La partita di cui si parla stavolta non è un match di calcio.

E’ il sistema di tenuta delle scritture contabili codificato poco più di cinquecento anni fa da Fra’ Luca Bartolomeo de Pacioli. Non sorprende che sia toccato ad un uomo di chiesa mettere per iscritto le regole alle quali si attiene ancor oggi ogni bilancio di esercizio redatto sul globo terraqueo.

Colpisce semmai che, a far girare nella tomba le spoglie mortali del monaco francescano, sia la topica ragionieristica in cui è incorso un organo di stampa legato - ironia della sorte - alla Curia.

Ma procediamo per gradi.

Si legge sull’edizione di giovedi' dell’Eco di Bergamo (l'articolo è scaricabile qui) che, al termine del vittorioso incontro contro l’Empoli, i vertici dell’Atalanta hanno tenuto un summit notturno presso il ristorante “Le stagioni” di Orio al Serio.

Nell’incontro si sarebbe discusso delle strategie cui attenersi nell’incombente sessione invernale di calciomercato. E, più in generale, delle sfide che attendono la compagine calcistica cittadina nel 2017.

Pare ormai scontato che, nel corso dei prossimi dodici mesi, verranno effettuate cessioni di calciatori grazie alle quali saranno conseguite plusvalenze record - una sessantina di milioni, calcola il giornalista. E sull'utile di esercizio, alimentato da queste sopravvenienze attive, “si dovrebbero” - il condizionale per il cronista è di rigore - pagare le imposte. Ma ecco che sovviene una regola aurea: “non s’è mai vista società di calcio chiudere i conti e versare all’erario. Per evitare questo paradosso c’è una sola via: reinvestire. In calciatori per rafforzare la squadra, in strutture per migliorare Zingonia o - al limite - nello stadio”.

Altolà - obietterebbe a questo punto Frà Luca de Pacioli. Le imposte vanno pagate sul reddito. E gli investimenti effettuati nel corso dell’anno contabile non rappresentano costi di esercizio. Non possono quindi ridurre l'imponibile fiscale se non per la quota frazionale corrispondente al loro ammortamento.

E se l'imponibile fiscale non scende, non scendono le tasse da pagare.

A meno che non venga ingaggiato Messi, pagando per intero la clausola rescissoria, comprare calciatori a destra e a manca consentirebbe dunque di risparmiare nel 2017 solo un ammontare trascurabile di imposte. E ben poco cambierebbe costruendo una nuova palazzina a Zingonia, o rifacendo lo stadio da capo a piedi.

Doppio altolà - obietterebbe infine il compianto Tommaso Padoa Schioppa, i cui sonni eterni sono parimenti turbati dal controverso articolo. Pagare le tasse non sarà forse bello, ma di qui a definire un "paradosso" l’inderogabile assolvimento degli obblighi tributari ce ne passa…