ESSERE ATALANTINI IERI, OGGI E DOMANI by PAGNO

C’era una volta un bambino atalantino, orgoglioso, testardo, entusiasta ma definito dai più gentili un anticonformista.
Il bambino girava con la sciarpa della Dea legata allo zainetto, privo degli stupendi merchandising che ci sarebbero stati più di 35 anni dopo.
Nei dialoghi tra bambini a scuola era quello a cui dicevano “...l’Atalanta è in serie B, fa schifo...”,l.
Tutti gli altri parlavano solo di Juve, Milan e Inter.
Il bambino, nel 1982, anno in cui la Dea era in serie B, girava già con la radiolina come vedete in foto e soffriva tremendamente, sognando giorni in cui avrebbe potuto prendersi la rivalsa con gli
altri bambini.
Non ce ne erano di bimbi atalantini con cui condividere la radiolina.
Crescendo, quel bimbo dell’82, abbonatosi poco dopo col suo papà, avrebbe avuto la gioia di vivere la cavalcata europea con Mondonico e la UEFA di inizio anni novanta, e rimase con alti e bassi stabilmente in serie A.
Ma “gli altri” erano sempre tifosi delle grandi squadre, non sentendo quel senso di appartenenza alla propria terra che invece quel bambino aveva nel cuore.
Crescendo, quel bambino, sentiva rafforzarsi sempre più quel legame e si rese conto che nasceva pian piano in lui un nuovo sentimento: la gelosia.
C’è stato un tempo, che quel bimbo ormai ragazzino, divenne davvero geloso della sua Atalanta, difendendola da quelli che si avvicinavano per una annata buona, gli stessi che l’anno seguente avrebbero senza dubbio parlato nuovamente solo di Juve, Milan o Inter.
La difesa del territorio, unita all’orgoglio di essere uno dei pochi atalantini a quell’età, divenne ragione di vita.
Da adulto e ormai padre, quel bimbo dell’82, ieri 13 maggio 2018, era come sempre allo stadio col suo papà.
Il sentimento di gelosia è svanito, forse proprio per la fortuna di essere papà a sua volta.
Vedere bambini in ogni settore con la maglia della Dea, sotto il diluvio, riempie il cuore a quello che un tempo cercava rivalsa.
La soddisfazione, al gol del Milan, di NON VEDER NESSUNO ESULTARE, impensabile fino a qualche anno prima, dove lo stadio sarebbe stato per la metà di bergamaschi rossoneri.
Sentire urlare di gioia al gol di Masiello uno stadio intero, veder volare lacrime e abbracci tra sconosciuti.
La rivalsa, per quel bimbo dell’82, è arrivata.
Avvicinatevi pure alla Dea, quel bambino non è più geloso.
Ma non allontanatevi più, oltre ogni risultato.
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