazioni giuste, ha stravolto la sua storia trovando titoli nazionali in Coppa di Germania e culminando - proprio come l'Atalanta - con un trionfo in Europa League. La differenza? All'Eintracht Francoforte nello stesso arco temporale in cui Gasperini è rimasto a Bergamo, hanno cambiato 4 allenatori: Kovac, Hutter, Glasner, Toppmoller. L'esempio allora che forse ci va più vicino è nel Nottingham Forest di Brian Clough, che passò dalla seconda divisione inglese al laurearsi campione d'Inghilterra in un solo anno; e cui aggiunse poi due clamorosi successi consecutivi in Coppa dei Campioni nelle due stagioni successive all'inaspettato trionfo nazionale. Probabilmente questo è davvero l'unico esempio che potrebbe calzare nel concetto di stravolgimento della realtà del club, nella trasformazione totale da una dimensione all'altra. Restano però due obiezioni non da poco se lo rapportiamo all'Atalanta di oggi. 1: Il Forest di Clough, a "quei" livelli, durò 3 anni. 2 e ancor più importante: erano gli anni '70, non esattamente l'epoca della concorrenza a ogni angolo del globo grazie a quella cosina chiamata internet a banda larga e a quella piattaforma chiamata Wyscout. Insomma, esempi corrispettivi all'Atalanta trasformata da Gasperini e in striscia positiva da 9 stagioni, semplicemente non ce ne sono. Un club che ha applicato in maniera molto efficace il concetto di player-trading e che mette costantemente a bilancio profitti ormai dall'esercizio 2016. E a comprare basso per poi vendere alto e ripartire ci hanno provato in tantissimi. In quanti ci riescono da quasi un decennio consecutivamente? Nessuno. Perché di Gasperini, evidentemente, ce n'è uno solo. Insomma, qui si è di fronte a un allenatore che da un lato farebbe la gioia di ogni management: compra basso e vendi alto è alla base di ogni capitalista, specie nel calcio di oggi dove il concetto di 'presidente tifoso' è ormai defunto e dove dietro tantissimi club ci sono i famosi "fondi": gente che di professione, semplicemente, vuole far soldi. Ma al tempo stesso c'è anche un allenatore che quando arrivò a Bergamo gli venne chiesto ciò che veniva chiesto a tutti quelli che l'avevano preceduto: di salvarsi. E che ieri, al Gewiss Stadium, ha giocato per 90 minuti uomo su uomo contro il Real Madrid 15 volte Campione d'Europa di Mbappé, Vinicus e Bellingham, schiacciandolo nella propria metà campo nel primo tempo e spaventandolo fino al minuto 94 di un match di UEFA Champions League, la massima competizione per club al mondo. Questo per voi quanto vale? Sì perché se vi soffermate sul tipo di partita, sul palcoscenico, sul tipo di approccio, sul tipo di qualità espressa dall'Atalanta non solo col Real Madrid ma ormai da parecchio tempo a questa parte; e se come me ripensate a che cos'era l'Atalanta prima di Gian Piero Gasperini, come si fa a non inserire il nome del tecnico di Grugliasco tra quelli d'elite assoluta della storia del calcio italiano? Nessuno aveva mai trasformato una piccola in una grande. Punto. Perché l'Atalanta, oggi, è una grande del calcio europeo. Un'ultima domanda, dunque, prima di lasciarvi riflettere e trovare la vostra risposta: è più difficile crearsi una big dal nulla o vincere in una big?

fonte calciomercato.com

By brignuca
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